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Educazione | 31/07/2018

Percorsi di Alternanza Scuola/Lavoro alle Gallerie degli Uffizi. Diario di un'esperienza in progress

Percorsi di Alternanza Scuola/Lavoro alle Gallerie degli Uffizi. Diario di un'esperienza in progress

“Ambasciatori dell’Arte” è la denominazione collettiva dei percorsi in Alternanza Scuola/Lavoro proposti dalle Gallerie degli Uffizi e sui quali ad oggi, dopo due anni di crescita ed esperienza, è possibile fare riflessioni e indicare alcuni tratti caratteristici che, anche avvalorati dal continuo contatto e dialogo con i protagonisti (docenti, studenti, personale che nei musei a vario titolo si occupa dei progetti), appaiono come particolarmente qualificanti e innovativi.

Nell’inoltrato autunno del 2015 si cominciò a parlare dell’esigenza di proporre alle scuole, il settore tradizionalmente più rilevante nell’utenza del Dipartimento Scuola e Giovani, progetti che corrispondessero a quanto prescritto dalla Legge 107, conosciuta come “La Buona Scuola”, in merito alla pratica dell’Alternanza Scuola/Lavoro (da ora in poi ASL). L’ufficio stava affrontando, come del resto tutto il sistema museale nazionale, i cambiamenti originati dalla legge di riforma Franceschini; da poco era stato dato l’annuncio dell’arrivo di un nuovo direttore, si stava organizzando il nucleo museale che avrebbe preso la denominazione di Gallerie degli Uffizi e permaneva una discreta incertezza sulla sorte amministrativa di un ufficio che, ormai operante da quarantacinque anni, assolveva alle esigenze nel settore educativo per tutti i musei statali fiorentini.

Le novità sembravano essere la sigla caratterizzante di quel periodo, spettava a noi offrire proposte giuste alle rinnovate esigenze, formulare risposte alle urgenze del momento. Determinante è stata la collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana a cui siamo collegati con un protocollo di intesa già dal 2012: insieme cominciammo ad affrontare la tematica dell’alternanza e, avvantaggiandosi di un precedente progetto denominato “Ambasciatori dell’Arte”, proposto alle scuole quale possibilità di approfondimento delle competenze storico artistiche e nelle lingue straniere, ne proponemmo alle scuole una versione riconvertita alle nuove esigenze. Contemporaneamente ci impegnammo a comprendere a fondo tutto il complesso ordine di novità burocratiche e amministrative inerenti al funzionamento dell’alternanza, sia sul fronte delle scuole che degli enti ospitanti. Dall’impegno poderoso prodotto in quel primo anno di lavoro nacque il Protocollo d'Intesa MIUR-MIBACT "La vita civile - SISTEMA TOSCANA", strumento essenziale per i successivi fruttuosi sviluppi della questione. Il protocollo prevede l’impegno unificato del MIUR, dei Musei autonomi fiorentini e del Polo Museale della Toscana a favorire la realizzazione di percorsi di ASL in grado di coniugare finalità educative e formazione professionale nello specifico ambito dei Beni culturali.

A parziale consolazione delle nostre fatiche e indubbio apprezzamento dell’azione dell’ufficio il fatto che, pur avendo in quel breve convulso giro di mesi cambiato per tre volte istituto di riferimento, denominazione e indirizzo e-mail, fummo comunque raggiunti da ben ventiquattro istituti scolastici intenzionati a partecipare ai nostri percorsi di ASL.

Nel secondo anno di applicazione della Riforma della “Buona Scuola” abbiamo prodotto un dossier di documenti burocratici specifici ad uso dei docenti indispensabili a rendere più fluida l’operatività, abbiamo anche ampliato l’offerta di percorsi in alternanza con le specifiche degli “Ambasciatori del Verde” e degli “Ambasciatori della Musica”, oltre al nuovo progetto della “Panchina delle Fiabe”.

Se gli “Ambasciatori del Verde” e gli “Ambasciatori della Musica” erano una filiazione diretta del progetto originale, il primo con un’accentazione più specifica sugli aspetti storico-botanici dei giardini storici e il secondo destinato espressamente ai licei musicali, la “Panchina delle Fiabe” nasce da una collaborazione già in essere, quella con il Teatro della Pergola, e forma gli studenti per essere in grado di narrare ai bambini, in maniera accattivante e persuasiva, delle fiabe da loro scelte o da loro stessi scritte, traendo ispirazione dal giardino. I ragazzi imparano a conoscere gli aspetti storici e artistici del giardino di competenza, nel nostro caso il giardino di Boboli, si confrontano con chi ne ha cura e ne comprendono sia la valenza museale che di luogo di svago per la popolazione residente, soprattutto famiglie con bambini che rappresentano la loro utenza di riferimento. Su questo progetto è stato possibile realizzare una collaborazione con i Centri estivi del Comune di Firenze, assicurando così ai bambini una bella occasione di svago e di conoscenza dello splendido giardino mediceo.

