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Tracce

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    Dialoghi ad arte nel Museo della Moda e del Costume. Dicembre 2017- Maggio 2018

    Tracce
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    Introduzione

    Il progetto di allestimento del Museo della Moda e del Costume – qui presentato digitalmente – è partito dal desiderio di sperimentare una corrispondenza di percorsi evidenziando le intese critiche tra diversi linguaggi artistici.

    Attraverso questa presentazione non cronologica si intende sollecitare una diversa visione delle opere stesse, un esperimento di lettura che richiede al pubblico un coinvolgimento sollecitato anche dalla presentazione on-line, una prima analisi estremamente sintetica che dovrebbe rinviare ad ulteriori spunti di lettura e approfondimenti successivi.

    Il percorso e le corrispondenze sono state infatti disposte in modo da fare ri-conoscere ai visitatori queste intese di linguaggi diversi fatti di stile, bellezza ma anche di confronto con le precedenti esperienze culturali.

    La scelta delle opere si è basata su una corrispondenza di forme e decori fra i capi vestimentari stessi e tra questi ultimi e i dipinti e le sculture, quasi un gioco, come se avessimo creato dei contenitori corrispondenti alle singole sezioni dove inserire immagini formalmente e talvolta anche concettualmente, affini.

    Tutti i protagonisti dell’evento (abiti, accessori, dipinti e sculture) dialogano gli uni con gli altri, e con l’immagine di loro stessi riflessa negli specchi che caratterizzano, nella mostra ‘reale’ in corso presso il Museo della Moda e del Costume dal 19 dicembre 2017, l’allestimento, in un’atmosfera che cattura il visitatore, coinvolgendolo in questo gioco di forme e colori.

    Questo percorso era stato già ‘abbozzato’ nelle selezioni precedenti, quando dalla Galleria d’arte moderna si attingevano quadri e sculture, presentate come silenziose presenze, tanto che solo uno sguardo particolarmente esperto ne percepiva la relazione con abiti e accessori, oltre alla mera funzione di arredo. Questa volta tutte le opere esposte sono elevate a medesimo ruolo di protagonista.

    Del resto già la parola ‘tracce’ nelle sue molteplici sfumature possiede una matrice che già per etimo dovrebbe condurre verso parallele ricerche di elementi analogici, seppure diversi, che nascono e si sviluppano in una stessa temperie storica e culturale. Tracce queste che si possono individuare in differenti forme di linguaggio e stupire per le accostanti suggestioni e le analogie creative.

     

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    Memorie d'artista

    Il percorso si apre con gli imponenti nudi maschili dipinti da Emilio Ambron nel 1927, che presentano una scenografia di forte impatto, e col Ritratto di Andreana Peruzzi de’ Medici. La bellissima donna indossa un abito semplice che scivola con ampie pieghe, quasi lingue di colore, che nel loro insieme danno l’idea di un'ampia corolla variopinta; insieme il ritratto del marito, il Marchese Ridolfo, entrambi dipinti da Alberto Magnelli.

    Dopo queste presenze solenni, ecco che sembra affacciarsi quasi timidamente il modello di Cesare Guidi dei primi anni ’60: un Abito da sera che, mentre si apre nel morbido scollo a ‘V’ e si amplia nella gonna al di sotto dei fianchi, si richiude in basso, quasi a formare un guscio che trattiene il corpo. Lo affianca un leggero abito di Lanvin di ispirazione giapponese sia nel modello a kimono che nei motivi floreali neri, fluttuanti su un fondo avorio, che introducono alla sezione successiva insieme ad un abito di sartoria degli anni ’50 e ad un completo con manto di Pino Lancetti interamente decorato a fiori stampati e intessuti.

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    Memorie d'artista

    Emilio Ambron

    Roma 1905-1996

    Studio di nudo maschile

    1926-1927

    Olio su tela

    Donato da C. Ambron, 1999

     

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    Memorie d'artista

    Emilio Ambron

    Roma 1905-1996

    Studio di nudo maschile

    1926-1927

    Olio su tela

    Donato da C. Ambron, 1999

     

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    Memorie d'artista

    Alberto Magnelli

    Firenze 1888 – Meudon (Francia) 1971

    Ritratto della Marchesa Andreana

    1913

    Olio su tela

    Lascito testamentario di Zena Peruzzi de’ Medici, 2012

     

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    Memorie d'artista

    Alberto Magnelli

    Firenze 1888 – Meudon (Francia) 1971

    Ritratto del Marchese Ridolfo Peruzzi de’ Medici

    1913

    Olio su tela

    Lascito testamentario di Zena Peruzzi de’ Medici, 2012

     

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    Memorie d'artista

    Cesare Guidi

    Abito da sera

    Collezione Sella 1959

    Gros di seta

    TA 5417

    Dono Associazione Tornabuoni – Linea Più

     

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    Memorie d'artista

    Leonor Fini

    Buenos Aires (Argentina) 1908 – Parigi (Francia) 1996

    Nudo

    1930

    Olio su tela

    Dono Ambron, 1956

     

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    Memorie d'artista

    Arrigo Minerbi

    Ferrara 1881 – Padova 1960

    Mattina di primavera

    1919

    Torso fuso in bronzo e gesso bianco

    Lascito Chini, 1952

     

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    Memorie d'artista

    Jeanne Lanvin

    Abito modello vestaglia

    River 2004

    Raso di seta con ricami in seta nera a punto a catenella e ciuffi di filo di seta a creare i pistilli

    GGC 7235

    Dono Cecilia Matteucci Lavarini

     

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    Memorie d'artista

    Sartoria Piera Filippini Milano

    Abito da cocktail con sottogonna

    1954 ca.

