Caricamento in corso di: La virtualità scenica di un dipinto: "Perseo libera Andromeda" di Piero di Cosimo
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Il mito di Perseo e Andromeda
Perseo lascia il monte Atlante
Il volo di Perseo verso l'Etiopia
Perseo scorge Andromeda offerta in sacrificio ad un mostro marino
Le parole di Perseo ad Andromeda
L'apparizione del mostro marino
Cefeo, Fineo e Cassiopea assistono inermi al sacrificio
Perseo affronta il mostro
Perseo libera Andromeda e la conduce in sposa
I festeggiamenti con splendidi strumenti musicali del Rinascimento
Perseo innalza are agli dei
Le alghe si trasformano in corallo
Il dipinto nelle collezioni medicee
Le allusioni alla famiglia Medici
Perseo e la simbologia medicea
Il giudizio di Vasari

La virtualità scenica di un dipinto: "Perseo libera Andromeda" di Piero di Cosimo

Un capolavoro del Rinascimento fiorentino interpreta il mito narrato da Ovidio nel IV Libro delle "Metamorfosi"

Questo splendido dipinto di Piero di Cosimo (Firenze, 1462 - 1522) fu realizzato tra il 1510 e il 1515 circa. Pur nelle sue ridotte dimensioni (1230x700 mm) dimostra una sorprendente attenzione lenticolare alla resa del dettaglio che vale la pena indagare da vicino con i moderni ausili della tecnologia digitale: una visione privilegiata che sicuramente meraviglierà l'osservatore per l'accuratezza dei raffinatissimi particolari, quasi impercettibili ad occhio nudo.

Il dipinto si contraddistingue anche per l'affascinante virtualità scenica dell'episodio narrato: il riferimento è al mito di Perseo e Andromeda raccontato dal poeta latino Ovidio, un modello stilistico per tutti i grandi scrittori, drammaturghi e artisti del Rinascimento italiano ed europeo in generale. In quel monumento letterario che sono le Metamorfosi, Ovidio ci ha lasciato un capolavoro di scrittura che nella metrica, nel fraseggio, nella struttura e nell'andamento ricalca quasi "mimeticamente" il senso letterale della "metamorfosi", della trasformazione, del tempo che trasmuta ogni forma in un'altra all'infinito, in un incessante moto: qui, nel dipinto di Piero di Cosimo, la stessa "virtualità scenica" della narrazione ovidiana che gioca a rappresentare il reale, è esemplificata in una raffigurazione sincronica e circolare dell'episodio, in cui i diversi momenti, che nel testo sono disposti in un ordine temporale, vengono dinamicamente iconizzati tutti in un'unica sequenza visiva che rende perfettamente quel senso di trasmutazione continua dell'essere che è alla base del poema ovidiano. 

Simbologie, riferimenti e sottili allusioni alla storia dei Medici e la cultura contemporanea a Piero di Cosimo completano il quadro, secondo quella tipica modalità di reinterpretazione e attualizzazione delle fonti classiche che è alla base dell'episteme umanistica e rinascimentale.

 

Realizzazione a cura del Dipartimento di Informatica, Strategie Digitali e Promozione Culturale

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