Adorazione dei Magi
1683-1685 c.
Olio su tela, 190 × 122.5 cm
Gallerie degli Uffizi, Galleria Palatina di Palazzo Pitti
Inv. Poggio Imperiale n. 155
Il quadro risale al periodo compreso tra i due soggiorni fiorentini del pittore (1682-83 e 1685-86), periodo in cui egli aveva fatto ritorno a Napoli.
Le grandi dimensioni e il formato verticale dell’opera sono dovuti alla sua originaria collocazione: il dipinto, infatti, era stato inizialmente concepito per ornare l’altare che il committente, ossia il viceré di Napoli, settimo marchese del Carpio, si era fatto costruire all’interno della cappella di famiglia, nella città partenopea. In seguito, la tela fu acquistata per le collezioni medicee dal granduca Cosimo III.
Al centro della scena spiccano la Madonna col Bambino e, alle spalle, San Giuseppe. Come vuole la tradizione, egli ha le sembianze di un uomo barbuto e ormai anziano, mentre Maria appare giovanissima, quasi adolescente. Attorno a loro, si riuniscono i tre Magi, che, abbigliati con vesti sontuose, offrono a Cristo i loro doni.
Sullo sfondo di un cielo illuminato da un bagliore dorato, si staglia un corteo di angioletti, che emergono da un vaporoso turbinio di nuvole.
La composizione è costruita secondo un andamento ascensionale, che ha lo scopo di coinvolgere l’osservatore e di conferire all’opera un forte movimento ed un effetto scenografico e teatrale.
L’interesse dell’artista per la pittura veneta del Cinquecento si esprime nella calda e solare luminosità che avvolge l’intera scena e nella ricchezza cromatica dei tessuti, accesi da brillanti riflessi di luce.