Introducendo il percorso della “Panchina delle Fiabe” abbiamo accennato alla collaborazione con il Centro di Avviamento all’Espressione del Teatro della Pergola, collaborazione che si è andata significativamente rafforzando fino a diventare strategica nella formazione di tutti gli studenti che partecipano ai nostri percorsi di alternanza. Assieme ai servizi educativi del Teatro della Pergola abbiamo considerato di particolare importanza la proposta di potenziamento delle competenze legate alla parola, utili per le attività che andranno a svolgere in museo ma anche in altri e futuri ambiti lavorativi e personali. La proposta, in un primo momento non sempre facilmente accettata dalle scuole, ha invece riscontrato un deciso gradimento da parte degli studenti e, già dopo le prime lezioni in teatro, i docenti erano in grado di riferirci di un evidente miglioramento degli studenti anche nelle verifiche scolastiche orali.

Il lavoro sulle competenze ci ha condotto anche a ulteriori riflessioni e a un progressivo adeguamento allo spirito dell’attività di ASL così come intesa dalla Legge 107/2015: abbiamo così incluso nel percorso di formazione degli studenti incontri con il personale operante nei musei e occasioni di maggiore conoscenza dell’operatività degli ambienti in cui svolgono la loro azione. L’attività di “Ambasciatore dell’Arte” o di “Ambasciatore del Verde” colloca i ragazzi in una effettiva situazione lavorativa: i visitatori provenienti da ogni parte del mondo sono portatori di esigenze e curiosità multiformi, l’approccio con adulti a cui proporre il servizio di visita guidata è già di per se una circostanza di non semplice gestione, padroneggiare e gestire spazi e situazioni per loro insoliti rafforza le capacità di collaborazione e di problem solving. Ma il vero successo del percorso, quello che stiamo cercando di realizzare, è l’integrazione con il personale stabile dei musei, in un’interazione che sia funzionale e di reciproca conoscenza. La volontà di qualificare in modo deciso ed evidente la componente professionalizzante dei nostri percorsi di ASL è stata anche all’origine dell’innovativo percorso intitolato “Professionalità nei Beni Culturali”, realizzato in forma sperimentale nell’anno scolastico 2016-17, grazie alla collaborazione con l’Istituto Peano e divenuto parte integrante della nostra offerta da quest’anno, per otto classi delle scuole fiorentine.

Il percorso segue le indicazioni del MIUR per una coerente triennalizzazione dell’impegno di ASL, al fine di permettere agli studenti di presentare in sede di esame di Stato una argomentata relazione sull’esperienza. Il primo anno del percorso, totalmente gratuito per quanto riguarda i servizi offerti dalle Gallerie degli Uffizi, prevede una nutrita serie di incontri formativi volti a far conoscere ai ragazzi non solo il funzionamento di un grande museo ma anche specifiche attività quali quelle svolte dal Nucleo Tutela dei Carabinieri; al termine della fase formativa gli studenti vengono inseriti in alcuni uffici e dipartimenti oppure impiegati in attività di Info Desk presso gli Uffizi e Palazzo Pitti.

Nel secondo anno del percorso gli studenti svolgono attività di Ambasciatori dell’Arte o del Verde secondo le ormai sperimentate prassi formative e operative e, nell’ultimo anno scolastico, che termina con l’esame di Stato, gli studenti approfondiscono in una loro tesina/relazione un aspetto della loro esperienza presso le Gallerie degli Uffizi, sempre e comunque con un aiuto e una disponibilità collaborativa del Dipartimento Scuola e Giovani.

Il percorso “Professionalità nei Beni Culturali”, dedicato agli Studenti delle scuole fiorentine o degli immediati dintorni, ha ispirato un’altra offerta aperta da questo anno scolastico a tutte le scuole italiane e che ha da subito riscosso un certo apprezzamento: il progetto totalmente gratuito “Una giornata agli Uffizi davanti e dietro alle quinte” a cui possono accedere le scuole che svolgono in tutta Italia attività di ASL nel settore dei Beni Culturali e che consente ai partecipanti di ottenere la certificazione di sei ore di attività di alternanza. L’offerta prevede una visita della Galleria degli Uffizi, o, su richiesta e per speciali esigenze didattiche,  di un altro dei musei del raggruppamento museale quale, per esempio, per un istituto che si occupi di moda, il Museo della Moda e del Costume. La giornata prosegue con una lezione sul funzionamento di un grande museo, che prevede la spiegazione delle specificità dei diversi uffici e dipartimenti, e termina con la visita a uno o due ambienti normalmente non visitabili dal pubblico quale il Gabinetto Disegni e Stampe, la Biblioteca degli Uffizi o il Gabinetto fotografico.

