Per celebrare il secondo anniversario della morte di Antonio Canova, la mostra - organizzata e promossa dalla Fondazione Ivan Bruschi insieme con Intesa Sanpaolo - afferma il trionfo del Neoclassicismo proprio negli anni in cui il pittore aretino Pietro Benvenuti diventa uno dei protagonisti della scena internazionale, anche grazie alla rete di istituzioni accademiche da lui presidiata e alle relazioni dirette avute con importanti personaggi. Sono esposte opere dalla sua formazione agli anni del successo accademico e della sua investitura a ‘pittore imperiale’, ricercato da illustri committenti.
Per il Duomo di Arezzo Benvenuti dipinge, nel 1794, il Martirio di San Donato e, nel 1803, una monumentale Giuditta che mostra la testa di Oloferne al popolo di Betulia, magistrale debutto nel genere della pittura di storia che avrà̀ un seguito ne La morte di Priamo, eseguito nel 1811 per il principe Corsini, e nei fasti napoleonici celebrati nelle grandi tele con Elisa Baciocchi fra gli artisti (1813) e Il giuramento dei Sassoni a Napoleone (1812).
Grazie a prestiti pubblici e privati – tra cui alcune opere provenienti dalle Gallerie degli Uffizi - la mostra segue attraverso bozzetti e disegni preparatori la vicenda di quelle importanti imprese, illustrando la carriera di Benvenuti dagli anni del successo accademico a quelli degli eleganti ritratti, dei quali è presente in mostra una selezione significativa.
Benvenuti mantiene il proprio prestigio anche dopo il ritorno del granduca lorenese, per il quale allestirà̀ i monumentali cicli pittorici della Sala d’Ercole in Palazzo Pitti (1817-1829) e del soffitto della Cappella dei Principi (1828-1830), opere di notevole impegno – anche queste documentati in mostra da disegni e bozzetti preparatori - che dimostrano l’evoluzione dello stile dell’artista verso un classicismo in cui si notano suggestioni naturalistiche, che preannunciano la cultura romantica.