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Niobe e i suoi figli allo specchio

  • Niobe e i suoi figli allo specchio

    Il complesso scultoreo delle Villæ di Tivoli agli Uffizi

    Niobe e i suoi figli allo specchio
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    Niobe e i suoi figli allo specchio. I Niobidi fiorentini.

    La scoperta /1

    Nei primi mesi del 1583 nella vigna appartenuta a Gabriele e Tomaso Tomassini e posta all’interno delle mura aureliane sulla “via pubblica che va a Porta Maggiore appresso San Giovanni in Laterano”, come precisano le fonti del periodo, vennero alla luce tredici sculture, in massima parte ancora in un invidiabile stato di conservazione. La scoperta, di per sé già sensazionale considerato il numero dei marmi rinvenuti, apparve a tutti ancora più singolare dal momento che la quasi totalità delle statue componeva un grandioso gruppo che illustrava una delle storie più tragiche del mito antico: l’uccisione dei figli di Niobe. Questa donna, moglie di Amphione re di Tebe, aveva, infatti, insultato Latona, dichiarando di essere una madre migliore di lei. Questo atto di tracotanza (hybris in greco) fu duramente punito dalla dea che inviò i figli Apollo e Artemide a uccidere i sette figli maschi e le sette figlie femmine dell’insolente donna. Niobe, straziata dal dolore, anche se trasformata in pietra, non cessò di piangere e le sue lacrime si mutarono in una fonte perenne.

    Sala della Niobe
    Architettura | Gli Uffizi
    Scheda opera
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    Niobe e i suoi figli allo specchio. I Niobidi fiorentini.

    La scoperta /2

    Questo collegamento fra la figura della madre e l’acqua fu, probabilmente, la ragione che consacrò la fortuna di questo gruppo come decorazione ideale di ninfei monumentali. Anche per i Niobidi fiorentini, come per il gruppo che ornava il Ninfeo-Stadio di Villa Adriana o quello degli Horti Sallustiani, è molto probabile l’originaria sistemazione in una fontana ad emiciclo eretta nell’area degli antichi Horti Lamiani, i cui resti vennero in luce negli sterri ottocenteschi dell’Esquilino in prossimità dell’attuale Piazza Vittorio Emanuele. Il gruppo fiorentino avrebbe, quindi, fatto parte della decorazione di un ninfeo inserito in uno dei vasti parchi di proprietà imperiale che cingevano ad occidente il centro di Roma e nel quale le statue sarebbero state disposte seguendo il profilo della struttura, con il gruppo di Niobe e la figlia minore posto al centro.

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    Il cosiddetto Auditorium di Mecenate (esempio di Ninfeo), I secolo d. C.

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    Niobe e i suoi figli allo specchio. I Niobidi fiorentini.

    La scoperta /3

    La decorazione statuaria di questo complesso, però, non era interamente legata a Niobe. Accanto a undici figure riconducibili alla storia di Niobe (il gruppo di Niobe e la figlia minore si conta come due figure distinte anche se la scultura è unica), infatti, furono trovati due busti di uomini in lotta, all’epoca anch’essi interpretati come figli di Niobe. I torsi furono poi abilmente ricomposti ed integrati, così da dar vita al gruppo dei Lottatori, oggi nella Tribuna degli Uffizi, nei quali i cultori dell’antico, ancora per tutto il XVIII secolo, continuarono erroneamente a riconoscere due personaggi che erano parte integrante del gruppo. Si tratta, invece, di una splendida opera scultorea ispirata a prototipi del primo ellenismo, che coglie l’atto finale di un serrato combattimento di pancrazio, antico agone atletico in cui si fondevano pugilato e lotta. Nel decoro statuario del ninfeo degli Horti Lamiani, non mancavano neppure statue di Muse, come provava il ritrovamento, insieme agli altri marmi, di una figura frammentaria di Polymnia, oggi conservata a Palazzo Pavlovsk, a San Pietroburgo.

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    Arte romana, Lottatori, I sec d. C., Uffizi, Tribuna

    Lottatori
    Architettura | Gli Uffizi
    Scheda opera
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    Niobe e i suoi figli allo specchio. I Niobidi fiorentini.

