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Adorazione dei Magi

Luca Giordano (Napoli 1634 - ivi 1705)

Data
1683-1685 c.
Tecnica
Olio su tela
Dimensioni
190 × 122.5 cm
Inventario
Inv. Poggio Imperiale n. 155

Il quadro risale al periodo compreso tra i due soggiorni fiorentini del pittore (1682-83 e 1685-86), periodo in cui egli aveva fatto ritorno a Napoli. Le grandi dimensioni e il formato verticale dell’opera sono dovuti alla sua originaria collocazione: il dipinto, infatti, era stato inizialmente concepito per ornare l’altare che il committente, ossia il viceré di Napoli, settimo marchese del Carpio, si era fatto costruire all’interno della cappella di famiglia, nella città partenopea. In seguito, la tela fu acquistata per le collezioni medicee dal granduca Cosimo III.

Al centro della scena spiccano la Madonna col Bambino e, alle spalle, San Giuseppe. Come vuole la tradizione, egli ha le sembianze di un uomo barbuto e ormai anziano, mentre Maria appare giovanissima, quasi adolescente. Attorno a loro, si riuniscono i tre Magi, che, abbigliati con vesti sontuose, offrono a Cristo i loro doni.

Sullo sfondo di un cielo illuminato da un bagliore dorato, si staglia un corteo di angioletti, che emergono da un vaporoso turbinio di nuvole.

La composizione è costruita secondo un andamento ascensionale, che ha lo scopo di coinvolgere l’osservatore e di conferire all’opera un forte movimento ed un effetto scenografico e teatrale.

L’interesse dell’artista per la pittura veneta del Cinquecento si esprime nella calda e solare luminosità che avvolge l’intera scena e nella ricchezza cromatica dei tessuti, accesi da brillanti riflessi di luce.

In primo piano, conversando tra di loro, assistono all’evento sacro due servitori, vestiti secondo la moda del tempo: quello di destra è un moretto, mentre quello di sinistra è un nano, personaggi ricorrenti nelle corti europee dell’epoca. Con queste due figure, Giordano inserisce nel dipinto uno spaccato della vita quotidiana di allora.

Il Re Magio Gaspare, colto di profilo di fronte alla Vergine, presenta un volto dai tratti fisionomici molto caratterizzati: è probabile che sia un ritratto, verosimilmente del committente, il cui nome era appunto Gaspar.

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