Orazione nell’orto

L’opera rappresenta l’Orazione nell’orto, l’episodio che nei racconti evangelici dà avvio alla Passione di Cristo. Al centro della scena, inginocchiato su uno sperone roccioso, Gesù è assorto in preghiera e rivolge lo sguardo all’angelo che gli appare dinanzi per consegnargli il calice, simbolo e prefigurazione della morte in croce. In basso gli apostoli Giovanni, Pietro e Giacomo Maggiore, chiamati a vegliare nell’orto del Getsemani insieme al maestro, sono sprofondati nel sonno. L’atmosfera di silenzio e meditazione che domina la scena sta per essere interrotta dall’arrivo dei soldati in secondo piano, incaricati di arrestare Gesù. Questi sono divisi in due schiere simmetricamente disposte ai lati del dipinto e sono guidati sulla sinistra da Giuda Iscariota, il traditore. L’approssimarsi dei soldati, però, non innesca nella scena una nota drammatica o caotica, poiché a prevalere è sempre un senso di ordine ed equilibrio compositivo, accentuato anche dal placido paesaggio che fa da sfondo.

Entrato agli Uffizi nel 1919, il dipinto era originariamente collocato sul tramezzo della chiesa degli Ingesuati di San Giusto alle Mura a Firenze, insieme a un Crocifisso di Benedetto da Maiano e alla tavola con la Pietà di Perugino [Uffizi, 1890 n. 8365], così da costituire una sorta di trittico dedicato alla Passione.

La sua esecuzione si può far risalire alla prima metà degli anni novanta del Quattrocento, come sembra dimostrare una serie di pagamenti da parte dei padri Ingesuati a Perugino, probabilmente relativi al lavoro del pittore per le due pale d’altare di San Giusto. A confermare tale cronologia è poi l’adesione dell’opera allo stile “classico” della produzione peruginesca di questo periodo, connotata da ritmi distesi e sereni e da figure ben pausate nello spazio.