    Vicende collezionistiche e la creazione della Sala di Niobe /1

    L’eccezionale scoperta avvenuta nella vigna dei fratelli Tomassini attirò immediatamente l’interesse dei massimi collezionisti della Roma dell’epoca che si contesero accanitamente queste sculture. Ad avere la meglio fu Ferdinando dei Medici che, come dimostra il contratto di vendita recentissimamente ritrovato e pubblicato, nel 1584, dopo un anno di trattative, riuscì ad assicurarsi tutte le statue pagando l’enorme somma di 1600 scudi. I marmi, rapidamente restaurati e integrati, furono sistemati nei giardini di Villa Medici sul Pincio dove rimasero per quasi due secoli. Già in questa prima sistemazione una delle sculture del gruppo originario, il cosiddetto “figlio più anziano” o “secondo Niobide”, fu sostituito con una replica antica in migliore stato di conservazione già presente nelle collezioni di Ferdinando. Immortalato nella prima metà del XVII secolo dalle stampe di Francois Perrier, il gruppo di Niobe costituì a lungo una delle tappe obbligate per qualunque gran turista in visita a Roma e solo con grande difficoltà il granduca Pietro Leopoldo riuscì a ottenere dal papa Clemente XIV il permesso di poter trasferire il gruppo a Firenze.

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    Francois Perrier, stampa, prima metà del XVII secolo, Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi

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    Niobe e i suoi figli allo specchio. I Niobidi fiorentini.

    Vicende collezionistiche e la creazione della Sala di Niobe /2

    Le statue di Niobe e dei suoi figli furono fra le prime sculture a lasciare Villa Medici, già nel 1770, anche se alcune figure, di cui si possedevano repliche migliori nelle collezioni di Galleria, giunsero nella capitale granducale solo nel 1788. E’ questo il caso della cosiddetta Psiche (vedi scheda), il cui posto era stato preso dalla copia del tipo (inv. 1914 n. 305) ancor oggi esposta insieme agli altri marmi di Vigna Tommasini.

    Per accogliere degnamente un gruppo scultoreo di tale fama, Pietro Leopoldo affidò agli architetti Zanobi del Rosso e Gaspare Maria Paoletti l’incarico di riordinare lo “Stanzone”, una vasta sala affacciata sul corridoio di ponente, utilizzata fino a quel momento come deposito. Quando l’ambiente fu ultimato, nel 1779, si presentava, per maestosità e ricchezza di apparato, secondo alla sola Tribuna. Gli stucchi di Francesco Carradori e gli ori stesi da maestri ticinesi davano vita a un ambiente esuberante e di gusto quasi teatrale che non fu apprezzato da tutti i contemporanei. In particolare, la decisione di esporre le sculture lungo le pareti, “scomponendo” la sistemazione circolare incentrata sulla figura di Niobe con la figlia minore che il gruppo aveva a Villa Medici, sembrò privare le statue di quella forza drammatica che ci è testimoniata dalle riproduzioni del Perrier.

    Sala della Niobe
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    Niobe e i suoi figli allo specchio. I Niobidi fiorentini.

    Vicende collezionistiche e la creazione della Sala di Niobe /3

    La statua del secondo figlio è uno dei quattro “doppi” delle sculture dei figli di Niobe che erano presenti nelle collezioni granducali, dove erano giunti seguendo differenti vie collezionistiche. Questa scultura è riprodotta in un disegno attribuito a Marten van Heemskerck (1498-1574), oggi conservato in Nuova Zelanda, al Museum of New Zealand Te Papa Tongarewa, e databile alla prima metà del XVI secolo, almeno trent’anni prima della scoperta di Vigna Tomassini. La presenza, sul disegno, dell’indicazione “Lavale” deve, con ogni probabilità, essere interpretata come l’indicazione di un’originaria appartenenza del marmo alla collezione del Cardinale Andrea Della Valle, la cui raccolta passò in gran parte nelle mani di Ferdinando dei Medici. E’ interessante ricordare che anche per una seconda figura di Niobide doppione di una scultura da Vigna Tommasini, il Niobide caduto sul ginocchio sinistro (inv. 1914 n. 290), è stata ipotizzata la provenienza dalla stessa collezione.

