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Madonna col Bambino

Alonso Berruguete (Paredes de Nava 1488 ca. – Toledo 1561)

Data
1510- 1512 ca.
Collezione
Pittura
Collocazione
D11. Francesco Granacci - Alonso Berruguete
Tecnica
Olio su tavola
Dimensioni
89x64 cm
Inventario
1890 n.5852

La Vergine e il Bambino, in primo piano, si abbracciano teneramente scambiandosi sguardi e sorrisi. Alle loro spalle s’innalza una parete rocciosa che delimita la parte sinistra della composizione, lasciando scorrere sulla destra un paesaggio primaverile che scivola in lontananza, punteggiato di alberelli e piccoli rilievi. Per l’idea compositiva il pittore s’ispira a un modello scultoreo: la Madonna col Bambino e teste di cherubini modellata in terracotta da Donatello intorno al 1430-1440, oggi testimoniata in altre cinque versioni da essa derivate, diverse per tecnica e dimensioni, tra le quali si distinguono quella in pietra serena del Bode-Museum di Berlino (Inv. n. 1.66) e un’altra, anticamente posta sul portale della chiesa di Santa Maria a Ughi, oggi al Museo Bardini di Firenze (Inv. Bardini, n. 682). Nello straordinario calderone d’invenzioni di Donatello, nel suo modo di rappresentare la tensione emotiva tra le figure e la relazione tra queste ultime e lo spazio, Berruguete e la generazione di scultori e pittori operanti a Firenze nel primo decennio del Cinquecento trovarono infiniti spunti. Alla fonte donatelliana si sommano altri debiti formali, individuabili sia nella morbida calibratura di ombre e luci, dipendente dai modi di Leonardo, sia nelle forme solide che rimandano ai contatti dello spagnolo con le opere fiorentine e romane di Michelangelo. Alonso, infatti, appartenne alla schiera di artisti iberici che, giunti in Italia intorno alla metà del primo decennio del Cinquecento, si mossero tra la Roma di Giulio II e Leone X - dove si andavano realizzando i più importanti testi artistici del secolo, la Cappella Sistina del Buonarroti e le Stanze di Raffaello - e la Firenze repubblicana dove erano attivi Andrea del Sarto insieme a Franciabigio, Granacci, Domenico Puligo, Giovan Francesco Rustici, Pietro Torrigiani, Baccio d’Agnolo e dove muovevano i primi passi Rosso Fiorentino e Pontormo. Proprio ad Andrea del Sarto e a Rosso, peraltro, la tavola era stata assegnata dalla critica novecentesca prima di essere riconosciuta a Berruguete da Luisa Becherucci nel 1953, sulla scorta di un saggio di Roberto Longhi, pubblicato nello stesso anno, in cui si valorizzava il contributo di Alonso, insieme con quello di Pedro Machuca, quali “comprimari spagnoli” della nascente maniera moderna.

Bibliografia

T. Mozzati, scheda in Norma e capriccio, spagnoli in Italia agli esordi della "maniera moderna" , Firenze, 2013

Testo di
Anna Bisceglia
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