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Ratto d’Europa

Anton Grassi o Josef Dangel e Manifattura Imperiale di porcellane, Vienna

Data
1785-1790 c.
Collocazione
Museo delle porcellane
Tecnica
Biscuit
Dimensioni
35 cm (altezza)
Inventario
Argenti con estimo 1911 n. 639
Iscrizioni

Marca

Scudo blu sotto vernice, timbro numerale dell’anno 1786 impresso e “F” del modellatore Josef Dangel impressa

Il gruppo riproduce la scena tratta dalle Metamorfosi di Ovidio (libro II, 846-875), dove Giove ammaliato dalla bellezza di Europa decise di rapirla acquisendo le sembianze di un toro e confondendosi con le altre bestie che la giovane stava accudendo. Attratta dalla mansuetudine dimostratale dall’animale si convinse a montarle sul dorso, ma questi la sottrasse alle altre compagne, riprodotte anche nel centrotavola, per condurla nella lontana isola di Creta.

Il nostro esemplare e altri conservati al Museo delle porcellane erano destinati alle stoviglierie da dessert acquistate dal granduca Pietro Leopoldo e databili tra il 1765 e il 1775 ( inv. Argenti con estimo 1911 nn. 710-726, 143-144, 151-152, 160, 166, 217, 639, 644). Essi sono stati eseguiti su invenzione dello scultore Anton Grassi durante la direzione della Manifattura Imperiale di Vienna da parte di Conrad von Sorgenthal (1784-1805). Il Grassi nel 1784 acquisì la carica di maestro modellatore della fabbrica e tra il 1792 e il 1794 compì un viaggio di studio a Firenze, dove copiò alcune opere conservate nelle collezioni granducali, ma fu a Roma e a Napoli che si istruì sulla statuaria antica, dalla quale prese ispirazione per le sue composizioni, unitamente all’influenza della Manifattura di Sèvres, che peraltro fu la prima ad introdurre la lavorazione del biscuit. Tuttavia, la presenza sul gruppo qui presentato della lettera “F” alludente al modellatore Josef Dangel, porta a ipotizzare si tratti di un’invenzione di quest’ultimo.

La tendenza di accompagnare in particolari celebrazioni l’apparecchiatura della tavola con imponenti gruppi scultorei raffiguranti soggetti religiosi o tratti dalla mitologia era in uso anche prima del Settecento, si pensi al banchetto di nozze di Maria de’ Medici con il re Enrico IV di Francia, che tra le altre decorazioni esibiva le Fatiche di Ercole realizzate in argento dal Giambologna.

Testo di
Rita Balleri
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