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    Marten van Heemskerck, attr. (1498-1574), Museum of New Zealand Te Papa Tongarewa, Auckland, Nuova Zelanda

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    Niobe e i suoi figli allo specchio. I Niobidi fiorentini.

    Vicende collezionistiche e la creazione della Sala di Niobe /4

    Anche se non appartenente al gruppo di Vigna Tomassini, la statua fa parte integrante della fortuna di queste sculture nella cultura artistica e antiquaria del XVII e XVIII secolo. Fu, infatti, questa replica ad essere immortalata nelle stampe del Perrier e fu questo marmo ad essere ammirato da tutti quei visitatori e studiosi, fra i quali Johann Joachim Winckelmann, che visitarono i giardini di Villa Medici. Al momento dell’allestimento del gruppo agli Uffizi, la statua fu sostituita con la replica rinvenuta a vigna Tomassini, una scelta quanto meno singolare se si considera che quest’ultima si presentava in uno stato di conservazione decisamente peggiore. La replica passò poi nel 1880 alle collezioni del Regio Museo Archeologico di Firenze.

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    Secondo Niobide, Museo Archeologico di Firenze

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    Niobe e i suoi figli allo specchio. I Niobidi fiorentini.

    Vicende collezionistiche e la creazione della Sala di Niobe /5

    L’occasione offerta da questa mostra ha consentito di riunire al gruppo di Vigna Tomassini una delle sculture trovate originariamente in quel luogo, ma poi scartate al momento dell’allestimento dei marmi agli Uffizi. Si tratta della figura di fanciulla Niobide inginocchiata, nota anche col nome di Psiche, che, nei giardini di Villa Medici sul Pincio, era ancora esposta insieme ai suoi compagni. La scelta di sostituirla a Firenze con una replica del tipo già nelle collezioni granducali e caratterizzata da un migliore stato di conservazione, dovette essere già presa a Roma. Infatti, la Niobide di Vigna Tomassini non fu inviata insieme alle altre sculture nel 1770, ma giunse solo nel 1788, con l’ultimo invio di marmi dalla villa romana a Firenze. Sin dal primo momento, quindi, nella sala della Niobe prese posto la replica attualmente visibile (inv. 1914 n. 305), mentre della statua di Villa Tomassini si perdono le tracce sin dal suo arrivo nella capitale toscana. Il marmo, privato di tutte le integrazioni rinascimentali, riemerse solo negli anni Venti del secolo scorso al centro del chiostro grande di Santa Maria Novella, da dove, in seguito all’alluvione del 1966, fu ricoverato nel Museo Bardini, dove la statua è conservata attualmente.

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    Niobide inginocchiata o “Psiche”, Museo Stefano Bardini, Firenze

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    Niobe e i suoi figli allo specchio. I Niobidi delle Villæ.

    Il gruppo scultoreo

    Tarda età repubblicana - Inizio dell’età augustea, restauri e adattamenti di media età imperiale
    Sculture in marmo di Afrodisia (cave di città)
    Provenienza: da scavo in località Muri dei Francesi, Ciampino (Roma), 2012

    Tivoli, Istituto Villa Adriana e Villa d’Este, Santuario di Ercole Vincitore

     

    Il gruppo scultoreo dei Niobidi conservato presso il Santuario di Ercole Vincitore a Tivoli è stato rinvenuto nel corso di scavi archeologici preventivi in località Muri dei Francesi a Ciampino in un’ampia vasca ornamentale, prossima al settore termale di una villa antica. La datazione del contesto di rinvenimento è stata fissata in un arco cronologico piuttosto ampio tra la fine del I sec. a.C. e il II d.C.

