Pio Fedi
Nello con la Pia
1861
marmo, cm 84
Gallerie degli Uffizi, Palazzo Pitti, Appartamenti Imperiali e Reali
inv. Oggetti d'arte Pitti 1911 n. 725
Intanto il suo signor con bassa testa
Di qua, di là, di su, di giù va ratto;
Or si batte la fronte, ed or si arresta,
e fissa gli occhi e par di pietra fatto,
com’uom non uso al fallo, e che si appresta
meditato a compir nuovo misfatto.
Ma ormai la notte il sol nel manto ascoso,
ciascun, tranne costui, chiama al riposo.
A mensa ei siede muto e turbolento;
stagli incontro la donna, e fissa i rai
più che nei cibi in lui, ché il turbamento
mal celato ne ha scorto; e poi che assai
stette in silenzio, grazioso accento
movendo, gli dicea: - Sposo, che hai? –
Nulla, ei rispose, ed un amaro riso
Chiamò sul labbro, e non fé lieto il viso.
Ma poi che il castellan la mensa tolse
e restar soli nella chiusa stanza,
le bianche braccia al collo ella gli avvolse
siccome avea di far sovente usanza:
poi nelle mani sue la man gli accolse,
e con ingenua e tenera sembianza
la strinse e ne sperò bel cambio invano;
qual di persona morta era la mano.
Bartolomeo Sestini, Pia de’ Tolomei, 1822
Pio Fedi rappresenta il momento in cui Pia, con fare premuroso, chiede al marito il motivo del suo umore ombroso. L'attenzione ai dettagli di costume veniva allo scultore da un attento studio dell'arte del passato, più volte presa a modello e reinterpretata con una dedizione speciale alla naturalezza dei gesti e alla efficacia delle espressioni, come per un'accuratezza nel modellato che rimanda alla sua formazione accademica. L'attenzione al dato naturale diventa infatti qui fedele rappresentazione dello spirito della scena, nelle sue sfumature psicologiche più sottili.
Già nel 1846 il granduca Leopoldo II aveva commissionato a Pio Fedi un gruppo raffigurante Nello della Pietra e Pia de' Tolomei: l'opera piacque molto e il Granduca ne chiese una versione più piccola in marmo. Il soggetto ebbe quindi molta fortuna e fu replicato in numerose edizioni e varianti. Il piccolo gruppo che si conserva agli Appartamenti Reali fu presentato nel 1861 all'Esposizione italiana di Firenze e venne acquistato dal re d'Italia “per la sua particolare galleria”, gli appartamenti privati di Vittorio Emanuele II alla Palazzina della Meridiana di Palazzo Pitti. Nel 1865, anno delle celebrazioni dantesche, Firenze diveniva Capitale d'Italia, ma già da un paio di decenni Dante era tra le glorie patrie che venivano celebrate come esempio di virtù e alto ingegno, salda radice dell'identità nazionale in epoca risorgimentale.