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Studio del re

La “stanza bislunga”, come veniva chiamata nei documenti, fu adibita a studio del re Umberto I in epoca sabauda. Di eccezionale pregio sono i manufatti tessili, il tappeto a terra e il parato di seta, preziose testimonianze dell’alta competenza artigianale fiorentina, scelti entrambi nel Settecento dai granduchi lorenesi.

Il tappeto, firmato e datato “Giovanni Battista Podestà e figli, Firenze, 1798”, fu realizzato nella fabbrica, assai rinomata anche per la produzione dei velluti, che il Podestà e i suoi eredi gestirono risultando fornitori ufficiali di Palazzo Pitti almeno dal 1767 e fino al 1811. In particolare questo esemplare fu eseguito su disegno del maestro d’ornato delle Reali Scuole, Francesco Luigi Levrier, proponendo un repertorio di gusto neoclassico che disciplinava il genere delle grottesche in cornici lineari all’antica.

Quanto al parato, montato in questo ambiente solo nel 1899, sappiamo che risultava consegnato alla Guardaroba nel 1770 per essere destinato in origine a una degli ambienti nell’appartamento della granduchessa. Di colore bianco, secondo la preferenza cromatica del periodo, e arricchito di nervosi ramages dorati, con fiori rosa e fiocchi Luigi XVI celesti, appare di una qualità confrontabile con le pregiate sete di Lione, ma fu acquistato dalla Fabbrica Imperiale e Reale di Firenze, secondo un preciso ordine di Pietro Leopoldo di Asburgo Lorena, che intendeva così sostenere e incrementare l’industria serica locale, figlia di una antichissima tradizione locale che in età medievale, con l’Arte della Seta, era pilastro della società civile ed economica cittadina.

Testo di
Alessandra Griffo
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