    Ben noto dalle fonti antiche, in particolare da Ovidio (Ov., Metamorfosi, VI, 146-312), è il mito rappresentato: Niobe, figlia di Tantalo, ha sposato il re di Tebe Anfione, con il quale ha generato, secondo diverse tradizioni, dodici o quattordici figli, tra maschi e femmine. Tra i molti motivi di superbia vi è per lei l’orgoglio per la propria prole. Tale sentimento spinge Niobe a interrompere le cerimonie per la dea Latona e a schernirla per aver dato alla luce soltanto i gemelli Artemide e Apollo. Latona, offesa, incarica questi ultimi di vendicarla. Essi dunque uccidono con arco e frecce tutti i Niobidi, lasciando in vita solo la madre, che per il dolore si tramuta in pietra da cui stilla acqua in un eterno pianto.

    Sebbene il degrado superficiale delle statue provocato dal terreno di giacitura non consenta di effettuare un’analisi di dettaglio a livello stilistico, è stato possibile ipotizzare che si tratti della replica prodotta da un’officina probabilmente rodia alla metà del I sec. a.C. ca. di un gruppo scultoreo creato nel tempo e formato almeno a metà del II sec. a.C.

    La sistemazione ipotizzata nell’ambito del contesto di rinvenimento doveva risultare di grande impatto: con estrema sintesi visiva e concettuale, le sculture trattavano insieme i temi dell’eccidio dei figli e della pietrificazione della madre. Niobe, posta con ogni probabilità al centro su un basamento e per sempre fissata nella pietra, alimentava idealmente la piscina con le sue lacrime, in un gioco di rimandi tra le opere e il contesto.

    Le statue potrebbero essere state riallestite intorno alla vasca al momento del restauro di essa, nella prima metà del II sec. d.C., come suggeriscono le caratteristiche tecniche e le diverse dimensioni delle figure, probabilmente destinate in origine a una disposizione prospettica entro strutture come nicchie o esedre, assenti nel contesto di rinvenimento. Interventi realizzati in antico sulle statue, da connettere verosimilmente a un rimontaggio, sono indiziati dalla presenza tra i materiali di scavo di arti e altri frammenti scultorei compatibili con le figure mutile e presumibilmente ad esse pertinenti, ma in marmi diversi.

    Il numero di statue oscilla da un minimo di 13 a un massimo di 15, in considerazione del variare del numero delle figlie e dei figli di Niobe nelle fonti, se si ipotizza che non fossero presenti la figura del pedagogo, che compare nell’analogo gruppo rinvenuto nel XVI sec. a Vigna Tommasini a Roma, oggi agli Uffizi, del quale nello scavo di Muri dei Francesi non si è trovata traccia, né quelle dei gemelli Apollo e Artemide. Allo stato attuale si dispone di sette statue pressoché complete, due delle quali originariamente appartenenti a gruppi di due figure, e due teste.

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    Niobe e i suoi figli allo specchio. I Niobidi delle Villæ.

    Niobide Chiaramonti

    Seconda metà I secolo a.C.
    Marmo di Afrodisia
    h. (con base) cm 187; base dim. max. cm 80x46.
    Provenienza: da scavo in località Muri dei Francesi, Ciampino (Roma), 2012
    Tivoli, Istituto Villa Adriana e Villa d’Este, Santuario di Ercole Vincitore, inv. n. 153202

     

    Questo tipo statuario, che trova una replica anche nel gruppo fiorentino, è detto “Chiaramonti” dall’esemplare eponimo, rinvenuto probabilmente a Villa Adriana nella seconda metà del XVIII sec. e oggi conservato nelle raccolte vaticane. Una novità nella replica di Ciampino è rappresentata dalla didascalia in greco sulla parte destra della base in lettere capitali, tranne l’omega iniziale, con indicazione del nome della fanciulla, “ΩΓΥΓΙΑ” (Ogygia), peraltro noto dalle fonti.

    Per quanto riguarda lo stato di conservazione, la scultura manca del braccio destro e della mano sinistra, lavorati a parte come mostrano gli alloggiamenti per perni visibili nelle parti di giuntura. La testa è ricollocata a mezzo di reintegrazione di parte del collo e della crocchia dell’acconciatura.

