Tommaso Portinari (Firenze 1428 - 1501)
Tommaso Portinari nasce a Firenze nel 1428 in una famiglia di banchieri gravitanti nell'entourage mediceo con interessi nel mondo degli affari di Bruges, il padre Adoardo (o Adovardo) fu per molti anni direttore della sede centrale del Banco mediceo a Firenze; alla sua precoce scomparsa nel 1428 Tommaso e i fratelli, Pigello e Acerrito, godettero della protezione e del concreto sostegno di Cosimo il Vecchio.
Intorno al 1440 Tommaso fu inviato a Bruges a lavorare presso la filiale del Banco mediceo, diretta dal cugino Bernardo di Giovanni d'Adoardo, col quale iniziò a fare pratica. La filiale del Banco era stata fondata dallo stesso Bernardo di Giovanni nel 1439, a seguito della decisione dei Medici di gestire direttamente gli affari nelle Fiandre per incrementare i floridi scambi intrapresi attraverso corrispondenti e per riconquistare, in generale, “quel primato fiorentino “ di finanziatori dei Paesi Bassi svolto dal secolo XIII fino alla prima metà del XIV.
Bernardo nel 1438 fu poi richiamato a Firenze per i risultati negativi della sua gestione, mentre Tommaso continuò a lavorarvi per venticinque anni con un ruolo di non particolare spicco. Soltanto nel 1465, dopo la morte di Cosimo de’ Medici, fu nominato direttore della filiale subentrando al rivale Angelo Tani e diventando socio del Banco.
Forte del nuovo, strategico incarico, nel 1466 Tommaso Portinari, per consolidare il prestigio del Banco e quello personale, ottenuta l'autorizzazione di Piero de’ Medici, acquistò come sede della filiale uno dei palazzi più belli e grandiosi di Bruges: l’hôtel Bladelin, situato nel centro commerciale della città, già appartenuto a Pierre Bladelin, consigliere di Filippo il Buono. Ne curò quindi il raffinato arredamento arricchendolo con stemmi medicei e con busti scolpiti. Il banchiere fiorentino coltivò abilmente i rapporti con la corte di Borgogna diventando, grazie anche ai prestiti erogati e ai servizi prestati, membro del concilio Ducale sotto Filippo il Buono e poi sotto Carlo il Temerario col quale strinse un rapporto d'intima amicizia.
Per la sua intraprendenza e abilità Portinari, considerata anche l'assenza di ambasciatori di Firenze a Bruges, svolse anche importanti missioni diplomatiche per Carlo il Temerario e per la Repubblica fiorentina. Senz'altro si può dire che in questi anni (1465-70ca) egli era divenuto l'italiano più influente di Bruges, tanto che fu l'unico mercante straniero ad essere invitato nel 1468 al matrimonio di Carlo il Temerario con Margherita di York, dove nel corteo nuziale figurava alla testa della nazione fiorentina, quale evidente riconoscimento del successo conseguito.
Dimostrò notevoli capacità commerciali nel garantire ai tessuti serici fiorentini, a partire dal 1465, lo sbocco nel vivace mercato fiammingo soppiantando le compagnie lucchesi che ne avevano precedentemente il monopolio: fino almeno al 1480 la corte di Borgogna continuò ad acquistare drappi auroserici e broccati fiorentini.
Il fiorentino faceva inoltre parte della prestigiosa Confraternita dell'Albero Secco ed era solito fare generose donazioni a chiese e conventi; con la committenza di dipinti ad Hans Memling e soprattutto a Hugo van der Goes, Tommaso Portinari raggiuse i vertici della sua affermazione.
Rientrato alla fine del 1469 a Firenze, nel 1470 sposò la quindicenne Maria Baroncelli, figlia di Francesco Bandini Baroncelli; dalla loro unione nacquero cinque figli: Margherita (1471), Antonio (1472), Pigello (1472 o 1473), Guido (1477), Francesco (1478), Dianora (1479). Giovanni Battista (1485).
Le immagini di tre figli ci sono note attraverso i ritratti dipinti da Hugo van der Goes nel trittico, dove insieme ai genitori sono presentati i bambini Antonio e Pigello (sportello sinistro) e Margherita (sportello destro). I ritratti di Tommaso e della moglie, sempre vestiti “alla borgognona”, sono inoltre raffigurati in altri due capolavori fiamminghi commissionati dal banchiere ad Hans Memling: a mezzo busto nelle due tavole (New York, The Metropolitan Museum of Art), possibili sportelli di un trittichetto la cui immagine centrale è andata perduta; inginocchiati a figura intera nella tavola con la Passione di Cristo (Torino, Galleria Sabauda), commissionata probabilmente per la cappella di famiglia nella Sint-Jakobskerk a Bruges.
Tommaso figura inoltre rappresentato, in una sorta di “criptoritratto”, come anima eletta nella bilancia di San Michele nel trittico col Giudizio Universale, sempre di Hans Memling (Danzica, Muzuem Narodowe).
Intorno alla fine del 1469 Portinari tornò a Bruges e con la morte di Piero de' Medici subentrarono Lorenzo e Giuliano de' Medici quali responsabili del Banco mediceo e soci in affari. Intorno alla metà degli anni Settanta la filiale di Bruges conobbe una grave crisi economica per una serie di eventi ed operazioni spericolate compiute dal Portinari, come la chiusura della filiale del Banco mediceo di Londra (1477) e il trasferimento dei debiti alla sede di Bruges, la morte nella battaglia di Nancy (1477) di Carlo il Temerario al quale Tommaso aveva prestato somme ingenti, l'acquisto dell'appalto della dogana del porto di Gravelines (vicino a Calais), il finanziamento di una spedizione portoghese in Guinea.
A seguito delle gigantesche perdite Lorenzo de’ Medici nel 1480 ruppe i rapporti con lui e gli lasciò la filiale con tutti i debiti facendo sarcasticamente annotare “questi sono i ghuadangni grandi che ci à assegnati il ghoverno di Tommaxo Portinari”. Il passivo totale delle due sedi, londinese e fiamminga, secondo quanto rilevava il Magnifico, ammontava a 70.000 ducati.
Molto dibattuta dalla storiografia è la responsabilità avuta dal Portinari nella crisi della filiale di Bruges, ma certamente dovette essere uomo spregiudicato e dalle notevoli capacità diplomatiche e carismatiche, perché nonostante i dissesti finanziari egli continuò a svolgere un'intensa attività commerciale e a rivestire prestigiosi incarichi. Nel 1486 fu inviato a Milano da Massimiliano d'Austria, consorte di Maria di Borgogna, per negoziare con Ludovico il Moro e conseguentemente a ciò si riconciliò con Lorenzo il Magnifico. Quest'ultimo lo inviò in Inghilterra nel 1489 per un stipulare un accordo commerciale ed anche Filippo il Bello nel 1496 lo incaricò di una delicata trattativa tra i Paesi Bassi e l'Inghilterra. Nel 1497 tornò a Firenze dove ricoprì importante cariche: Gonfaloniere della Compagnia del Popolo, uno degli Otto della Guardia e uno dei Sei dell'Arte della Mercanzia.
Tommaso morì nel 1501 all'ospedale di Santa Maria Nuova, fondato nel 1288 dal suo antenato Folco Portinari, e venne seppellito nella tomba di famiglia nella chiesa di Sant'Egidio, proprio di fronte all'altare maggiore dove era esposto il trittico che porta il suo nome.