    Velluto broccato su fondo in teletta laminata con pailletes applicate; sottogonna in tulle e lycra,alta balza in taffetas

    GCC 8832

    Dono Milena Polacco

     

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    Memorie d'artista

    Pino Lancetti Roma

    Completo: Corpino, gonna, mantello e fusciacca

    Autunno/Inverno 1977-78

    Raso operato, laminato, in filato dorato e stampato con motivi floreali policromi

    TA 3254

    Dono Umberto Tirelli

     

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    Fiori. Colori di natura

    E’ un omaggio floreale che si estende per un ampio arco di tempo, come nel decoro di influenza orientale del completo di Irene Galitzine, fino a giungere ai fiori stampati sul tessuto di un gilet e dell’interno di una marsina di Comme des Garçons. Entrambi, gilet e marsina, sia per il fatto di ispirarsi all’abbigliamento settecentesco, sia per la libertà con cui sono realizzati, contribuiscono alla distruzione di stereotipi nel mondo della moda, caratteristica questa che contraddistingue la griffe giapponese. Tutto ciò sotto lo sguardo distratto e introspettivo di due arcane figure femminili: Le Gorgoni di Domenico Trentacoste, un tempo antefisse per camino.

    Il corpo femminile, nelle sue morbide rotondità, come si documenta nei nudi di Leanor Fini ed Arrigo Minerbi, trova un eccezionale alleato nel tessuto che lo riveste e negli ornamenti che lo decorano. Fra questi, il più delle volte il fiore, declinato in tutte le sue forme, è uno dei protagonisti più amati.

    Come nel variopinto universo fiorito di Dior, quasi un paradiso perduto, il fiore, da mera immagine da vetrina, assume sia nel dipinto di Sergio Scatizzi che nel vaporoso abito di Christian Dior una forma cangiante che muta con il passare delle stagioni.

     

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    Fiori. Colori di natura

    Domenico Trentacoste

    Palermo 1856 – Firenze 1933

    Testa femminile

    1903 ca.

    Altorilievo formato in gesso

    Donato da Fernanda Ojetti, 1933

     

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    Fiori. Colori di Natura

    Domenico Trentacoste

    Palermo 1856 – Firenze 1933

    Testa femminile

    1903 ca.

    Altorilievo formato in gesso

    Donato da Fernanda Ojetti, 1933

     

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    Fiori. Colori di natura

    Irene Galitzine Roma

    Completo in due pezzi: Abito e giacchino con cintura

    1962

    Seta stampata con perline applicate sul fondo

    TA 3898/9

    Dono Umberto Tirelli

     

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    Fiori. Colori di natura

    Gianfranco Ferré per Dior Couture

    Abito da sera

    Collezione “Au vent léger d’un été”; Primavera/ Estate 1992

    Organza di seta e raso

    GGC 8709

    Dono Cecilia Matteucci Lavarini

     

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    Fiori. Colori di natura

    Comme des Garçons

    Giacca a marsina

    Primavera/Estate 2004

    Twill di cotone, poliestere, lana

    GGC 6878

    Dono Cecilia Matteucci Lavarini

     

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    Fiori. Colori di natura

    Comme des Garçons

    Gilet

    Primavera/Estate 2004

    Denim di cotone stampato, poliestere, lana

    GGC 6879

     

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    Fiori. Colori di natura

    Sergio Scatizzi

    Gragnano (Lucca) 1918 – Firenze 2009

    Fiori

    1959-1960

    Olio su faesite

    Donato dell’autore, 1998

     

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    Intrecci

    Uno degli stilisti che si presta a questo ‘gioco’ di forme, a questi intrecci di rafia, nastri e passamaneria, è Gianfranco Ferré, artista coltissimo, che ha molto osato, appropriandosi di stilemi che ha filtrato con la sua creatività, dando vita a dei veri e propri capolavori. Questa sala esprime al meglio la sua capacità di orientarsi intorno alle varianti su di un tema e di svilupparle, mettendosi in gioco da vero sperimentatore grazie al suo repertorio infinito di linguaggi diversi.

    Nella stessa sala troviamo l’Animale marino dipinto da Romano Campagnoli, che rappresenta una forma vivente, sorta di relitto sopravvissuto al naufragio in una visione scenografica ed astrattiva, memore degli anni di studio trascorsi presso Felice Casorati.

     

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    Intrecci

    Gianfranco Ferré

    Abito prêt-à-porter

    Autunno/Inverno 1992-93

    Crepe di seta e passamaneria dorata

    TA 7456

    Dono Gianfranco Ferré

     

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    Intrecci

    Gianfranco Ferré

    Abito Couture

    Primavera/Estate 1989

    Cadì di seta e rafia

    TA 7487

    Dono Gianfranco Ferré

     

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    Intrecci

    Gianfranco Ferré

    Body e gonna Couture

    Primavera/Estate 1989

    Body in tulle e perline; gonna in pizzo, tulle e organza

    TA 7472/73

    Dono Gianfranco Ferré

     

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    Intrecci

    Romano Campagnoli

    Torino 1934 - Carpi (Modena) 2009

    Animale marino

    1967 ca.