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    Niobe e i suoi figli allo specchio. I Niobidi delle Villæ.

    Niobide fuggente (cd. Figlia Maggiore)

    Seconda metà I secolo a.C.
    Marmo di Afrodisia
    h. (con base) cm 180; base dim. max. cm 82x40
    Provenienza: da scavo in località Muri dei Francesi, Ciampino (Roma), 2012
    Tivoli, Istituto Villa Adriana e Villa d’Este, Santuario di Ercole Vincitore, inv. n. 153205

     

    La cosiddetta Niobide Fuggente ripropone un prototipo attestato anche nel gruppo da Vigna Tommasini. Questa statua è da immaginarsi in un ideale contrappunto con la Niobide “Chiaramonti”, con la quale condivide l’età della fanciulla raffigurata, il gesto di sorpresa e la marcata gestualità.

    La scultura manca di entrambi gli avambracci, mentre resta traccia della mano sinistra che doveva trattenere un lembo del mantello. La spalla sinistra è riassemblata. La base è scheggiata e consunta soprattutto nella parte destra (per chi guarda).

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    Niobe e i suoi figli allo specchio. I Niobidi delle Villæ.

    Niobide cadente (cd. Psiche)

    Seconda metà I secolo a.C.
    Marmo di Afrodisia
    h. (con base) cm 104; base cm 65x40
    Provenienza: da scavo in località Muri dei Francesi, Ciampino (Roma), 2012
    Tivoli, Istituto Villa Adriana e Villa d’Este, Santuario di Ercole Vincitore, inv. n. 153200

     

    La cosiddetta Niobide “cadente” o “Psiche” si ispira ad un prototipo statuario attestato in mostra da  altredue repliche. Una, incompleta, è stata rinvenuta a Vigna Tommasini; la seconda appartiene, invece, alle collezioni medicee e fu sostituita all’altra al momento del trasferimento del gruppo a Firenze. Sulla statua rinvenuta a Ciampino è ancora visibile sul seno destro il foro di ingresso della freccia che ha colpito la fanciulla.

    Per quanto riguarda lo stato di conservazione, la scultura si presenta acefala, mancante dell’avambraccio sinistro e di buona parte del braccio destro. La base è scheggiata e gravemente consunta.

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    Niobe e i suoi figli allo specchio. I Niobidi delle Villæ.

    Niobide in ginocchio, già parte del gruppo con il cd. Fratello Maggiore

    Seconda metà I secolo a.C.
    Marmo di Afrodisia
    h. (con base) cm 106; base cm 67x40.
    Provenienza: da scavo in località Muri dei Francesi, Ciampino (Roma), 2012
    Tivoli, Istituto Villa Adriana e Villa d’Este, Santuario di Ercole Vincitore, inv. n.153204

     

    La cosiddetta Niobide “in ginocchio”, assente fra le statue del gruppo di Niobe trovate a Vigna Tomassini, formava un gruppo con il cosiddetto “figlio maggiore”, attestato invece nel gruppo fiorentino (inv. 302). Il gruppo costituito dalle due figure si conserva interamente leggibile in una replica rinvenuta nell’area degli Horti di Cesare e oggi ai Vaticani. Nell’esemplare da Ciampino è ancora visibile la mano sinistra del fratello appoggiata sulla spalla sinistra della sorella, oltre al foro della freccia conficcata sotto il seno destro.

    La scultura è acefala e mancante di buona parte del braccio destro. La base è scheggiata e gravemente consunta. Del fratello che la sosteneva resta sola la mano sinistra sulla spalla sinistra della figura.

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    Niobe e i suoi figli allo specchio. I Niobidi delle Villæ.

