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Eventi speciali | Dal 28/01/2019 al 30/01/2019

Gli Uffizi festeggiano l'anniversario del matrimonio dei coniugi Doni

Gli Uffizi festeggiano l'anniversario del matrimonio dei coniugi Doni

Festa dei Doni: un omaggio ai committenti del Tondo di Michelangelo.

Il 31 gennaio 1504 Agnolo Doni (1474-1539), ricco mercante di stoffe ed esponente di spicco dell’alta borghesia fiorentina, e l'aristocratica Maddalena Strozzi (1489-1540) celebrarono il loro matrimonio a Firenze. Gli Uffizi colgono l'occasione per festeggiare la celebre coppia, ritratta da Raffaello e committente della Sacra Famiglia di Michelangelo (Tondo Doni), offrendo a chi si presenterà in coppia il prossimo giovedì 31 gennaio la possibilità di entrare con un solo biglietto.

La giornata sarà animata da focus e approfondimenti in italiano e in inglese sui ritratti dei coniugi e sul Tondo Doni nella sala 41, senza bisogno di prenotazione, secondo i seguenti orari:

Mattina: ore 10 (italiano); ore 11 (inglese); ore 12 (italiano)

Pomeriggio: ore 14:30 (italiano); ore 15:15 (inglese); ore 16 (italiano)

 

Inoltre, alle ore 17, l'Auditorium Vasari ospiterà la conferenza della dottoressa Marzia Faietti dal titolo "Raffaello, i coniugi Doni e la febbre del ritratto al tempo dei Medici", con ingresso libero fino ad esaurimento posti!

"Il 31 gennaio del 1504 Agnolo Doni e Maddalena Strozzi si univano in matrimonio. Qualche tempo dopo, durante il suo soggiorno fiorentino, Raffaello li avrebbe ritratti in due dipinti, in origine uniti a formare, con ogni verosimiglianza, un dittico in cui dovevano essere visibili anche le scene raffigurate a monocromo sul verso di ogni tavola da un artista noto con il nome convenzionale di Maestro di Serumido. Desunte dalle Metamorfosi di Ovidio (in particolare, dalle storie di Deucalione e Pirra), le due scene, contemporanee alle effigi dovute a Raffaello, alludevano alla rinascita e alla fertilità sia sul piano della vita privata dei due giovani sposi, sia su un livello più ampio che, tramite il concetto di rigenerazione per mezzo dell’arte, ribadiva le inclinazioni personali del giovane Doni. Agnolo era, infatti, un collezionista di gemme e di antichità, ma anche un estimatore dell’arte contemporanea in quanto legato a Michelangelo (al quale commissionò il tondo destinato poi a essere conosciuto come Tondo Doni) e a Fra Bartolomeo. Espressione assai elevata di una prima maturità dell’artista urbinate, che coniuga memorie del Perugino insieme a richiami a Leonardo e a Fra Bartolomeo e alla conoscenza della pittura fiamminga, i due ritratti furono assicurati a Firenze quando, dopo diverse traversie, vennero acquistati nel 1826 dal Granduca di Toscana Leopoldo II di Lorena.

A Firenze, nel primo Cinquecento, non mancavano peraltro altri ritratti di gentildonne e gentiluomini di mano di Raffaello, che però in seguito sarebbero entrati solo in parte nelle collezioni medicee e lorenesi. A favorire la loro dispersione dovette concorrere la legge emanata da Ferdinando I iI 24 ottobre 1602, che, pur limitando l’esportazione dei dipinti, esentava da ogni vincolo i ritratti, assieme ai paesaggi e ai quadretti devozionali di ridotte dimensioni.

Eppure proprio l’interesse verso il genere ritrattistico accomunò diversi membri della famiglia medicea ed è su questa tematica che, nella seconda parte della conferenza, ci si soffermerà, con particolare riferimento ad alcuni casi significativi e a quella particolare declinazione del soggetto corrispondente all’autoritratto d’artista."

Marzia Faietti

 

 

 

 

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