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Madonna col Bambino in trono; Annunciazione

Maestro di Greve (Firenze, prima metà del XIII secolo)

Data
1200 - 1250
Collezione
Pittura
Collocazione
A3. Pittura del Medioevo
Tecnica
Tempera su tavola; fondo d’argento
Dimensioni
cm 180 x 78
Inventario
1890 n. 9494

Maria, madre di Dio, siede frontalmente su un trono privo di spalliera con in grembo il figlio Gesù, secondo il modello iconografico di Maria Sede di Sapienza. Gesù bambino benedice, mentre stringe nella mano sinistra il rotolo delle Sacre Scritture.

La tavola, alta e stretta, presenta in corrispondenza dell’aureola della Vergine un disco aggettante, secondo una tipologia piuttosto usuale nella pittura italiana fra XII e XIII secolo, passata di moda dopo la fine del Duecento. La raffigurazione, in basso sotto il trono, di una scena narrativa con figure di piccole dimensioni, l’Annunciazione, costituisce una rarità nella pittura coeva, ma sembra quasi precorrere le predelle istoriate in voga nei secoli XIV-XV.

La scena dell’Annunciazione presenta caratteristiche iconografiche ispirate ai Vangeli apocrifi dello Pseudo Giacomo e dello Pseudo Matteo: come ivi narrato, l’arcangelo Gabriele apparve a Maria nella sua casa mentre stava filando la porpora e lo scarlatto destinati alla tessitura di una tenda per il tempio. Per questo la Vergine è raffigurata nel dipinto con in mano il fuso e la rocca, gli utensili della filatura.

L’opera costituisce una importante testimonianza della pittura di area fiorentina dei primi decenni del XIII secolo, eccezionale per le condizioni in cui è pervenuta fino a noi, come testimonia anche la presenza dell’originale cornice in rilievo lungo il perimetro. La pittura si caratterizza per l’accesa e profonda cromia, in cui passaggi di tono e spessi tratti scuri creano effetti di plasticità nelle vesti e negli incarnati.

Il dipinto proviene dall’oratorio di Santa Maria di Casale nei dintorni di Greve in Chianti. È stato acquistato dallo Stato italiano per la Galleria degli Uffizi nel 1976 dagli eredi del pittore Tito Conti (1842-1924), che nel 1891 acquistò la villa con l’oratorio dove si trovava il dipinto.

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