    Olio su tela

    Acquistato alla XVIII Mostra Internazionale d’Arte del Fiorino Firenze, 1967

     

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    Intrecci

    Gianfranco Ferré

    Abito Couture

    Primavera/Estate 1989

    Shantung di seta, rete, organza, rafia, paillettes

    TA 7485

    Dono Gianfranco Ferré

     

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    Intrecci

    Philip Treacy Londra

    Cappello

    Primavera/Estate 1993

    Paglia, poliestere, rete metallica

    GGC6835

    Dono Cecilia Matteucci Lavarini

     

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    Incisioni

    L’esponente più lirico dell’astrattismo classico Gualtiero Nativi presenta questa immagine come dolorosa riflessione sulla percezione di una possibile incomunicabilità tra le varie correnti culturali contemporanee che provoca  una sorta di estraneità vicina alle atmosfere dipinte da Casorati.

    Mentre rimane su di un piano puramente formale l’intervento di sottili sovrapposizioni di materiali colorati in oro e argento che percorrono trasversalmente l’abito tracciando linee ondulate, fluttuanti, che in Marras si avvitano per poi esplodere in infiorescenze in silicone argentato, fedeli al suo modo di trattare la materia e le tecniche, non tenendo conto del loro utilizzo classico. Mila Schön, con i suoi decori, conferma invece il suo limpido ed elegante distacco dal disordine eccedente della moda degli anni Settanta.

    Il Diaframma di Bruno Benelli, elemento fuso in ferro, attesta come nelle creazioni di moda, negli abiti come negli accessori, borse, scarpe, cinture, l’utilizzo di diversi metalli dal decennio 1960-70 avevano in parallelo conquistato anche linguaggi delle creazioni scultoree.

     

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    Incisioni

    Mirko Basaldella

    Udine 1910 – Cambridge (Stati Uniti)1969

    Giuditta

    Statuetta fusa in bronzo

    Premio Carmine alla XVII Mostra Internazionale d’Arte del Fiorino Firenze, 1966

     

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    Incisioni

    Gualtiero Nativi

    Pistoia 1921 – Greve in Chianti (Firenze) 1996

    Lacerazione

    1959

    Olio su tela

    Acquistato alla XI Mostra Internazionale d’Arte del Fiorino Firenze, 1960

     

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    Incisioni

    Mila Schön

    Abito da sera

    Autunno/Inverno 1967-68

    Tulle ricamato con cannucce di vetro e strass

    TA 3916

    Dono Umberto Tirelli

     

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  • 33/124
    Incisioni

    Mila Schön

    Abito da sera

    1966/67

    Cady di seta ricamato con perline dorate e grigio antracite

    GGC 8667

    Dono Chiara Boni

    Provenienza Maria Teresa Masetti Fedi

     

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    Incisioni

    Antonio Marras

    Abito

    Collezione Adelasia di Torres (Il sale), Autunno Inverno 1998/99

    Garza di Lurex, con applicazioni in materiale plastico (?), vernice argentata ed unito da fili di cotone bianco fluttuanti

    TA 13363

    Dono Gianfranco Grimaldi

     

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    Incisioni

    Bruno Benelli

    Sesto Fiorentino (Firenze) 1943

    Diaframma

    1971 circa

    Elemento fuso in ferro patinato

    Acquistato alla XX Biennale Internazionale d’arte Premio del Fiorino, 1971

     

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  • 36/124
    Archetipi formali

    L’opera tarda di Mirko Basaldella è l’immagine atavica di una Giuditta, quasi un totem primitivo fatto di elementi taglienti che mostrano la loro corrosione, una sorta di scontro formale tra bisettrici arcaiche e linguaggi moderni.

    L'espressione straniata della Signora in pelliccia di Oreste Zuccoli, intimidita nella posa, ribadisce che la pelliccia non è parte di lei ma puro ornamento, al contrario del ritratto femminile di Ruggero Alfredo Michahelles noto come RAM, sottolinea l'espressione quasi di sfida della donna che viene accentuata dalla forma del cappello e dalla naturalezza con cui indossa la pelliccia.

    Rimanda ad archetipi formali il completo in pelle di struzzo di Paco Rabanne, dalla foggia certamente più ‘classica’ rispetto alle sue tipiche creazioni, che stravolgono il concetto di moda. Affermatosi negli anni ’60, sostiene che:

    La creazione deve essere un gioco, poiché la moda è inutile. Ma visto che la società ci costringe a cambiarlo in continuazione, cambiamolo rapidamente, inventando incessantemente le più folli stramberie! In fondo voglio essere un acceleratore della scomposizione”.

    Nella stessa sezione una giacca in pelle di Ferré ricorda un’armatura, mentre il cappotto di Fendi in pelle di montone e crine di cavallo si presenta con un aspetto arcaico e primitivo.

    Il paesaggio fluviale dell’architetto Savioli con le sue diluizioni di colore si avvicina ai toni dell’abito di Balmain, per l’intensità dell’arancio che si stempera nell’orlo con un’ampia frangia di piume.

    Gli abiti di Roberto Cavalli rappresentano i suoi esordi nella lavorazione della pelle, ed il suo affermarsi con la produzione animalier che si riscontra nell’osservazione della natura con le piume stampate sulla stoffa viste come attraverso uno zoom. Sono entrambi archetipi delle collezioni dello stilista, mentre le piume e l’organza arancio plissé conservano l’eleganza e la leggerezza del primo Balmain classico, che invece si avvicinava verso il declino della sua vita professionale.

    Di Pierre Balmain è anche uno dei tre cappelli a cloche, modello tipico degli anni '60, esposto insieme ad un esemplare di manifattura fiorentina e di un altro di Cristobal Balenciaga. 

    La leggerezza della piuma trova il suo naturale impiego nel copricapo.

