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Fontana del Carciofo

Giovan Francesco Susini (1585 c. – 1653) e collaboratori

Data
1639 – 1642
Restauri
2013 e 2016-17

La Fontana del Carciofo, iniziata nel 1639 e posta in opera fra il 1641 e il 1642, fu realizzata dallo scultore fiorentino Giovan Francesco Susini e aiuti, nell’ambito dei lavori per il Giardino di Boboli voluti dal Granduca Ferdinando II. Collocata sulla terrazza al livello del piano nobile del Palazzo, costituisce il coronamento del lato del Cortile opposto alla facciata che, limitato in altezza ad un solo piano e aperto al centro dalla Grotta del Mosè, dialoga direttamente con il Giardino. Sostituì la Fontana di Giunone di Bartolomeo Ammannati, e fu realizzata assemblando elementi scultorei provenienti da altri complessi presenti nel Giardino. La Fontana rappresenta sia un tardo omaggio al Manierismo scultoreo fiorentino che un raro e suggestivo esempio locale di moderata adesione alla corrente barocca. Su una gradinata in pietra serena è appoggiata la grande vasca ottagonale, rivestita in pietraforte e con elementi angolari in marmo bianco; al centro si innalza una fontana a candelabra il cui fusto in marmo, ornato da festoni bronzei, è composto da figure sovrapposte di tritoni e nereidi che reggono due grandi tazze circolari in granito grigio e marmo mischio. In origine, alla sommità vi era un giglio in bronzo, oggi perduto, da cui fuoriusciva l’acqua e che dà il nome all’intera composizione. Ad ogni angolo della vasca ottagonale ed al suo interno, sono disposti una serie di Amorini in marmo bianco che, seduti su dadi e conchiglie o a cavallo di cigni e tartarughe, lottano a distanza, armati di archi, frecce e faretre. Queste gruppi scultorei, realizzati fra il 1621 e il 1622, facevano parte del Bagno di Venere posizionato all’interno della Vasca dell’Isola, poi sostituito dalla Fontana dell’Oceano di Giambologna già al centro dell’Anfiteatro. Sul lato rivolto verso il Cortile, la Fontana presenta una serie di tre piccole vasche sovrapposte a conchiglia con volute laterali, con ai lati le sculture di un satiro e di una ninfa con in mano un delfino e un pesce che spruzzano acqua dalla bocca. Ancora, due vasche a conchiglia ai fianchi della gradinata e altre conchiglie in marmo bianco sono posizionate sul pavimento della terrazza. Un cartiglio marmoreo sul lato verso il Giardino celebra l’arrivo dell’Acqua Ferdinanda in Boboli.

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