Caccia del Persiano (inv. 1890 n. 5036)
In mezzo al primo piano, il paggio africano in piedi, che indossa due orecchini di perle bianche, volge il capo per spingere in giro lo sguardo dello spettatore finché questo non raggiunge un cortigiano che, sotto gli occhi del suo ghepardo ammaestrato, è intento a conversare con una donna. L’inserimento di un personaggio nero tra le schiere cortesi e simili immagini di ghepardi da caccia, fungevano da cifra emblematica dei Medici già dall’epoca in cui Benozzo Gozzoli realizzò il Corteo dei Magi nella Cappella loro intitolata, ovvero dalla prima occasione offerta al loro casato per associare il proprio nome alle virtù della Persia antica [7]. Le tinte squillanti che spiccano sui costumi dei cavalieri, il giallo delle sete e le tonalità dell’oro che danno risalto ai giubbetti di velluto in un tripudio di copricapi piumati, richiamano la descrizione delle finte battaglie disputate nel 1616 sullo sfondo festivo della “Guerra d’Amore”. A imprimere alla scena toni faceti e caricaturali intervengono poi altri tocchi, come il nano, che il mondo artistico e conviviale mediceo vuole nudo, ma qui compare in abiti regali, o la contraffazione calligrafica indosso agli elefanti.
Mahnaz Yousefzadeh
Note
[1] Guardaroba Medici 373, c. 177 Cat. Dipinto n. 77. Le opere furono presentate, rispettivamente, sotto il titolo di Cacciatori Orientali nell’ambito della mostra allestita nel 2004 presso il Sakip Sabanki Museum di Istanbul e come Cacciatori Persiani contestualmente a quella di Palazzo Pitti del 2007.
[2] Nel 1619, Cosimo II fu dedicatario, da parte di Giovanni Battista Vecchietti, di sonetti che ritraggono espressamente il Granduca e la sua Dama in versi che si vogliono ispirati all’uso dei poeti di Persia, attivi presso le corti principesche di quella nazione. In quello stesso 1619, una nuova accademia sorta a Firenze prevede di eleggere a proprio emblema un’iscrizione calligrafica persiana. Cfr. Yousefzadeh, “Exile and Writing Between Florence and Persianate Worlds”, I Tatti Studies, settembre 2021.
[3] Angelica Groom, Exotic Animals in the Art and Culture of the Medici Court in Florence, Brill, 2018. Marco Massetti, “New World and other Exotic Animals in the Italian Renaissance: The Menageries of Lorenzo il Magnifico and his son, Pope Leo X” (Brill, 2018). Angelica Broom, 2018.
[4] Yousefzadeh, “Sea of Oman: Ferdinand I, G.B. Vecchietti and the Armour of Shah Abbas of Persia”, Rivista Degli Studi Orientali, 2018.
[5] Per una descrizione delle nozze di Francesco I nel 1578, cfr. Mahnaz Yousefzadeh, “The Burrato of the Bargello” in Toscano and Ampkaedts., ReSignifacation, 2017. Nel quadro della tradizionale Battaglia del Ponte inscenata nel 1608 per celebrare le nozze di Cosimo II, un personaggio che incarnava lo Scià Abbās di Persia (annunciato solennemente, expressis verbis, col titolo di monarca dell’Oriente e vero erede e successore di Ciro) fa segno al proprio esercito tanto utile a corte che sul fronte, suggellando l’alleanza col Granduca. Descrizione delle feste fatte nelle reali nozze de' Serenissimi principi di Toscana d. Cosimo de' Medici, e Maria Maddalena arciduchessa d'Austria (1608)
[6] Angelica Groom, Exotic Animals in the Art and Culture of the Medici Court in Florence, Brill, 2018.
[7] Richard Trexler, Journey of the Magi, Princeton University Press, 1997.