Gli spiriti contemplanti: San Benedetto da Norcia
Il VII Cielo di Saturno è quello degli spiriti contemplanti, che in vita beneficiarono dell’influsso del pianeta che, secondo la tradizione medievale, agevola la contemplazione e la preghiera. In Paradiso si manifestano come sfere luminose che si muovono lungo una scala dorata che sale all’infinito e che simboleggia la contemplazione come strumento di ascesa verso Dio. La più luminosa è lo spirito di San Benedetto da Norcia, considerato il fondatore del monachesimo in Occidente, che nasce in stretta relazione alla Regola di Benedetto (“ora et labora”), tutta centrata sul rapporto fra il monaco e la vita della sua comunità. Nel suo girovagare nelle terre del Lazio, fondò infatti innumerevoli comunità religiose e monasteri, fra cui, da ultimo, quello, celebre, di Montecassino dove morì. Anche Benedetto, come Tommaso e Bonaventura, dopo aver illustrato a Dante gli episodi della sua vita, chiude la sua apparizione soffermandosi sulle degenerazioni e i vizi dei monaci appartenenti al suo ordine, colpevoli di aver deviato dallo spirito della sua Regola, abbandonandosi alla corruzione e alla sete di ricchezza.
“Se tu vedessi
com’ io la carità che tra noi arde,
li tuoi concetti sarebbero espressi.
Ma perché tu, aspettando, non tarde
a l’alto fine, io ti farò risposta
pur al pensier, da che sì ti riguarde.
Quel monte a cui Cassino è ne la costa
fu frequentato già in su la cima
da la gente ingannata e mal disposta;
e quel son io che sù vi portai prima
lo nome di colui che ’n terra addusse
la verità che tanto ci soblima;
e tanta grazia sopra me relusse,
ch’io ritrassi le ville circunstanti
da l’empio cólto che ’l mondo sedusse.
Questi altri fuochi tutti contemplanti
uomini fuoro, accesi di quel caldo
che fa nascere i fiori e ’ frutti santi.
Qui è Maccario, qui è Romoaldo,
qui son li frati miei che dentro ai chiostri
fermar li piedi e tennero il cor saldo.”
Paradiso, XXII, 31-51.
