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Vocazione di San Pietro e Sant’Andrea

Ludovico Cardi, detto il Cigoli (Cigoli, San Miniato 1559 – Roma 1613)

Data
1607
Collocazione
Sala di Venere
Tecnica
Olio su tela
Dimensioni
370x239 cm
Inventario
1912 n. 27
Iscrizioni

LODOVICO GIGOLI MDCVII

La scena illustra l’incontro di Gesù con due pescatori, Simone e Andrea, avvenuto sulle rive del lago di Tiberiade e seguito dall’invito a lasciare ogni cosa per seguirlo nel suo cammino. Nel quadro generale della narrazione evangelica, questo episodio è centrale poiché rappresenta non solo l’inizio dell’attività di Gesù come predicatore, ma anche il fondamento della storia futura della religione cristiana. Simone e Andrea, infatti, sono destinati a portare avanti l’opera del loro maestro, dopo il tragico epilogo della sua vicenda terrena. Simone in particolare, proprio dal momento del primo incontro con il profeta viene da lui denominato Pietro, ricevendo la missione di fondare la futura chiesa di Roma. L’essenza di questo passaggio così solenne viene rappresentata in una composizione di grande chiarezza narrativa, in cui la sorvegliata disposizione dei personaggi permette allo spettatore di individuare con chiarezza il momento e cogliere primariamente l’intenso gioco di sguardi tra maestro al suo discepolo, laddove si rende manifesta a un tempo la rivoluzionaria richiesta di Gesù e la convinta adesione di quest’uomo semplice, pronto a diventare “pescatore di anime”. Eseguita entro il 1607 per il nobile Niccolò Carducci, agente del granduca Ferdinando I a Livorno, e destinata alla sua cappella nel duomo di quella città, questa tela dai blu e dai rosa teneramente ombreggiati, costruita su un impianto solenne che mette insieme l’impressione del naturalismo caravaggesco e la monumentalità della grande pittura tosco- romana cinquecentesca tra Andrea del Sarto, Raffaello per un verso e i Carracci per l’altro, è una delle opere più belle e tra le ultime del pittore pisano, scomparso nel 1608. Niccolò Carducci, che aveva allestito la cappella col consiglio del granduca Ferdinando, cedette la tela alla sua consorte Cristina di Lorena, nelle cui stanze a Pitti risultava esposta venti anni dopo la sua esecuzione, nel 1628. Da allora, la Vocazione di Pietro e Andrea non ha mai lasciato Pitti, venendo inserita nella sala di Venere al momento dell’apertura al pubblico del museo lorenese, nel 1828.

Nel 1660 Pietro Fevere trasse un arazzo dal dipinto, oggi conservato nel Deposito degli Arazzi di Palazzo Pitti.

Testo di
Anna Bisceglia
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