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Gli spiriti difettivi del Paradiso: Piccarda Donati

Nel primo Cielo della Luna del Paradiso, Dante si rivolge a delle anime dall'aspetto evanescente come riflessi d'acqua, fra cui splende lo spirito di Piccarda Donati, suora dell'ordine delle Clarisse che fu rapita con la forza dal monastero in cui si trovava dal fratello Corso, che, per ragioni di opportunità politica, volle darla in sposa contro la sua volontà al potente compagno di fazione, il guelfo nero Rossellino della Tosa. Gli spiriti difettivi sono quelli che, sotto l'influsso dell'incostante Luna, che secondo la tradizione altera la volontà, non hanno mantenuto le promesse fatte. Piccarda figura fra questi spiriti perché non ha tenuto fede, seppur suo malgrado, al voto di castità. Il Poeta le chiede se abitare il grado più basso di beatitudine le provochi sofferenza, ma la donna risponde che le anime del Paradiso sono felici perché la loro volontà si conforma totalmente a quella di Dio.

"La nostra carità non serra porte
a giusta voglia, se non come quella
che vuol simile a sé tutta sua corte.
I’ fui nel mondo vergine sorella;
e se la mente tua ben sé riguarda,
non mi ti celerà l’esser più bella,
ma riconoscerai ch’i’ son Piccarda,
che, posta qui con questi altri beati,
beata sono in la spera più tarda.
Li nostri affetti, che solo infiammati
son nel piacer de lo Spirito Santo,
letizian del suo ordine formati.
E questa sorte che par giù cotanto,
però n’è data, perché fuor negletti
li nostri voti, e vòti in alcun canto".

Paradiso, III, 43-57.

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