     

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  • 37/124
    Formal Archetypes

    Gianfranco Ferré

    Prêt-à-porter jacket

    Spring/Summer 1993

    Leather with metal buckles

    GGC 6847

    Donated by Cecilia  Matteucci Lavarini

     

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  • 38/124
    Formal Archetypes

    Guido Pasquali

    Boots

    1970 ca.

    Leather

    GGC 6814

    Donated by Cecilia Matteucci Lavarini

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  • 39/124
    Archetipi formali

    Paco Rabanne

    Completo: giacca, gonna  

    Autunno-Inverno 1991-1992

    Pelle di struzzo

    GGC  7263

    Dono Cecilia Matteucci Lavarini

     

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  • 40/124
    Archetipi formali

    Fendi Roma

    Soprabito

    1995 ca.

    Pelle montone rovesciato e crine di cavallo

    TA  8927

    Dono e Provenienza Gabriella Alessi

     

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  • 41/124
    Archetipi formali

    Oreste Zuccoli

    Firenze 1889 - 1980

    Ritratto di signora in pelliccia

    1939

    Olio su tela

    Acquistato alla XXII esposizione Internazionale d’arte della città di Venezia, 1940

     

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  • 42/124
    Archetipi formali

    Ruggero Alfredo Michahelles

    Firenze 1898-1976

    Cappello di Velluto

    Olio su tela

    1927

    Acquistato da Amalia Michahelles, 1998

     

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  • 43/124
    Archetipi formali

    Leonardo Savioli

    Firenze 1917 - 1982

    Paesaggio fluviale

    1939

    Olio su cartone

    Donato da Flora Wiechmann Savioli, 1997

     

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  • 44/124
    Archetipi formali

    Pierre Balmain

    Abito da sera Haute Couture

    1970 ca.

    Seta e piume di struzzo

    GGC 6837

    Dono Cecilia Matteucci Lavarini

     

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  • 45/124
    Archetipi formali

    Roberto Cavalli

    Completo: blusa e gonna

    Primavera-Estate 2001

    Crêpe di seta stampata

    TA 8907

    Dono Gabriella Alessi

     

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  • 46/124
    Archetipi formali

    Roberto Cavalli

    Abito da sera

    1975 ca.

    Seta stampata, pelle stampata 

    TA 8903

    Dono Gabriella Alessi

     

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  • 47/124
    Formal Archetypes

    Roberto Cavalli

    Outfit: tunic and trousers

    1975 ca.

    Leather, rhinestones

    TA 8916

    Donated by Gabriella Alessi

     

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  • 48/124
    Formal Archetypes

    Pierre Balmain 

    Cappello

    Piume

    1960 ca.

    Provenienza Gertie Schwarzenbach

    Dono Laura Barbi

     

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  • 49/124
    Archetipi formali

    Cristobal Balenciaga

    Cappello

    1960 ca.

    piume di germano e velluto

    TA 6967

    Dono Laura Barbi

    Provenienza Gertie Schwarzenbach

    TA 6967

     

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  • 50/124
    Archetipi formali

    Modisteria Biancalani

    Cappello Parrucca

    1966 ca.

    piume marabù e taffetas

    TA 6842

    Dono Carlo Olivieri

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  • 51/124
    Grafismi

    Il segno grafico scivola, si intreccia, si interrompe, riprende, come la penna stilografica nell’abito attribuito al talento fuori dal comune di Elsa Schiaparelli, che si fa interprete di un tratto esuberante e fantasioso, o il motivo dell’onda, reiterato nell’abito della collezione “Palio” di Emilio Pucci. E mentre il segno grafico della stilista fiorentina Chiara Boni ci conduce in piena Pop-Art, appare interessante soffermarsi sulle affinità tra un completo decorato con motivi di tessere complementari di Valentino ed uno dove si ripetono grafismi alla “Mondrian” di Emilio Schubert, entrambi ispirati da un repertorio astratto, bianco su nero e nero su bianco.

    Un motivo argenteo decora il corpino di un abito da cocktail dello stilista e fotografo di moda Karl Lagerfeld. In calmo contrasto si pone l’abito da sera di Forquet, dove una fascia decorativa scura si ritaglia e si avvita, formando linee parallele per tutta la lunghezza.

     

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  • 52/124
    Grafismi

    Elsa Schiaparelli

    Abito Femminile

    1946 ca.

    Seta stampata

    TA 3880

    Dono Umberto Tirelli

     

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  • 53/124
    Grafismi

    Emilio Pucci

    Abito Collezione Palio - Contrada dell’Onda

    Primavera-Estate 1957

    Cotone stampato

    TA 6143

    Dono Emilio Pucci

     

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  • 54/124
    Graphism

    Chiara Boni

    Jacket, You Tarzan/me Jane collection

    1974

    Polyester, polyamide and nylon

    GGC 8702

    Donated by Chiara Boni

     

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  • 55/124
    Grafismi

    Chiara Boni

    Giacca Collezione You Tarzan/Me Jane

    1974

    Poliestere, poliammide e nylon

    GGC 8702

    Dono Chiara Boni

     

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  • 56/124
    Grafismi

    Karl Lagerfeld

    Abito da cocktail

    1975

    Viscosa con applicazioni di laminette sintetiche

    TA 8024

    Dono Associazione Amici della Galleria del Costume

     

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  • 57/124
    Grafismi

    Valentino

    Completo: abito e giacca

    1967

    Giacca in lana, abito in seta 

    TA 3909/10

     

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  • 58/124
    Grafismi

    Emilio Schubert

    Completo: giacchino e abito

    1960-62

    Giacca in lana e abito con tessuto di seta

    TA 3904/5

    Dono Umberto Tirelli

     

     

     

