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Gli spiriti sapienti: San Tommaso d'Aquino

Il IV Cielo del Paradiso è quello del Sole, simbolo di scienza e conoscenza fin dall’antichità, che per questa ragione accoglie gli spiriti sapienti che beneficiarono del suo influsso. Simili a luci splendenti, questi spiriti danzano e cantano attorno a Dante e Beatrice in due cerchi concentrici finché uno di loro si fa incontro al Poeta. È San Tommaso, dottore della Chiesa, uno dei pilastri della filosofia medievale e del recupero dell’aristotelismo in seno alla dottrina cattolica. Tesse le lodi di San Francesco e critica le mancanze del proprio ordine, quello dei frati domenicani.

“Intra Tupino e l'acqua che discende

del colle eletto dal beato Ubaldo,

fertile costa d'alto monte pende,

onde Perugia sente freddo e caldo

da Porta Sole; e di rietro le piange

per grave giogo Nocera con Gualdo.

Di questa costa, là dov’ ella frange

più sua rattezza, nacque al mondo un sole,

come fa questo talvolta di Gange.

Però chi d’esso loco fa parole,

non dica Ascesi, ché direbbe corto,

ma Orïente, se proprio dir vuole.

Non era ancor molto lontan da l’orto,

ch’el cominciò a far sentir la terra

de la sua gran virtute alcun conforto;

ché per tal donna, giovinetto, in guerra

del padre corse, a cui, come a la morte,

la porta del piacer nessun diserra;

e dinanzi a la sua spirital corte

et coram patre le si fece unito;

poscia di dì in dì l’amò più forte.

Questa, privata del primo marito,

millecent’ anni e più dispetta e scura

fino a costui si stette sanza invito;

né valse udir che la trovò sicura

con Amiclate, al suon de la sua voce,

colui ch’a tutto ’l mondo fé paura;

né valse esser costante né feroce,

sì che, dove Maria rimase giuso,

ella con Cristo pianse in su la croce.

Ma perch’ io non proceda troppo chiuso,

Francesco e Povertà per questi amanti

prendi oramai nel mio parlar diffuso.

La lor concordia e i lor lieti sembianti,

amore e maraviglia e dolce sguardo

facieno esser cagion di pensier santi;

tanto che ’l venerabile Bernardo

si scalzò prima, e dietro a tanta pace

corse e, correndo, li parve esser tardo.

Oh ignota ricchezza! oh ben ferace!

Scalzasi Egidio, scalzasi Silvestro

dietro a lo sposo, sì la sposa piace.

Indi sen va quel padre e quel maestro

con la sua donna e con quella famiglia

che già legava l’umile capestro.

Né li gravò viltà di cuor le ciglia

per esser fi’ di Pietro Bernardone,

né per parer dispetto a maraviglia;

ma regalmente sua dura intenzione

ad Innocenzio aperse, e da lui ebbe

primo sigillo a sua religïone.

Poi che la gente poverella crebbe

dietro a costui, la cui mirabil vita

meglio in gloria del ciel si canterebbe,

di seconda corona redimita

fu per Onorio da l’Etterno Spiro

la santa voglia d’esto archimandrita.

E poi che, per la sete del martiro,

ne la presenza del Soldan superba

predicò Cristo e li altri che ’l seguiro,

e per trovare a conversione acerba

troppo la gente e per non stare indarno,

redissi al frutto de l’italica erba,

nel crudo sasso intra Tevero e Arno

da Cristo prese l’ultimo sigillo,

che le sue membra due anni portarno.

Quando a colui ch’a tanto ben sortillo

piacque di trarlo suso a la mercede

ch’el meritò nel suo farsi pusillo,

a’ frati suoi, sì com’ a giuste rede,

raccomandò la donna sua più cara,

e comandò che l’amassero a fede;

e del suo grembo l’anima preclara

mover si volle, tornando al suo regno,

e al suo corpo non volle altra bara.

Pensa oramai qual fu colui che degno

collega fu a mantener la barca

di Pietro in alto mar per dritto segno;

e questo fu il nostro patrïarca;

per che qual segue lui, com’ el comanda,

discerner puoi che buone merce carca.

Ma ’l suo pecuglio di nova vivanda

è fatto ghiotto, sì ch’esser non puote

che per diversi salti non si spanda;

e quanto le sue pecore remote

e vagabunde più da esso vanno,

più tornano a l’ovil di latte vòte.

Ben son di quelle che temono ’l danno

e stringonsi al pastor; ma son sì poche,

che le cappe fornisce poco panno.”

Paradiso, XI, 43-132.

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