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Mostre | Dal 18/12/2015 al 30/01/2016

La città di Ercole. Mitologia e politica

La città di Ercole. Mitologia e politica

La sala delle Reali Poste degli Uffizi ospita il quindicesimo appuntamento della serie espositiva “I mai visti” proponendo all’attenzione del visitatore ben 51 opere raffiguranti la storia e l’identità del famoso eroe e semidio della mitologia greca.

L’eroe mitologico è l’incontrastato protagonista della mostra, qui celebrato per la sua forza straordinaria e per le sue gesta incredibili.
La parte centrale dell’esposizione affronta i temi delle fatiche, illustrati da incisioni, dipinti e altri oggetti d’arte, per poi illustrare temi iconografici specifici: il tema del bivio fra il Vizio e la Virtù; l’eroe come oggetto di studio e documentazione da parte dell’antiquaria; la curiosa iconografia dell’Ercole gallico; il difensore delle muse, che protegge le arti dall’Avarizia dei mecenati.
Infine, a documentare l’aspetto più umano e più fragile di questo grande protagonista dell’immaginario eroico dell’umanità, il momento della satira, quando la regina di Lidia, Onfale, lo obbliga a svolgere lavori domestici, appropriandosi della sua leontè (la pelle del leone, conquista della sua prima fatica) e della clava.
Infatti, non esiste un mito che esponga sistematicamente la storia di Ercole; ciò che emerge dalle opere degli scrittori antichi è il profilo di un personaggio complesso, dotato di forza e virtù eroiche che scaturiscono dalla sua origine divina, insieme ad aspetti umani, come la sua sensibilità verso l’amore, che si dimostra la sua più grande fragilità. Ma con le sue fatiche, l’umanità riconosce ad Ercole la sua opera benefica, fino ad immedesimarlo con la personificazione stessa della virtù.
Risulta quindi chiaro il motivo per cui la figura di Ercole nel Rinascimento era il simbolo della Repubblica di Firenze e dei suoi ideali politici.

Difatti, in segno di continuità con il passato della città, e con la tradizione della ritrattistica antica, nella prima parte del suo regno Cosimo de’ Medici, attento calcolatore dei più opportuni simboli propagandistici, assunse l’eroe come modello di virtù ducale includendolo nella decorazione encomiastica di palazzi, piazze e dello stesso sigillo del duca, anch’esso qui esposto.

La mostra, come il catalogo edito da Pendragon, è a cura di Wolfger Bulst, Francesca de Luca, Fabrizio Paolucci e Daniela Parenti, ed è promossa dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo con le Gallerie degli Uffizi.

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