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Adorazione dei Magi

Domenico Ghirlandaio (Firenze 1449 - 1494)

Data
1487
Collezione
Pittura
Collocazione
A13. Hugo van der Goes
Tecnica
Tempera su tavola
Dimensioni
171,5 cm (diametro)
Inventario
1890 n. 1619

L’omaggio dei re magi al Salvatore venuto al mondo è ambientato in un paesaggio dominato dalle rovine di un edificio antico, entro cui sorge la capanna dove Gesù è nato; si tratta di una scenografia ricorrente nella raffigurazione della Natività e dell’Adorazione del Bambino, che allude alla nascita del Cristianesimo e al crollo della religione pagana. I fregi decorativi del porticato sono ispirati all’arte romana antica, che Domenico Ghirlandaio ebbe modo di ammirare nel corso dei suoi viaggi a Roma, dove fra l’altro lavorò alla decorazione della cappella Sistina nella basilica di San Pietro.

La Vergine e il Bambino costituiscono il fulcro della composizione, davanti ai quali si inginocchiano i magi, riconoscibili per le corone che hanno deposto ai piedi del Salvatore. Un servitore, la cui pelle scura sottintende la provenienza dal lontano oriente dei tre re e del loro numeroso seguito, toglie il diadema dalla testa del più giovane dei magi. La folla si dispone in un grande semicerchio che echeggia la forma circolare della tavola, caratteristica di una tipologia di dipinti realizzati per devozione privata e destinati alle dimore dei ceti più abbienti, spesso in occasione di matrimoni o nascite. Le imponenti dimensioni di quest’opera indicano che dovette trattarsi di una commissione illustre: si tende riconoscervi il ‘tondo’ con l’Adorazione dei Magi descritto in un inventario del 1498 nel Palazzo Tornabuoni a Firenze, nella camera di Lorenzo Tornabuoni (1468-1497). Il tema della Natività e la data MCCCCLXXXVII iscritta sul blocco di marmo raffigurato in primo piano, fanno pensare che il dipinto possa essere stato eseguito in occasione della nascita di Giovanni Tornabuoni, figlio primogenito di Lorenzo Tornabuoni e Giovanna degli Albizi, nato nel 1487. Il ritratto del capofamiglia Lorenzo potrebbe essere riconoscibile nell’uomo dai lunghi capelli neri inginocchiato a destra.

Come nelle pitture murali, anche nella dimensione più contenuta dei dipinti su tavola Ghirlandaio mantiene la capacità di orchestrare scene complesse e affollate, arricchite dai dettagli dei costumi, da numerosi ritratti, da brani naturalistici resi con straordinaria verosimiglianza grazie alla lezione appresa dalla pittura fiamminga. In primo piano, insieme al blocco di marmo iscritto con la data, formano quasi una natura morta il sacco di tela, la borraccia da viandante e la custodia per gli occhiali, tutti oggetti da viaggio.

 

Fabbriche di Storie

 

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Testo di
Daniela Parenti
Ipervisioni
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