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Studio di antichi ruderi

Pirro Ligorio (Napoli 1513 o 1514 - Ferrara 1583)

Data
tra 1534 e 1570 ca.
Tecnica
penna e bistro su carta bianca
Dimensioni
32,2 x cm 43,8 cm
Inventario
GDSU 392 S recto

Su entrambi i lati di questo foglio (recto e verso) Pirro Ligorio si dedica ad un collage di gusto antiquario, la riproduzione di alcuni dei particolari architettonici, scultorei ed epigrafici che alla metà del XVI secolo si potevano ammirare nel foro romano e nelle zone limitrofe, particolari che l’antiquario napoletano poté disegnare dal vero nel suo lungo soggiorno romano, dagli anni ’30 agli anni ’60 del secolo.

Uno degli elementi più interessanti con cui Ligorio si confronta in questo caso, sul recto del foglio, è l’iscrizione del tempio votato dal senato nel 141 d.C. in onore della diva Faustina, moglie del principe Antonino Pio (138-161 d.C.) e divinizzata subito dopo la morte, avvenuta a breve distanza dalla salita al potere del marito, dedica alla quale nel 161 d.C. sarebbe stata aggiunta la prima linea, che consacrava l’edificio anche al nuovo divo Antonino: Divo Antonino et / Divae Faustinae ex s(enatus) c(onsulto) (CIL VI 1005 = CIL VI 31224). Il testo, riprodotto in modo corretto se non per l’errata divisione in linee – circostanza comprensibile dato l’interesse di Ligorio per l’epigrafia – è messo correttamente in relazione col monumento cui apparteneva grazie alla didascalia che lo affianca: In porticu Antonini.  L’approccio all’analisi del monumento da parte di Ligorio è certamente parziale, soprattutto se confrontato con quello del contemporaneo Giovanni Antonio Dosio, ma testimonia il fascino che il maestoso edificio era in grado di esercitare ancora nel XVI secolo, simbolo perenne dell’importanza attribuita a Faustina Maggiore all’interno del sistema dinastico di cui ella, in quanto Augusta in vita e diva dopo la morte, costituiva un elemento fondamentale. Una centralità evidenziata dal luogo stesso scelto per omaggiarla, uno spazio pubblico e tradizionalmente “maschile” qual era il foro repubblicano, nel quale ormai avevano diritto ad essere ricordate anche le matrone della famiglia imperiale.

Il disegno di Ligorio è giunto nella collezione del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi grazie alla donazione di un’ampia raccolta di disegni autografi, antichi e moderni, fatta dal prof. Emilio Santarelli nel 1866, nel cui Catalogo è inventariato al nr. 11 della Cartella VI.

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