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I lussuriosi: Arnaldo Daniello

VII cornice. Due schiere di penitenti camminano l'una in senso opposto all'altra cantando l'inno Summae Deus clementiae lungo un muro in fiamme, simbolo della passione amorosa che li ha consumati in vita. Sono i lussuriosi "secondo natura" e "contro natura", che quando si incontrano si scambiano baci e gesti di affetto, e si raccontano esempi di castità e lussuria punita. Arnault Daniel fu un famoso poeta provenzale vissuto a cavallo fra XII e XIII secolo, maestro dello stile "trobar clus" ("stile poetico difficile"), caratterizzato da virtuosismi metrici e tecnicismi complessi, a cui molti stilnovisti guardarono come a un modello, compreso lo stesso Dante, che lo adottò nelle sue "Rime Petrose". La lussuria di Daniel non è attestata storicamente. Del resto Dante collocava anche Guinizzelli (e se stesso) tra i lussuriosi, alludendo probabilmente al fatto che anche semplicemente dedicarsi alla lirica amorosa costituisse una prova di attaccamento ai piaceri terreni. Nella parte finale del Canto, Arnault Daniel parla nella sua lingua madre, la lingua d'oc, che evidentemente Dante sapeva padroneggiare assai bene. È l'unico caso della Commedia in cui il poeta fa parlare un personaggio in lingua straniera.

"Tan m’abellis vostre cortes deman,
qu’ ieu no me puesc ni voill a vos cobrire.
Ieu sui Arnaut, que plor e vau cantan;
consiros vei la passada folor,
e vei jausen lo joi qu’ esper, denan.
Ara vos prec, per aquella valor
que vos guida al som de l’escalina,
sovenha vos a temps de ma dolor!".

["Tanto m'aggrada il vostro bel dimando,
che a voi né posso né mi vo' coprire.
Arnaldo io son, che piango e vo cantando:
veggio con pena ogni trascorso errore;
se guardo all'avvenir, godo sperando.
Ben io supplico a voi, per quel valore
che senza caldo o gel vi mena in alto,
ricordivi addolcir lo mio dolore".
Traduzione di A. Buttura, 1836]

Purgatorio, XXVI, 140-47.

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