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La Commedia di Dante nel Giardino di Boboli

"Tra Selva e Stelle", il viaggio dantesco che incontra le suggestioni del Giardino

La Commedia di Dante nel Giardino di Boboli

Giardino di Boboli

I golosi: Bonagiunta Orbicciani

VI cornice. I golosi sono tormentati da fame e sete continue provocate dal profumo dei frutti che pendono da due alberi e dallo sgorgare di una fonte che da una roccia sale verso l'alto. Bonagiunta Orbicciani fu poeta attivo nella seconda metà del XIII secolo e qui rappresenta l'iniziatore di quella Scuola poetica medievale, nota come siculo-toscana, che con lui si pose in aperta polemica con il nuovo modo di poetare della cosiddetta Scuola stilnovistica a cui apparteneva lo stesso Dante. Bonagiunta dedicò infatti al suo capofila, Guido Guinizzelli, un sonetto polemico dal titolo "Voi ch'avete mutata la mainera", in cui criticò apertamente il carattere concettoso e astruso delle "nove rime" d'amore, che solo ora, dopo la sua morte, dichiara di comprendere a pieno. In questo Canto si trova peraltro l'unica attestazione dantesca dell'espressione "dolce stil novo", a indicare un nuovo modo di poetare e di intendere la lirica amorosa, distinto da quello della tradizione precedente.

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I lussuriosi: Arnaldo Daniello

VII cornice. Due schiere di penitenti camminano l'una in senso opposto all'altra cantando l'inno Summae Deus clementiae lungo un muro in fiamme, simbolo della passione amorosa che li ha consumati in vita. Sono i lussuriosi "secondo natura" e "contro natura", che quando si incontrano si scambiano baci e gesti di affetto, e si raccontano esempi di castità e lussuria punita. Arnault Daniel fu un famoso poeta provenzale vissuto a cavallo fra XII e XIII secolo, maestro dello stile "trobar clus" ("stile poetico difficile"), caratterizzato da virtuosismi metrici e tecnicismi complessi, a cui molti stilnovisti guardarono come a un modello, compreso lo stesso Dante, che lo adottò nelle sue "Rime Petrose". La lussuria di Daniel non è attestata storicamente. Del resto Dante collocava anche Guinizzelli (e se stesso) tra i lussuriosi, alludendo probabilmente al fatto che anche semplicemente dedicarsi alla lirica amorosa costituisse una prova di attaccamento ai piaceri terreni. Nella parte finale del Canto, Arnault Daniel parla nella sua lingua madre, la lingua d'oc, che evidentemente Dante sapeva padroneggiare assai bene. È l'unico caso della Commedia in cui il poeta fa parlare un personaggio in lingua straniera.

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Gli spiriti difettivi del Paradiso: Piccarda Donati

Nel primo Cielo della Luna del Paradiso, Dante si rivolge a delle anime dall'aspetto evanescente come riflessi d'acqua, fra cui splende lo spirito di Piccarda Donati, suora dell'ordine delle Clarisse che fu rapita con la forza dal monastero in cui si trovava dal fratello Corso, che, per ragioni di opportunità politica, volle darla in sposa contro la sua volontà al potente compagno di fazione, il guelfo nero Rossellino della Tosa. Gli spiriti difettivi sono quelli che, sotto l'influsso dell'incostante Luna, che secondo la tradizione altera la volontà, non hanno mantenuto le promesse fatte. Piccarda figura fra questi spiriti perché non ha tenuto fede, seppur suo malgrado, al voto di castità. Il Poeta le chiede se abitare il grado più basso di beatitudine le provochi sofferenza, ma la donna risponde che le anime del Paradiso sono felici perché la loro volontà si conforma totalmente a quella di Dio.

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