    Niobide variante del cosiddetto Secondo Figlio del gruppo degli Uffizi

    Seconda metà I secolo a.C.
    Marmo di Afrodisia
    h. (con base) cm 182; base dim. max. cm 70x90
    Provenienza: da scavo in località Muri dei Francesi, Ciampino (Roma), 2012
    Tivoli, Istituto Villa Adriana e Villa d’Este, Santuario di Ercole Vincitore, inv. n. 153203

     

    La scultura rinvenuta a Ciampino si richiama al prototipo statuario del cosiddetto “secondo figlio”, testimoniatoci sia da una replica proveniente da Vigna Tommasini (inv. 304), sia da una seconda copia già presente nelle collezioni medicee (inv. MAF 13864). Alcune sostanziali differenze, come l’impostazione della testa e la disposizione del manto sulle spalle e sul braccio sinistro, inducono a riconoscere nel marmo da Ciampino una variante del modello conosciuto dalle due sculture fiorentine.

    Per quanto concerne lo stato di conservazione, la scultura manca di buona parte del braccio destro, della gamba destra e del piede sinistro. La parte inferiore della gamba sinistra riassemblata. La base è mancante.

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    Niobe e i suoi figli allo specchio. I Niobidi delle Villæ.

    Niobide in atto di salire su una roccia, variante della cd. Figura diagonale del gruppo degli Uffizi

    Seconda metà I secolo a.C.
    Marmo di Afrodisia
    h. (con base) cm 200. Base dim. max. cm 86x40
    Provenienza: da scavo in località Muri dei Francesi, Ciampino (Roma), 2012
    Tivoli, Istituto Villa Adriana e Villa d’Este, Santuario di Ercole Vincitore, inv. n. 153206

     

    Il marmo da Ciampino ripropone, con alcune varianti, il tipo del “Niobide in atto di salire su una roccia” o “terzo figlio”, attestato a Firenze da due repliche. Una (inv. 306) rinvenuta a Vigna Tommasini e una seconda (inv. 291), già presente nelle raccolte granducali. La testa della statua oggi a Tivoli è stata riposizionata proprio seguendo il modello delle due copie fiorentine.

    La statua manca del braccio destro e della mano sinistra. La testa è stata ricollocata con integrazione solo funzionale del collo a mezzo di un sostegno tubolare.

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    Niobe e i suoi figli allo specchio. I Niobidi delle Villæ.

    Gruppo con Niobide riverso, sostenuto da un fratello

    Seconda metà I secolo a.C.
    Marmo di Afrodisia
    max. cm 95x50
    Provenienza: da scavo in località Muri dei Francesi, Ciampino (Roma), 2012
    Tivoli, Istituto Villa Adriana e Villa d’Este, Santuario di Ercole Vincitore, inv. n. 153201

     

    La ricostruzione dello schema iconografico di questo gruppo, che costituisce un’assoluta novità nell’ambito dei Niobidi riconducibili al gruppo degli Uffizi, è stata quasi immediata, mentre la sua ricomposizione ha richiesto lunga riflessione e una sapiente opera di restauro: si tratta di un fanciullo morente, riverso, in posizione supina, colpito da una freccia alla base del collo, con il corpo flesso sulla gamba piegata del fratello. Della figura di quest’ultimo rimangono solo il ginocchio puntato dietro la schiena e le due mani, l’una dietro la testa del fanciullo, l’altra sotto una sua spalla.

    Per quanto riguarda lo stato di conservazione, la scultura manca della gran parte delle braccia e della gamba sinistra, nonché della gamba destra dal ginocchio compreso. L'opera è riassemblata da tre grandi frammenti.

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    Niobe e i suoi figli allo specchio. I Niobidi delle Villæ.

    Testa di Niobide giacente

    Seconda metà I secolo a.C.
    Marmo di Afrodisia
    h. cm 23
    Provenienza: da scavo in località Muri dei Francesi, Ciampino (Roma), 2012
    Tivoli, Istituto Villa Adriana e Villa d’Este, Santuario di Ercole Vincitore, inv. n. 153207

    A differenza del gruppo dei Niobidi oggi agli Uffizi, che presenta nell’attitudine di figura distesa un figlio maschio, il gruppo di Ciampino doveva presentare almeno una figura femminile giacente, similmente a quanto è attestato anche per il gruppo in marmo colorato rinvenuto nel cosiddetto Giardino-Stadio di Villa Adriana.

