Statua femminile tipo “Grande Ercolanese”
A. Romualdi (a cura di), Studi e restauri. I marmi antichi della Galleria degli Uffizi, II, Firenze, Polistampa, 2007 (con contributi di M. Giachi, C. Pacini, Statua femminile tipo “Piccola Ercolanese”, pp. 122-129; M. Giachi, C. Pacini, Statua femminile tipo “Grande Ercolanese”, pp. 134-139; C. Mancini, Il restauro, pp. 140-143) e bibliografia precedente.
Questa scultura è stata interessata da una lunga serie di spostamenti: inizialmente conservata nella Villa di Pratolino, complesso di proprietà medicea posto a nord di Firenze, essa compare fra 1776 e 1789 all’interno del Giardino di Boboli. In seguito la scultura fu forse per un periodo nella Villa di Poggio Imperiale, residenza granducale sita immediatamente a sud della città di Firenze, prima di giungere agli Uffizi nel 1870. La testa, il collo, il petto e la mano sinistra della statua sono frutto di restauri moderni. Il soggetto rappresenta una donna stante, avvolta nel suo mantello (himation) sotto al quale indossa un lungo chitone, e con la mano destra portata al petto. Databile fra I e II secolo d.C., l’opera è da intendere come rielaborazione romana di una tipologia nota come “Grande Ercolanese” per via del luogo di rinvenimento dei primi esemplari. Si ritiene che il suo archetipo possa essere riconducibile a un originale greco, databile non oltre il 320 a.C. La lavorazione sommaria della parte retrostante, non destinata alla vista, lascia ipotizzare che questa scultura possa provenire da un’edicola funeraria.