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  • 59/124
    Grafismi

    Federico Forquet

    Abito e soprabito

    1968

    Seta con applicazioni di cannucce

    TA 6519

    Provenienza Anna Bozza

    Dono Paolo Bozza

     

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  • 60/124
    Grafismi

    Roberta di Camerino Venezia

    Abito modello Gallo Frecciato

    1975-76

    Jersey di poliestere

    TA 6861

    Dono Giuliana Coen di Camerino

     

     

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  • 61/124
    Grafismi

    Gherardini

    Giacchino

    1985-90

    Raso di seta

    GCC 2795

    Dono Susanna Gherardini

     

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  • 62/124
    Grafismi

    Missoni e Wolford

    Calze

    2006

    Nylon

    GGC 6823

    Dono Cecilia Matteucci Lavarini

     

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  • 63/124
    Astrazione grafica

    Nella sala degli intrecci di Roberta di Camerino, la couturier del trompe l’oeil, bene si inserisce il vivace e denso astrattismo definito da cornici piatte, sorta di un nastro nero in rilievo che definisce il segno del quadro di Mario Nuti, in una espressione colta ed essenziale da lui individuata già nel 1950, anno dei primi esperimenti dell’astrattismo fiorentino.

     

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  • 64/124
    Astrazione grafica

    Mario Nuti

    Firenze 1923-1996

    Composizione

    1950

    Olio su tela

    Donato da Nicola Nuti, 2001

     

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  • 65/124
    Astrazione grafica

    Roberta di Camerino

    Abito modello Treccia

    1975-76

    Poliestere stampato

    TA 6854

    Dono Giuliana Coen di Camerino

     

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  • 66/124
    Astrazione grafica

    Roberta di Camerino

    Ombrello modello Treccia

    1975-76

    Fusto in legno, stecche in metallo e tessuto in poliestere

    TA 6856

    Dono Giuliana Coen di Camerino

     

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  • 67/124
    Astrazione grafica

    Roberta di Camerino

    Foulard modello Treccia

    1975-76

    Seta  

    TA 6855

    Dono Giuliana Coen di Camerino

     

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  • 68/124
    Pois

    Forme perfette, circolari, come il cappello di paglia della Fanciulla al sole di Chiappelli. Non fanno moda, perché sussistono sempre. Sono forme classiche e astratte ad un tempo. I cerchi, i pois, sono elementi decorativi che non tramontano, sicuri nella loro perfetta ripetitività. Invadono e si espandono, conquistano i tessuti dei capi boutique di Valentino, ma anche Ferré ricorre ai pois. Nel mini-abito di Fourquet sembra di assistere alla metamorfosi di un immenso pois in una virgola, stilizzazione del motivo cashemere. Nell’abito di Capucci un tessuto di seta à pois pone in evidenza la foggia articolata del centro davanti di esso.

    Nella stessa stanza il giovane artista svizzero Walter Linck partecipa alla Mostra dell’Unione fiorentina (più nota come Fiorino, che solo dal 1959 si apre alla scultura) presentando questa piccola composizione geometrica dal titolo Composizione - Liriche e segno, 1952-1963, dove gioca con le materie e la perfezione dei piccoli elementi rotondi che definiscono linee e volumi.

     

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  • 69/124
    Pois

    Valentino

    Abito da sera

    1990 ca.

    Seta con applicazioni di paillettes

    GGC 7297

    Dono Cecilia Matteucci Lavarini

     

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  • 70/124
    Pois

    Valentino

    Soprabito

    1988 ca.

    Raso di seta con applicazioni di paillettes

    GGC 7310

    Dono Cecilia Matteucci Lavarini

     

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  • 71/124
    Pois

    Walter Linck

    Berna (Svizzera) 1903 – Zollikofen (Svizzera) 1975

    Composizione - Liriche e segno

    1952 -63

    Composizione fusa in ferro e acciaio

    Acquistato alla XVI Mostra Internazionale Premio del Fiorino Firenze, 1965

     

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  • 72/124
    Pois

    Roberto Capucci

    Roma

    Abito modello Serpentine

    Primavera-Estate 1982

    Gros de tours e seta stampata

    TA 1951

    Dono del Centro di Firenze per la Moda Italiana

     

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  • 73/124
    Pois

    Gianfranco Ferré

    Completo: giacca, t-shirt e gonna

    Primavera-Estate 1988

    Cotone operato con applicazioni e ricami

    TA 7507/09

    Dono Gianfranco Ferré

     

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  • 74/124
    Pois

    Forquet

    Abito

    1968

    Panno di lana

    TA 6538

    Dono Anna Bozza

     

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  • 75/124
    Pois

    Francesco Chiappelli

    Pistoia 1890 – Firenze 1947

    Fanciulla al sole

    1932

    Olio su tela

    Acquistato dall’autore, 1937

     

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  • 76/124
    Pois

    Manifattura italiana

    Cappello

    1980 ca.

    Feltro

    TA 13442

    Dono Luciana Chiostri Corsi

     

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  • 77/124
    Geometrie complementari

    Gli esponenti dell’Astrattismo classico, pur con le loro diversità, sono tuttavia una buona riserva di talenti per la ricerca di nuovi linguaggi. Di queste ricerche condivise troviamo testimonianza nel lungo sodalizio (1952-1959) tra lo stilista Emilio Pucci, Alvaro Monnini e sua moglie Micol De Palma che disegnò per lo stilista, portando nel suo atelier l’impronta della sua ricerca artistica che era in fondo la vocazione dell’intero gruppo.

