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Il Centauro Chirone e Achille

Filippo Tagliolini e Real Fabbrica Ferdinandea

Data
1785 c.
Collocazione
Museo delle porcellane
Tecnica
Biscuit
Dimensioni
30 cm (altezza)
Inventario
Argenti con estimo 1911 n. 647

Il gruppo rappresenta il Centauro Chirone, mentre insegna a suonare la cetra ad Achille fanciullo. Insieme al gruppo Marsia e Olimpo, fu inserito da Filippo Tagliolini tra i centoquattordici biscuits che dovevano comporre la decorazione della tavola da dessert di Ferdinando IV, eseguita probabilmente nel 1785 in coincidenza del suo viaggio in Toscana con la consorte Maria Carolina Asburgo Lorena. Potrebbe, dunque, trattarsi di un dono portato dai sovrani di Napoli al granduca Pietro Leopoldo Asburgo Lorena.

Filippo Tagliolini, scultore di formazione neoclassica, avviò presso la Real Fabbrica Ferdinandea una produzione di gusto antiquario, fortemente influenzata dai viaggiatori del Grand Tour. Furono presi a modello le sculture e le pitture rinvenute negli scavi di Ercolano (1738-1765 circa), unitamente a soggetti etruschi promossi verosimilmente dall’Accademia Etrusca di Cortona e alla statuaria della collezione Farnese, trasferita a Napoli da Don Carlos intorno al 1786. Campionario fondamentale si rivelò il repertorio a stampa dal titolo Le Antichità di Ercolano esposte (1757-1792) commissionato da Don Carlos. Si tratta di una serie di volumi suddivisi per tipologie (pitture, bronzetti, lucerne etc.) volti a fornire una dettagliata descrizione dei reperti e delle pitture emerse dagli scavi archeologici condotti a Ercolano.

Il nostro gruppo è stato riprodotto dal Tagliolini pressoché fedelmente alla pittura rinvenuta dagli scavi del 1739 nella Basilica di Ercolano e documentata nel 1757 sia ne Le Antichità di Ercolano, sia nelle Observations sur les antiquités d’Hercolanum di Charles Nicolas Cochin. Questa pittura aveva come pendant un’altra raffigurante Marsia e Olimpo, anch’essa tradotta in biscuit dalla manifattura. Anche la scelta della lavorazione della porcellana a biscuit trova giustificazione nella rappresentazione di soggetti tratti dall’antico, vista la vicinanza visiva con il marmo, il cui candore è stato particolarmente apprezzato in epoca neoclassica. La fortuna di questo tipo di produzione è rivelata dall’elenco redatto nel 1807, in concomitanza con il passaggio di proprietà della fabbrica a Poulard Prad per volere del governo francese.

Testo di
Rita Balleri
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