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    Niobe e i suoi figli allo specchio. I Niobidi delle Villae.

    Testa di Niobe

    Seconda metà I secolo a.C. 
    Marmo di Afrodisia
    h. cm. 34, maggiore del vero
    Provenienza: da scavo in località Muri dei Francesi, Ciampino (Roma), 2012
    Tivoli, Istituto Villa Adriana e Villa d’Este, Santuario di Ercole Vincitore, inv. n. 153210

     

    Questa testa di donna, maggiore del vero, apparteneva ad una statua alta oltre due metri e non poteva che raffigurare Niobe. Le proporzioni del gruppo al quale apparteneva questo frammento ci sono restituire dalla replica fiorentina, che, insieme ad una seconda copia rinvenuta nella Villa dei Quintili sulla via Appia, costituiscono le riproduzioni meglio conservate che ci siano giunte di questa spettacolare scultura.

    Per quanto concerne lo stato di conservazione, la statua è realizzata in un unico blocco di marmo con la testa, fratturata poco sotto il mento. Le dimensioni consentono di ipotizzare che appartenesse a una scultura dell’altezza complessiva di circa 2 metri.

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    Bibliografia

    Niobidi fiorentini

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    Niobidi delle VILLÆ 

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    BETORI A., La fase augustea nelle Ville del territorio di Ciampino (Roma) da vecchi e nuovi scavi, in G. Ghini, A. Russo, Z. Mari (a cura di), Lazio e Sabina XI, atti del convegno “Undicesimo Incontro di Studi sul Lazio e la Sabina” (Roma, 4-6 giugno 2014), Roma 2016, pp. 35-44.

    BETORI A., I Niobidi dalla villa dei Valerii in località Muri dei Francesi, Ciampino (RM), in C. Capaldi, C. Gasparri (a cura di), Complessi monumentali e arredo scultoreo nella Regio I Latium et Campania: nuove scoperte e proposte di lettura in contesto. Atti del Convegno internazionale, Napoli, 5 e 6 dicembre 2013 (Quaderni del Centro di Studi sulla Magna Grecia, 24), Naus, Napoli 2017, pp. 25-34.

    BETORI A., Occupazione del territorio e assetti proprietari tra la prima e la media metà imperiale: le proprietà intorno alla villa imperiale di Tor Messer Paoli, in A. L. Fischetti, Attema P. A. J. (a cura di), Alle pendici dei Colli Albani: dinamiche insediative e cultura materiale (Groningen archaeological studies 35), Groningen 2019, pp. 223-230

    BETORI A., Il complesso scultoreo dei Niobidi dalla villa dei Muri dei Francesi a Ciampino, in Il mito di Niobe, Catalogo della Mostra, a cura di A. Bruciati - M. Angle, Cinisello Balsamo 2019, pp. 110-114.

    BETORI A., Gruppo dei Niobidi dalla villa cd. dei Valerii Messallae, in Il mito di Niobe, catalogo della mostra, a cura di A. Bruciati - M. Angle, Cinisello Balsamo 2019, pp. 219-223, nn. 14-22.

    BETORI A. - D'ALESSANDRO L., Gruppo dei Niobidi dalla Villa cd. dei Valerii Messallae, in Ecce homo. L'incontro fra il divino e l'umano per una diversa antropologia, Catalogo della Mostra, a cura di A. Bruciati, Roma 2022, pp. 204-205, n. 65.

    BRUCIATI A. -  ANGLE M., Il mito di Niobe, catalogo della mostra, a cura di A. Bruciati- M. Angle, Cinisello Balsamo 2019.

    BRUCIATI A., Varius, multiplex, multiformis: il mito di Niobe nelle ville tiburtine, a cura di A. Bruciati, Cinisello Balsamo, in corso di stampa

    CALANDRA E., I Niobidi, un mito del lealismo augusteo, in Ovidio. Amori, miti e altre storie, Catalogo della mostra di Roma, a cura di F. Ghedini con V. Farinella, G. Salvo, F. Toniolo, F. Zalabra, Arte'm - L'Erma di Bretschneider, Roma 2018, pp. 85-87.