    In sintonia con stilisti come Yves Saint Laurent, che nella collezione autunno inverno 1964-65 si ispirava al Costruttivismo di Mondrian, le fantasie geometriche divengono repertorio della grafica di molti couturier e stilisti, con linguaggi personalizzati come le diverse modalità di espressione di Emilio Pucci e Roberta di Camerino. Entrambi illustri esponenti del Made in Italy, il geometrismo di Roberta di Camerino si risolve in un modello tridimensionale riportato su disegno bidimensionale, con un particolare effetto di trompe l’oeil.

     

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  • 78/124
    Geometrie complementari

    Alvaro Monnini

    Firenze 1922 – Milano 1987

    Composizione

    1948

    Olio su tela

    Donato da Micol di Palma Monnini, 1996

     

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  • 79/124
    Geometrie complementari

    Emilio Pucci Firenze

    Abito da sera e due foulard in seta

    Primavera Estate 1981

    Organza di seta stampata

    TA 6177

    Dono Emilio Pucci

     

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  • 80/124
    Geometrie complementari

    Emilio Pucci

    Abito

    1965

    Maglia di seta e frange

    TA 6287

    Dono Nicoletta Pucci

     

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  • 81/124
    Geometrie complementari

    Roberta di Camerino

    Abito modello sciarpone spinato

    1976-77

    Jersey di poliestere

    TA 6852

    Dono Giuliana Coen di Camerino

     

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  • 82/124
    Geometrie complentari

    Missoni

    Tuta modello barbaros

    Primavera Estate 1973

    Ban lon tessuto seta artificiale 

    TA 6620

    Dono Anna Bozza

     

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  • 83/124
    Nuove architetture

    Ogni abito, quando è indossato, acquista tridimensionalità e asseconda la struttura del corpo che diventa quasi elemento architettonico. Questo è particolarmente evidente laddove sono presenti taluni interventi come l’impeccabile abito divisa di manifattura tortonese degli anni Quaranta che nella sua serietà riesce tuttavia ad evidenziare le connotazioni femminili, come fianchi, vita e petto con le spalle adeguatamente supportate. Compatto nella forma ma storicamente agli antipodi è la guêpière di Jean Paul Gaultier. Pier Cardin costruisce una struttura che allude al corpo ma lo imprigiona senza troppo assecondarlo; analoghi caratteri si possono riscontrare nel soprabito del primo Capucci, mentre Moschino “dipinge” con le paillettes i monumenti del centro di Firenze sul dietro del suo giacchino. Del resto anche nel bozzetto della nuova Autostrada del Sole di Antonio Antony De Witt le forme aperte e chiuse, il chiaro e lo scuro si inseriscono nello stesso pensiero formale di Pierre Cardin.

    Rosaiano della prima ora, Nino Tirinnanzi, raffigura la chiesa del Cestello in un’atmosfera plumbea con tutte le sfumature del grigio come nell’abito a strati di velo sovrapposti di Jean Paul Gaultier.

     

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  • 84/124
    Nuove architetture

    Sirio Midollini

    Firenze 1925- 2008

    L’ultimo verde

    1965

    Olio su tela

    Acquistato alla XVI Mostra Internazionale Premio del Fiorino Firenze, 1965

     

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  • 85/124
    Nuove architetture

    Pierre Cardin

    Abito con sottabito

    1960

    Seta, plastica e strass

    TA 13400

    Dono Banca di Credito Cooperativo di Cambiano

     

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  • 86/124
    Nuove architetture

    Antonio Paolo Antony De Witt

    Livorno 1876 - 1967

    Autostrada del Sole, bozzetto

    1961

    Olio su cartone telato

    Donato da Sigfrid Ferrè De Witt (Legato), 1981

     

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  • 87/124
    Nuove architetture

    Capucci

    Parigi

    Soprabito

    1965

    Panno di lana e seta

    TA 3911/12

    Dono Umberto Tirelli

     

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  • 88/124
    Nuove architetture

    Gucci

    Borsa modello Bamboo

    1965 

    Pelle, bamboo e metallo

    TA 5448

    Dono Associazione Tornabuoni - Linea Più

     

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  • 89/124
    Nuove architetture

    Roberta di Camerino

    Bauletto modello Bagonghi

    1960 ca.

    Velluto di seta, pelle e metallo

    TA 6871

    Dono Giuliana Coen di Camerino

     

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  • 90/124
    Nuove architetture

    Gherardini

    Borsa

    1968-69

    Pelle camoscio e manico in metallo

    GGC 2812

    Dono Susanna Gherardini

     

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  • 91/124
    Nuove architetture

    Jean Paul Gaultier per Gibò Firenze

    Abito

    Primavera Estate 1987

    Elastomero e poliammide

    TA 7870

    Dono Centro di Firenze per la Moda Italiana

    Provenienza mercato antiquario

     

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  • 92/124
    Nuove architetture

    Nino Tirinnanzi

    Greve in Chianti (Firenze) 1923 – Firenze 2002

    La chiesa del Cestello

    1954

    Olio su tela

    Acquistato alla V Mostra Internazionale Premio del Fiorino Firenze, 1954

     

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  • 93/124
    Nuove architetture

    Manifattura Tortonese

    Tailleur

    1940 ca.

