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Madonna con Bambino in trono, angeli, e S. Antonio Abate e San Nicola di Bari

Cosimo Rosselli (Firenze 1439 o 1440 - 1507)

Data
1470 c.
Collezione
Pittura
Collocazione
A26. Cosimo Rosselli
Tecnica
Olio su tavola
Dimensioni
155x187 cm
Inventario
1890 n.3941

Il dipinto fu commissionato a Cosimo Rosselli nell'aprile del 1470 e fu collocato come pala d'altare di una cappella intitolata ai santi Antonio Abate e Nicola, fondata tra il 1462 e il 1468 per volontà testamentaria di Mariano di Stefano Nese, nella chiesa di San Pier Scheraggio. L’edificio, tuttora esistente, fu inglobato da Vasari all'interno della struttura architettonica degli Uffizi. La tavola è una delle opere più antiche tra quelle note di Cosimo Rosselli, che si formò nella bottega di Neri di Bicci, presso cui trascorse tre anni, dal 1453 al 1456. Come il suo maestro, l'artista predilige modelli tradizionali e consolidati nel repertorio artistico del tempo: le cortine di stoffa che “aprono” la scena, già molto utilizzate da Alessio Baldovinetti; il pavimento marmoreo deriva da quello dipinto dal Pollaiolo per la Pala del Cardinale del Portogallo in San Miniato al Monte, di pochi anni precedente (e ora agli Uffizi); il Bambino in piedi ricorda i rilievi marmorei di Desiderio da Settignano. Nella costruzione della scena sacra, la prospettiva converge fortemente verso il centro, accentuata dalle figure in primo piano poste di tre quarti e dai pilastrini del trono, che stringono verso il fondo. Emerge chiara e luminosa la figura di Maria che affettuosamente stringe a sé il Bambino, mentre con lo sguardo pensoso e malinconico sembra prevedere il futuro.

A sinistra di chi guarda è raffigurato Nicola, il santo vissuto in Licia ed eletto vescovo nel 300 d.C., le cui reliquie arrivarono a Bari nel 1087. È identificato dalle tre sfere d'oro che reca nella mano destra e che rappresentano l'atto di misericordia da lui compiuto: la donazione di un sacchetto di monete d'oro a un uomo che non poteva permettersi di realizzare la dote per le sue tre figlie. A destra invece è Sant'Antonio Abate, il famoso eremita della Chiesa, nato e vissuto in Egitto, qui rappresentato con la lunga barba (morì ultracentenario nel 353 d.C.), con il bastone a forma di tau (segno di devozione cristiana, ultima lettera dell'alfabeto ebraico e rappresentazione della croce) e un piccolo maiale. Questo tipico attributo del Santo è legato a varie tradizioni, una delle quali vedrebbe l'uso del grasso dell'animale come rimedio dell'herpes zoster, detto anche fuoco di sant'Antonio: il santo fu anche venerato quale protettore di questa malattia.

Cosimo Rosselli ebbe ottime doti imprenditoriali e, come il suo maestro, fu a capo di una grande bottega di artisti, grazie alla quale riusciva a diversificare le commissioni: dalle tavole, alle pitture murali, alla realizzazione di apparati e altro. Presso di lui si formarono ad esempio Piero di Cosimo e Baccio della Porta.

L’opera è pervenuta nelle collezioni granducali in seguito alla soppressione degli enti ecclesiastici promossa da Pietro Leopoldo di Lorena nel 1784.

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