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Madonna col Bambino e storie della vita di sant’Anna

Filippo Lippi (Firenze 1406 ca. – Spoleto 1469)

Data
1452-1453 c.
Collocazione
Sala di Prometeo
Tecnica
Tempera su tavola
Dimensioni
135 cm (diametro)
Inventario
1912 n. 343

Tra le composizioni di tema sacro più originali del primo Rinascimento, il dipinto presenta in primo piano la Vergine in trono con il Bambino seduto sulle sue ginocchia, in atto di staccare chicchi dalla melagrana che la madre gli porge, simbolo di fertilità e premonizione della Passione. Alle spalle del tradizionale gruppo della Vergine col Bambino, all’interno di un palazzo, sono ambientati due episodi della vita di sant’Anna, madre di Maria. A destra sulla scala, è narrato l’incontro di Anna con il marito Gioacchino, mentre a sinistra è illustrata la nascita della Vergine, con la puerpera nel letto circondata da donne affaccendate che la accudiscono, si prendono cura della neonata e recano doni: è uno scorcio veritiero sulla vita quotidiana femminile dei ceti più abbienti nel XV secolo. Le diverse grandezze delle figure (più piccole quelle di Gioacchino e Anna nell’episodio dell’incontro, intermedie quelle dei personaggi che partecipano alla nascita di Maria e poi grandi quelle della Madonna col Bambino poste in primo piano) misurano, oltre alla profondità spaziale, la distanza temporale che separa i tre momenti. Filippo Lippi riesce ad armonizzare le singole parti della storia, narrata con straordinaria sintesi narrativa e unificata dalla complessa architettura di gusto rinascimentale. Si tende a porre in rapporto l’opera con alcuni documenti del 1452-1453 in cui Filippo Lippi risulta incaricato di eseguire un tondo per Leonardo Bartolini Salimbeni (1404-1479), verosimilmente destinato alla sua residenza: la forma circolare caratterizzava spesso le immagini sacre di destinazione domestica nel corso del Quattrocento e anche i temi rappresentati bene si addicono ad un ambito familiare. Sul retro della tavola è presente l’abbozzo di uno stemma raffigurante un grifo, finora non identificato.      

Testo di
Daniela Parenti
Video
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