    Shantung di cotone

    TA 7417

    Dono Enrico Quinto e Paolo Tinarelli

     

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  • 94/124
    Nuove architetture

    Franco Moschino

    Giacchino collezione Cruise me baby

    Primavera Estate 1993

    Paliettes, perline e seta

    TA 8763

    Dono Cecilia Torricelli

     

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  • 95/124
    Nuove architetture

    Sandra Brunetti

    Roma 1925 – Firenze 2017

    Autoritratto

    1979

    Olio su tavola

    Donato dall’autrice, 1979

     

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  • 96/124
    Volumi e pieghe

    La solida figura in terracotta della possente ragazza di Seano di Quinto Martini è modellata grazie a forme nitide e severe, una definizione sintetica dei piani simile al tono minimalista e razionale del segno nei fittissimi plissé del giapponese Issey Miyake e dei volumi contrapposti di Yohji Yamamoto.

    Il dipinto di Mauro Reggiani appartiene alla fase matura della sua carriera pittorica; la composizione in giallo del 1955 presenta nei tagli le stesse profondità volumetriche che si riscontrano nelle pieghe profonde dell’abito da sera di Alma Maria Lami, con cui dialoga bene anche nel progressivo accentuarsi dei toni del rosso fino al granato.

    L’Ofelia di Alimondo Ciampi esprime in un bronzo condotto con piani mossi e chiaroscurati l’immagine di una giovane donna abbandonata con le membra completamente immobili.

    La sezione è dedicata agli abiti che si estendono oltre il corpo di chi li indossa, resi pressoché naturali dalle pieghe che si aprono nello spazio circostante. Si contrappongono i completi di Miyake che avvolgono il corpo in ogni sua parte. Attivano il loro espandersi le pieghe di Maurizio Galante e la Sartoria Bernardelli nell’abito sul modello di Christian Dior e il cappotto di Junko Shimada nel quale le pieghe sembrano lievitare al punto di deformare il corpo.

     

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  • 97/124
    Volumi e pieghe

    Mauro Reggiani

    Nonantola (Modena) 1897 – Milano 1980

    Composizione in giallo

    1955

    Olio su tela

    Acquistato alla VI Mostra Internazionale Premio del Fiorino Firenze, 1955

     

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  • 98/124
    Volumi e pieghe

    Roberto Capucci Roma

    Abito da sera modello Involucri

    Primavera Estate 1982

    Sete di armature differenti (luisina e tela)

    TA 1952

    Dono Centro di Firenze per la Moda Italiana

     

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  • 99/124
    Volumi e pieghe

    Sartoria Teresa Bernardelli su modello Dior

    Abito

    1984

    Luisina di seta e garza di nylon

    GGC 6838

    Dono Cecilia Matteucci Lavarini

     

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  • 100/124
    Volumi e pieghe

    Alimondo Ciampi

    San Mauro a Signa (Firenze) 1876 - 1939

    Ofelia

    1920

    Altorilievo fuso in bronzo

    Donato da Giotto Ciampi Butini, 1963

     

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  • 101/124
    Volumi e pieghe

    Yohji Yamamoto

    Completo: giacca e gonna

    Autunno Inverno 2003-2004

    Pied-de-poule di lana e chiffon di seta

    TA 8559-8560

    Dono Fondazione Pitti Discovery

     

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  • 102/124
    Volumi e pieghe

    Maison Jean Patou

    Abito da cocktail con cintura

    1965

    Oraganza di seta e cintura in pelle

    TA 7876

    Dono Centro di Firenze per la Moda Italiana

    Provenienza mercato antiquario

     

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  • 103/124
    Volumi e pieghe

    Alma Maria Lami

    Firenze

    Abito da ballo modello Dannazione

    1956

    Raso di seta e ricami in paillettes, perline, cannucce e ciniglia

    TA 6693

    Dono Francesco Lami

     

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  • 104/124
    Volumi e pieghe

    Libero Andreotti

    Pescia (Pistoia) 1875 – Firenze 1933

    Giovinetta con sandali

    1915

    Statua fusa in bronzo

     

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  • 105/124
    Volumi e pieghe

    Issey Miyake

    Completo: maglia e gonna Collezione Pleats Please

    1995

    Poliestere plissettato

    TA 13435

    Dono Luciana Chiostri Corsi

     

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  • 106/124
    Volumi e pieghe

    Issey Miyake

    Completo: Giacca, casacca, pantalone Collezione Pleats Please

    1995

    Poliestere plissettato

    TA 13430

    Dono Luciana Chiostri Corsi

     

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  • 107/124
    Volumi e pieghe

    Quinto Martini

    Seano (Firenze) 1908 – Firenze 1990

    Ritratto di donna (la Seanese)

    1934

    Scultura modellata in terracotta

    Dono di Luciano Martini, 1999

     

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  • 108/124
    Volumi e pieghe

    Maurizio Galante

    Abito

    Primavera Estate 1993

    Organza di seta

    TA 8495

    Dono Maurizio Galante

     

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  • 109/124
    Volumi e pieghe

    Junko Shimada /Giappone

    Cappotto

    2000 ca.

    Lana cotta e poliammide

    GGC 6873

    Dono Cecilia Matteucci Lavarini

     

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  • 110/124
    Volumi e pieghe

    Alberto Savinio

    Atene (Grecia) 1891 – Roma 1952

    Orfeo ed Euridice

    1951

    Tecnica mista su masonite

    Acquistato alla XXVII esposizione Internazionale d’arte della città di Venezia, 1954

     

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  • 111/124
    Volumi e pieghe

    Alimondo Ciampi

    San Mauro a Signa (Firenze) 1876 - 1939

    Abbandonata

    1931

    Statua scolpita in marmo

    Donato da Giotto Ciampi Butini, 1965

     

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  • 112/124
    Volumi e pieghe

    Maurizio Galante

    Abito

    Primavera Estate 1994

    Gros de tour di seta

    TA 8497

    Dono Maurizio Galante

     

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  • 113/124
    Coriandoli di luce

    La provenienza dall’area di confine veneto-triestino condurrà Guido Marussig, colto ed ispirato disegnatore, a molte contaminazioni con gli esempi più importanti di tutta la grafica europea. Qui la sua visione festosa dei fuochi di artificio permette di ricordare i passaggi di luce e colore nelle piccole tessere in paillettes che decorano gli abiti.

