Vai al contenuto principaleVai al footer

Icona 'I santi Pietro, Isacco Dalmata, Boris, Gleb, Cristina e Aleksandr Nevskij'

San Pietroburgo

Data
1710-1725
Collocazione
Sala 2
Tecnica
Olio su tavola
Dimensioni
21 x 18 cm
Inventario
1890 n. 9331

Circondato da una cortina di nubi, Gesù Cristo è raffigurato in alto al centro nell’atto di benedire con entrambe le mani i sei santi presenti nella parte inferiore della composizione. Questi, identificati dalle iscrizioni, sono, da sinistra, i santi-principi Boris e Gleb, Pietro, Isacco, Cristina e Aleksandr Nevskij.

L’icona è di notevole interesse per la particolare scelta dei santi, tutti connessi con lo zar Pietro I detto il Grande (1672-1725) e la fondazione di San Pietroburgo (1703). Grande rilevanza è data ai santi Pietro e Isacco, rappresentati al centro della composizione: il primo era il santo patrono dello zar nonché protettore della nuova capitale, il secondo è festeggiato nel giorno della nascita di Pietro I di Russia, il 30 maggio. Anche per Aleksandr Nevskij (1220-1263) il sovrano aveva una particolare devozione: grazie alle sue gesta militari, ossia la sconfitta degli invasori svedesi, il santo principe veniva considerato precursore dello zar Pietro il Grande, anch’egli vittorioso contro la Svezia. Per questo i resti di Aleksandr Nevskij furono traslati dal suo sepolcro originario, a Vladimir, al nuovo monastero a lui dedicato in San Pietroburgo, dove arrivarono il 30 agosto del 1724. Alla venerazione di Aleksandr Nevskij si lega la raffigurazione dei santi Boris e Gleb, che preannunciarono la grandiosa vittoria della battaglia della Neva contro gli invasori svedesi (1240). I due santi principi si celebrano il 24 luglio, stesso giorno in cui si ricorda anche Santa Cristina, l’unica santa femminile presente nell’icona.

L’opera, un’esaltazione in chiave religiosa del regno dello zar Pietro il grande, fu probabilmente realizzata in occasione dell’arrivo a San Pietroburgo delle reliquie dell’eroico condottiero Aleksandr Nevskij. Si differenzia da tutte le altre icone della collezione fiorentina per l’impiego della pittura ad olio, elemento che attesta l’ascendente della contemporanea pittura europea su questo maestro, che sceglie di allontanarsi dalla tradizione per sperimentare forme di pittura più espressive e naturalistiche.

Testo di
Daniela Parenti
Tags
Ipervisioni
Vuoi visitare Palazzo Pitti?
Organizza la tua visita a Firenze, trova prezzi ed orari del museo.

La Newsletter delle Gallerie degli Uffizi

Iscriviti per restare informato!