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Arpia e l'impiccato

VII cerchio, II girone. Nella selva dei suicidi le Arpie straziano i "violenti contro se stessi" e i dissipatori di beni

"O Iacopo", dicea, "da Santo Andrea,
che t’è giovato di me fare schermo?
che colpa ho io de la tua vita rea?".
"O anime che giunte
siete a veder lo strazio disonesto
c’ ha le mie fronde sì da me disgiunte,
raccoglietele al piè del tristo cesto.
I’ fui de la città che nel Batista
mutò ’l primo padrone; ond’ei per questo
sempre con l’arte sua la farà trista;
e se non fosse che ’n sul passo d’Arno
rimane ancor di lui alcuna vista,
que’ cittadin che poi la rifondarno
sovra ’l cener che d’Attila rimase,
avrebber fatto lavorare indarno.
Io fei gibetto a me de le mie case".

Inferno, XIII, 133-35; 139-51

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