Durante il presente anno scolastico è in fase di sperimentazione, con una gruppo di allievi del Liceo Michelangelo di Firenze, un nuovo percorso di ASL specificamente pensato per i licei classici ma utilizzabile anche da altre scuole e intitolato “Dalla retorica antica alla narrazione moderna, le statue raccontano”. Partendo dall’ormai perduta consapevolezza delle motivazioni iconologiche per cui delle statue erano collocate in specifici contesti al fine di rammentare ai colti visitatori insegnamenti di carattere etico, civico o morale, si è immaginato, con il prezioso aiuto del nostro archeologo dottor Fabrizio Paolucci, di ritrovare tali riferimenti culturali, farli analizzare e interiorizzare agli studenti, i quali, anche avvalendosi di altre lezioni in Galleria per imparare a conoscere l’importante collezione di statuaria antica degli Uffizi, realizzano delle brevi narrazioni su uno specifico gruppo di statue restituendo loro metaforicamente la voce. Terminata questa parte di formazione storico artistica e filosofico letteraria, inizia una formazione presso il Centro di Avviamento all’Espressione del Teatro della Pergola, finalizzata alla realizzazione di un evento/spettacolo da svolgersi presso la medesima Galleria degli Uffizi, dove le antiche sculture sono conservate, e che quest’anno inaugurerà la stagione di “Uffizi Live”.

Anche in questo anno scolastico sono maturate le condizioni e si sono stretti contatti per cui dall’autunno 2018 si andrà a sviluppare la sperimentazione di una nuova proposta, ispirata alla trasmissione dei beni culturali immateriali: un progetto di forte innovazione e che andrà a incidere su una tipologia lavorativa che ha caratterizzato l’idea di eccellenza della città di Firenze. Non intendiamo in questa sede anticipare troppo sul nuovo percorso che sarà presentato alle scuole e alla cittadinanza dal Direttore Eike Schmidt nell’ambito di una conferenza stampa.

Diversificare i percorsi di ASL, intensificare le occasioni di relazione e contatto con i lavoratori del mondo museale, semplificare, nei limiti del possibile, le pratiche burocratiche, tutto questo riassume l’impegno dell’ufficio per un’esperienza di alternanza che coniughi educazione al patrimonio con l’orientamento al lavoro, la crescita culturale con una nuova consapevolezza di opportunità e responsabilità lavorative. Gli studenti si appassionano ai luoghi dove svolgono i loro incarichi e al contempo si rendono conto di quante realtà operativamente specializzate concorrano al buon funzionamento di un meccanismo tanto complesso e affascinante quale è un museo o un altro luogo della cultura: un giardino storico, una biblioteca, uno scavo archeologico, un teatro o un archivio. Fare oggi proposte valide di ASL nel settore dei Beni Culturali vuol dire non solo fare veramente “Buona Scuola” ma anche far intendere, forse non solo agli studenti, quante opportunità offra il settore alla nostra economia e quanto bisogno esista di nuove forze che si impegnino attivamente nella tutela e valorizzazione del nostro patrimonio culturale. Le Gallerie degli Uffizi si pongono come esempio di buone pratiche nel settore e questo è confermato dalla crescita costante delle richieste e dai positivi riscontri di docenti e studenti che con noi si sono impegnati e del nostro operare sono diventati più che utenti veri e propri coprotagonisti.

Da questa ultima considerazione prendono origine tutta una serie di osservazioni che abbiamo realizzato in corso d’opera. Il gruppo di lavoro del Dipartimento, molto impegnato a comprendere lo spirito e la prassi dell’ASL, ha iniziato ad apprezzare certi comportamenti e alcune dinamiche di gruppo solo quando le attività si sono andate materializzando nei vari ambiti previsti. Ci siamo trovati così davanti a risultati di grande importanza ma inattesi. I percorsi non solo conseguivano i traguardi che ci eravamo determinati ma andavano oltre, in ambiti che potremmo definire di carattere psicologico e sociologico. Nel prendere coscienza di questa realtà ci sono stati di grande utilità i racconti dei docenti ma soprattutto la diretta osservazione di come agivano gli studenti messi alla prova non solo da un’articolata formazione ma anche e soprattutto da attività di non poca responsabilità.

Durante il primo incontro di formazione, generalmente tenuto dalla scrivente, si raccomanda, con tatto e leggerezza, di presentarsi alle attività lavorative con abiti che rendano evidente una forma di rispetto sia per i luoghi particolari in cui si opera che per il pubblico dei visitatori.