    CALANDRA E., Un mito in cerca di rappresentazioni: Niobe e i suoi figli a Ciampino, in A. Bruciati - M. Angle (a cura di), Il mito di Niobe, Catalogo della Mostra, Cinisello Balsamo 2019, pp. 116-121.

    CALANDRA E., Niobe, un mito del lealismo augusteo  in “Eidola” 16, 2019, pp. 9-32.

    CALANDRA E., BETORI A., LUPI A., Niobides en marbre dans la VILLÆ attribuée à Valerius Messalla Corvinus à Ciampino, Rome, in “Comptes Rendus de l’Académie des Inscriptions et Belles Lettres”, 1, 2015, pp. 491-521.

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    Indice

    Niobe e i suoi figli allo specchio

    Ipervisione organizzata in collaborazione dalle Gallerie degli Uffizi e l'Istituto Villa Adriana e Villa d’Este

    Indice dei contenuti
    1. 1. Niobe e i suoi figli allo specchio. I Niobidi fiorentini.
    2. 2. Niobe e i suoi figli allo specchio. I Niobidi fiorentini.
    3. 3. Niobe e i suoi figli allo specchio. I Niobidi fiorentini.
    4. 4. Niobe e i suoi figli allo specchio. I Niobidi fiorentini.
    5. 5. Niobe e i suoi figli allo specchio. I Niobidi fiorentini.
    6. 6. Niobe e i suoi figli allo specchio. I Niobidi fiorentini.
    7. 7. Niobe e i suoi figli allo specchio. I Niobidi fiorentini.
    8. 8. Niobe e i suoi figli allo specchio. I Niobidi fiorentini.
    9. 9. Niobe e i suoi figli allo specchio. I Niobidi delle Villæ.
    10. 10. Niobe e i suoi figli allo specchio. I Niobidi delle Villæ.
    11. 11. Niobe e i suoi figli allo specchio. I Niobidi delle Villæ.
    12. 12. Niobe e i suoi figli allo specchio. I Niobidi delle Villæ.
    13. 13. Niobe e i suoi figli allo specchio. I Niobidi delle Villæ.
    14. 14. Niobe e i suoi figli allo specchio. I Niobidi delle Villæ.
    15. 15. Niobe e i suoi figli allo specchio. I Niobidi delle Villæ.
    16. 16. Niobe e i suoi figli allo specchio. I Niobidi delle Villæ.
    17. 17. Niobe e i suoi figli allo specchio. I Niobidi delle Villæ.
    18. 18. Niobe e i suoi figli allo specchio. I Niobidi delle Villae.
    19. 19. Bibliografia
    20. 20. Indice

Niobe e i suoi figli allo specchio

Il complesso scultoreo delle Villæ di Tivoli agli Uffizi
logo Gallerie degli Uffizi

L'Ipervisione nasce a corredo della mostra

Niobe e i suoi figli allo specchio. Il complesso scultoreo delle Villæ di Tivoli agli Uffizi
Gli Uffizi, Sala della Niobe, 14 novembre 2022 - 12 marzo 2023

organizzata dalle Gallerie degli Uffizi e Villa Adriana e Villa d’Este, con lo scopo di creare un dialogo visivo tra i due più rappresentativi gruppi scultorei antichi dedicati al mito di Niobe.

Credits

Coordinamento scientifico: Fabrizio Paolucci (Le Gallerie degli Uffizi)

Coordinamento organizzativo: Francesca Sborgi, Patrizia Naldini (Le Gallerie degli Uffizi)

Testi: Fabrizio Paolucci (Le Gallerie degli Uffizi); Lucilla D’Alessandro, Elena Rosangela Dellù (Villa Adriana e Villa d'Este)  

Revisione testi: Patrizia Naldini 
Editing web: Andrea Biotti

Crediti fotografici: Roberto Palermo (foto slide nn. 7, 19, 20); Quirino Berti (foto opere Villa Adriana e Villa d'Este​)
Traduzioni: Way2Global s.r.l.

Data di pubblicazione: Novembre 2022

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