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La Sala Verde

È solo nella seconda metà del Settecento che l’ala di destra del primo piano di Palazzo Pitti fu adibita ad appartamento dei Granduchi, di fatto segnando le sorti successive di questi ambienti oggi ben differenziati dalla Galleria Palatina.

In precedenza i granduchi risiedevano nell’ala di sinistra e l'ala di destra era invece destinata ad altri membri della famiglia Medici, in primis gli eredi al trono come fu il Gran Principe Ferdinando, figlio di Cosimo III, prematuramente scomparso nel 1713. Nonostante le trasformazioni successive, anche all'epoca dei Medici la Sala delle Nicchie funzionava da stanza di compensazione tra i due nuclei; il Salone Verde era la prima sala dell'infilata di appartamenti dell'ala destra, ed era Sala della Guardia al tempo di Ferdinando, divenendo in seguito una sorta di anticamera.

Il nome deriva dal colore verde delle tappezzerie (i parati murali, i tendaggi e i rivestimenti di alcuni mobili sono tutti in seta verde, operata o semplice) montate da artigiani fiorentini tra 1854 e 1855. In questi anni l’ambiente, così come i due successivi, fu totalmente rinnovato, meritando l’appellativo di Quartiere delle Stoffe, e venendo destinato ad appartamento di rappresentanza poiché l’ultimo granduca Leopoldo II di Lorena aveva scelto come abitazione la nuova palazzina della Meridiana. Allo stesso giro di anni risalgono il tappeto, prodotto dalla prestigiosa Manifattura Reale di Tournai nel nord della Francia e decorato con motivi del tardo impero, la coppia di lampadari, le mensole reggilumi, il parafuoco e la specchiera del camino, intagliata ad imitazione delle due poste sopra le consolles di qualche anno precedenti. Il resto degli arredi e dei dipinti data invece ad epoche diverse, a partire dalla tela inserita nel soffitto raffigurante l’Allegoria della Pace tra Firenze e Siena, realizzata da Luca Giordano per Cosimo III nel 1682. Il mobile di maggiore pregio è certamente lo Stipo di Vittoria della Rovere, capolavoro monumentale delle botteghe granducali seicentesche. Il tavolino di gusto storicistico proveniente sempre dalla manifattura dell’Opificio delle Pietre Dure fu consegnato a Palazzo Pitti nel 1852. Stipo e tavolino furono successivamente abbinati nella sala  con una disinvoltura stilistica tipica del periodo sabaudo.

Testo di
Alessandra Griffo
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