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Coppia di vasi biansati con coperchio

Manifattura Imperiale di porcellane, Vienna

Data
1806 c.
Tecnica
Porcellana dipinta in policromia e dorata
Dimensioni
h 31,3 cm
Inventario
Mobili Palazzo Pitti nn. 12184-12185
Iscrizioni

Marca

Scudo in blu sotto vernice

Iscrizione

“806” timbro numerale dell’anno 1806 impresso; “12” numero corrispondente al modellatore Franz Schweiger impresso

I due vasi, che costituiscono una coppia, furono acquistati insieme ad altri oggetti d’arredo dal granduca Ferdinando III Asburgo Lorena durante il periodo della sua permanenza a Würzburg. Nel 1814, dopo il suo rientro nel Granducato di Toscana, li portò con sé nella Reggia di Palazzo Pitti, dove tuttora sono esposti.

Questi esemplari rivelano la magnificenza della Corte viennese attraverso la sua manifattura di porcellane e ben rappresentano i caratteri dello stile Impero, con rivisitazioni del gusto classicistico visibile, ad esempio, nelle palmette e foglie lanceolate eseguite in oro su fondo blu, che lasciano solo intravedere il candore della porcellana, assai esaltato nel secolo precedente.

Perfino nel modello questo vaso risente del gusto antiquario e la sua invenzione è riconducibile al capo modellatore Anton Grassi, che fu attivo presso la Manifattura Imperiale durante la direzione di Conrad von Sorgenthal (1784-1805). Questi nel 1784 acquisì la carica di maestro modellatore e tra il 1792 e il 1794 compì un viaggio di studio a Firenze, dove copiò alcune opere conservate nelle collezioni granducali, ma fu a Roma e a Napoli che studiò l’antico.

Nella decorazione, invece, i nostri esemplari presentano l’imitazione del bronzo sui manici e sul pomello del coperchio, che risente delle sperimentazioni condotte all’inizio dell’Ottocento dal chimico della manifattura Joseph Leithner sui decori “metallici” e su nuove gamme cromatiche particolarmente brillanti, come il fondo blu di questi vasi. I suggestivi medaglioni di Nature Morte di fiori dipinti al centro potrebbero essere invece opera del pittore e decoratore di porcellane Joseph Nigg, le cui creazioni per vassoi, lastre e vasi furono prevalentemente impiegate dalla Corte come doni.

Testo di
Rita Balleri
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