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Vaso con coperchio

Marcus Heiden (notizie dal 1618 al 1664)

Data
1626
Collocazione
Sala degli avori
Tecnica
Avorio tornito, intagliato e dipinto
Dimensioni
60,8 cm (altezza)
Inventario
Bargello Avori 1879 n. 59
Iscrizioni

Sotto la base, in tre cerchi concentrici: MARCVS · HEIDEN · COBURGENSIS · FRANCVS · FE; GLORIA IN EXCELSIS DEO; IN · ANNO · 1626

Il monumentale vaso è dotato di un’elegante base traforata. La parte superiore è scandita da costolature orizzontali aggettanti e, in senso verticale, da incisioni a elica. Il coperchio presenta un elaborato finale composto da una lanterna finemente traforata a giorno con cupola a sfera schiacciata e inclinata. Al suo interno è montato un medaglione con due stemmi: sul diritto è dipinta l’arme del casato di Sassonia circondata dalle iniziali del duca di Coburgo Johann Casimir; sul rovescio è raffigurata l’arme del casato di Braunschweig con le iniziali di Margarethe von Braunschweig-Lüneburg, figlia del duca Wilhelm von Braunschweig-Lüneburg, sposata in seconde nozze da Johann Casimir nel 1599. Sormonta la lanterna un elaborato gruppo composto da fiori e dalla figura di un putto che cavalca un delfino montato su un perno che gli consente di girare su se stesso come una banderuola.

 

Il magnifico esemplare fa parte di un gruppo di straordinari e fragili vasi in avorio che furono inviati a Firenze nel 1633 dal principe Mattias de’ Medici dopo la conquista e il sacco della città bavarese di Coburgo da parte dell’armata imperiale cattolica. L’opera, come altre del gruppo, reca sotto il piede la data 1626 e la firma del suo artefice, Marcus Heiden, il più importante tornitore di avorio dell’età barocca insieme al suo discepolo Johann Eisenberg. Tutti i vasi furono eseguiti tra il 1623 e il 1628 per il duca Johann Casimir di Sassonia-Coburgo, presso la cui corte Heiden operò in veste di tornitore e di esperto di fuochi di artificio. Frammentarie sono le notizie concernenti la sua formazione, avvenuta molto probabilmente nella bottega del tornitore Jakob Zeller operante a Dresda, città nella quale l’arte dell’avorio tornito conobbe dalla fine del Cinquecento un importante sviluppo. Dal 1623 fino al 1633 Heiden lavorò per Johann Casimir in Coburgo. Dopo la morte del duca, egli si trasferì in un primo momento a Eisenach alla corte di Johann Ernst, fratello di Johann Casimir, e nel 1638 a Weimar, dove fu ingaggiato come tornitore di corte dal duca Wilhelm IV di Sassonia-Weimar.

Per le sue dimensioni e la complessità strutturale, il vaso è tra i pezzi più spettacolari realizzati da Marcus Heiden. Se da un lato i piedini con mascheroni costituiscono ancora un richiamo all’oreficeria del secolo precedente, dall’altro le eccentriche forme del prezioso recipiente e l’esuberanza decorativa, appaiono ormai in linea con gli stilemi dell’arte barocca. Alla ricchezza degli ornamenti si aggiunge qui l’illusione di un equilibrio instabile, reso attraverso il sofisticato gioco dei dischi impilati a zig zag del fusto e il leggero inarcamento del corpo del vaso che segue la naturale curvatura della zanna di elefante.

Testo di
Maria Sframeli
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