Gli studenti hanno superato le nostre più ottimistiche aspettative; i ragazzi si sono spesso presentati con la giacca (stupendo i loro stessi genitori che, almeno in un caso che ci è stato riferito da una docente, hanno telefonato per chiedere motivo di tale insolito abbigliamento), le ragazze hanno sfoggiato abiti graziosi e professionali, mentre alcuni gruppi si sono inventati una sorta di divisa e si sono cambiati prima di iniziare a lavorare. Si tratta di una piccola accortezza, indizio comunque della volontà di compiere al meglio il compito loro assegnato.

Un altro aspetto interessante che è stato possibile verificare durante le attività lavorative è stato quello delle forme organizzative messe in atto dai gruppi di studenti per meglio gestire sia gli spazi che i carichi di lavoro e assicurare a ciascuno di loro la possibilità di confrontarsi con i visitatori. Spesso i luoghi museali hanno spazi obbligati di percorso, presentano attrazioni per il pubblico che possono creare assembramenti o indurre a sottovalutare alcune opere o ambienti pur interessanti. Alcuni gruppi hanno inventato una specie di staffetta, consegnando i turisti di sala in sala ai loro compagni, costruendo così una narrazione conseguente e variata.

Molti di questi accorgimenti erano stati suggeriti dalle educatrici museali che hanno curato la loro formazione, ma gli studenti sono riusciti a metterli in atto e a gestirli, operando in un lavoro di squadra che ha molto giovato non solo al servizio ma soprattutto a un’inedita coesione di classe o di gruppo che più difficilmente sarebbe stato possibile attuare fra le mura scolastiche.

In più di un’occasione ci sono stati segnalati dai docenti situazioni in cui studenti non particolarmente brillanti e con scarso profitto scolastico, si erano dimostrati particolarmente attivi e responsabili nello svolgere la loro attività di Ambasciatori. Si trattava in alcuni casi di allievi che avevano manifestato volontà di abbandonare gli studi e che avevano ritrovato motivazione proprio nell’attuazione di questo particolare impegno, tornando ai normali doveri scolastici con una maggiore autostima che li aveva convinti a persistere nel corso di studi intrapreso.

Questo elemento ci sembra di particolare importanza, essendo quello dell’abbandono scolastico una delle più gravi problematicità della scuola non solo italiana. I giovani adulti presentano frequentemente tratti di problematicità con la valutazione di se stessi, spesso entrare in una spirale di insuccesso scolastico equivale al desiderio di allontanarsi dalla scuola, alla speranza di soddisfare più rapidamente nel lavoro un’indipendenza di cui non si coglie la necessaria costruzione attraverso l’acquisizione di una valida preparazione culturale. Un’esperienza gratificante come può essere quella dei percorsi di ASL “Ambasciatori dell’Arte”, a contatto con persone che non ti etichettano in quanto non ti conoscono e che sono, in genere, prodighi di complimenti, aiuta a ritrovare fiducia in se stessi, fortificare la propria reputazione nei confronti degli altri studenti e trovare la motivazione per terminare gli studi.

L’ultimo ma non meno importante risultato inatteso che abbiamo potuto rilevare è stato quello dell’inserimento di studenti, italiani di prima generazione, nei gruppi di lavoro con la precisa indicazione di usare, qualora se ne presentasse l’occasione, la lingua di origine, normalmente usata in famiglia. La pratica è sorta dopo che avevamo potuto osservare una coppia di studentesse russe che avevano accompagnato ben quattro gruppi di turisti in visita a Boboli e che avevano tradotto i commenti dei visitatori dall’originale lingua russa in italiano; il loro entusiasmo per l’essere state mediatrici di un patrimonio culturale che intendevano proprio, in quanto residenti a Firenze, nella loro lingua di famiglia ci ha fortemente colpiti. Da questa esperienza abbiamo tratto una consuetudine che si è diffusa ed è divenuta preziosa, ampliando la validità del progetto anche in ambito di mediazione culturale.

Ogni progresso, come risulta evidente dalla narrazione finora svolta, deriva dal continuo confronto con tutti i protagonisti dell’esperienza: studenti, docenti, personale dell’ufficio, educatori museali e genitori, che in alcuni casi ci hanno voluto comunicare il loro apprezzamento per il progetto. Questo modo di operare è del resto tratto caratteristico del metodo che dalla sua fondazione informa l’ufficio educativo delle Gallerie degli Uffizi e ne garantisce i risultati in un regime di completa condivisione e trasparenza, rendendo, anche nel caso dei percorsi ASL, minoritari i casi di criticità,  attestati significativamente  al di sotto delle fisiologiche percentuali di insuccesso scolastico.

Lavorare con studenti della fascia di età coinvolti nei percorsi nell’ASL non è sempre agevole e i migliori risultati si ottengono quando si riesce a farli sentire responsabilizzati e protagonisti di un’azione che necessita del corretto operare di tutti.

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