Tarquinio Prisco fonda il tempio di Giove sul Campidoglio
Pietro Bonaccorsi, detto Perin del Vaga (Firenze 1501 – Roma 1547)
Il frammento di affresco staccato illustra un episodio della storia antica di Roma narrato da Tito Livio. Il re Tarquinio Prisco, in piedi a sinistra, osserva un architetto curvo verso il suolo, intento a disegnare le fondazioni del Tempio di Giove Capitolino. In secondo piano una folla animata assiste all'evento, celebrato anche dai musicanti trombicini arrampicati sulla base delle colonne. La composizione affollata e vivace, tutta serrata in primo piano, include anche una veduta della Roma antica sullo sfondo, e dipende strettamente dalle idee che Raffaello aveva messo in opera sia nella Stanza di Eliodoro e in quella dell’Incendio di Borgo, sia nei cartoni per gli arazzi della Cappella Sistina. A queste opere Perino aveva preso parte attivamente, distinguendosi fra i migliori allievi del Sanzio. Assieme alla Giustiza di Zaleuco, questo dipinto proviene infatti da un ciclo, eseguito da Perino insieme a Polidoro da Caravaggio, che ornava parte del primo piano di Palazzo Baldassini a Roma, il primo edificio civile progettato da Antonio da Sangallo il Giovane tra il 1516 e il 1519 circa. Il committente, il napoletano Melchiorre Baldassini era un illustre giurista e avvocato concistoriale, che rivestì anche la carica di avvocato dei poveri e contribuì alla nuova stesura delle Regulae della Cancelleria Apostolica.
La Giustizia di Zaleuco
Pietro Bonaccorsi, detto Perin del Vaga (Firenze 1501 – Roma 1547)