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Adorazione dei pastori con angeli e i santi Tommaso, Antonio abate, Margherita, Maria Maddalena e la famiglia Portinari (recto); Annunciazione (verso)

Hugo van der Goes (Gand? 1440 circa – Rode Klooster, Bruxelles 1482)

Data
1477-1478 c.
Collezione
Pittura
Collocazione
A13. Hugo van der Goes
Tecnica
Olio su tavola
Dimensioni
274 x 652 cm (aperto)
Inventario
1890 nn. 3191, 3192, 3193

Gesù bambino giace a terra circondato da raggi luminosi che lo denotano come Luce del mondo. Intorno stanno in adorazione la madre Maria, il padre putativo Giuseppe, alcuni angeli e i pastori. In secondo piano, inserito nel paesaggio è raffigurato il momento, precedente a questo nella sequenza narrativa, ovvero l’angelo che annuncia la nascita del Salvatore. La continuità dello sfondo paesaggistico annulla la divisione fra figurazione centrale e ante laterali, dove la famiglia committente è rappresentata in preghiera sotto la protezione di quattro santi. A sinistra l’apostolo Tommaso e Sant’Antonio abate presentano il capofamiglia Tommaso Portinari e i suoi figli Antonio e Pigello, mentre a destra le sante Margherita, vittoriosa sul drago che l’aveva inghiottita, e Maria Maddalena, con il vaso di unguenti, proteggono Maria Baroncelli Portinari e la figlia Margherita. La differenza di proporzioni fra santi e committenti rispecchia la gerarchia di importanza. Originario di Firenze, Tommaso Portinari (1428-1501) visse per molti anni a Bruges dove era agente del banco dei Medici, sposando nel 1470 Maria Baroncelli, anch’essa cittadina fiorentina; la famiglia si fa ritrarre con vesti e acconciature che rispecchiano la moda fiamminga dell’epoca. Durante il periodo trascorso nelle Fiandre, Tommaso Portinari commissionò al pittore fiammingo Hugo van der Goes il trittico con l’Adorazione dei Pastori, destinato alla cappella di famiglia nella chiesa di Sant’Egidio nell’ospedale di Santa Maria Nuova a Firenze. L’arrivo a Firenze del dipinto, nel 1483, giunto prima a Pisa via mare, fu un vero avvenimento e l’opera apparve straordinariamente innovativa agli occhi dei pittori fiorentini, che ne apprezzarono soprattutto la verosimiglianza raggiunta nella resa degli oggetti, del paesaggio e delle fisionomie. Stupefacente è la natura morta in primo piano al centro, ricca di contenuti simbolici: l’iris bianco e il lilium rosso alludono alla purezza e al sangue di Cristo versato nella Passione, l’aquilegia viola preannuncia il dolore della Vergine, i garofani simboleggiano la Trinità. Quando era chiuso, il trittico mostrava la raffigurazione dell’Annunciazione, dipinta a monocromo sul verso delle ante.

Testo di
Daniela Parenti
Video
Ipervisioni
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