    L’irraggiamento di luce si propaga dal cielo al di sopra delle gondole nel quadro di Marussig, per trasmettersi all’abito in paillettes rosa di tonalità degradante della fine degli anni ‘20, e raccogliersi sull’abito haute-couture di Giorgio Armani. Lo stile dell’artista-stilista, i cui capi sembrano nati per essere indossati, è classico e nello stesso tempo lievemente destrutturato, conferendo un sottile senso di trascuratezza alla sua inconfondibile eleganza.

    Chiudono il percorso due paia di scarpe del creatore di calzature Christian Louboutin, anch’esse vibranti di luce.

     

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  • 114/124
    Coriandoli di luce

    Enrico Coveri

    Abito da sera modello Torta

    Primavera Estate 2013

    Maglia e paillettes

    TA 13380

    Dono Enrico Coveri Maison srl

     

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  • 115/124
    Coriandoli di luce

    Enrico Coveri

    Abito da sera modello Frutta

    Primavera Estate 1996

    Maglia e paillettes

    TA 13371

    Dono Enrico Coveri Maison srl

     

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  • 116/124
    Coriandoli di luce

    Enrico Coveri

    Abito da sera modello Intarsio

    Autunno-Inverno 1993-94

    Maglia paillettes

    TA13376

    Dono Enrico Coveri Maison srl

     

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  • 117/124
    Coriandoli di luce

    Enrico Coveri

    Abito modello Maxi Paillettes multicolore

    Autunno-Inverno 1990-91

    Maglia e paillettes

    TA 13373

    Dono Enrico Coveri Maison srl

     

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  • 118/124
    Coriandoli di luce

    Felice Casorati

    Novara 1886 – Torino 1963

    Lo straniero

    1930 ca.

    Olio su tela

    Acquistato alla XVI Esposizione Internazionale d’arte della città di Venezia, 1930

     

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  • 119/124
    Coriandoli di luce

    Christian Louboutin

    Parigi

    Scarpe modello Body Strass Rete

    Autunno 2013

    Pelle e rete plastica con strass

    GGC 8330

    Dono Christian Louboutin

     

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  • 120/124
    Coriandoli di luce

    Christian Louboutin Paris

    Scarpe modello Bridget’s Back spiker booties

    Autunno-Inverno 2011

    Pelle dorata con applicazioni di strass e punte di metallo

    GGC 8331

    Dono Christian Louboutin

     

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  • 121/124
    Coriandoli di luce

    Manifattura italiana

    Abito da sera

    1930 ca.

    Organza di seta e paillettes

    TA  2964

    Dono Marchesa Giulia Afan De Rivera Costaguti

    Provenienza Donna Franca Florio

     

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  • 122/124
    Coriandoli di luce

    Giorgio Armani

    Abito da sera 

    Autunno-Inverno 2011

    Seta e paillettes

    GGC 8902

    Donazione Giorgio Armani

     

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  • 123/124
    Coriandoli di luce

    Guido Marussig

    Trieste 1885 – Gorizia 1972

    L’Albero magico (gondole e fuochi)

    1914 ca.

    Olio su tela

    Acquistato alla IX esposizione Internazionale d’arte della città di Venezia, 1914

     

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  • 124/124
    Credits

    Ideazione e cura della mostra

    Caterina Chiarelli, Coordinatore Museo della Moda e del Costume

    Simonella Condemi, Coordinatore Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti

    Tommaso Lagattolla

     

    Redazione dei testi esplicativi

    (introduzione alla Mostra e alle Sezioni, approfondimenti sulle opere)

    Caterina Chiarelli

    Simonella Condemi

    Con la collaborazione di: Paolo Mambelli, Alice Simoncini

     

    Ricerche tecnico iconografiche

    Antonella Alletto

    Ilaria Banchetti

    Serafina Martina Bizzarri

    Anna Castelli

    Conny Catalano

    Alice Filipponi

    Cinzia Nenci

    Paolo Mambelli

    Laura Mori

    Susi Piovanelli

    Katia Sanchioni

    Alice Simonicini

    Susanna Sordi

     

    Crediti fotografici

    Gabinetto Fotografico delle Gallerie degli Uffizi, Francesco Del Vecchio

    Archivio Sillabe, Antonio Quattrone, Marcello Bertoni, Paolo Bacherini

Tracce

Dialoghi ad arte nel Museo della Moda e del Costume. Dicembre 2017- Maggio 2018

CREDITS

 

Questo percorso virtuale è stato realizzato dal Dipartimento di Comunicazione e Promozione Culturale delle Gallerie degli Uffizi in concomitanza con la mostra Tracce. Dialoghi ad Arte nel Museo della Moda e del Costume, in corso presso il Museo della Moda e del Costume dal 18 dicembre 2017

Ideazione e cura della mostra

Caterina Chiarelli, Coordinatore Museo della Moda e del Costume

Simonella Condemi, Coordinatore Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti

Tommaso Lagattolla

 

Redazione dei testi esplicativi

(introduzione alla Mostra e alle Sezioni, approfondimenti sulle opere)

Caterina Chiarelli

Simonella Condemi

Con la collaborazione di: Paolo Mambelli, Alice Simoncini

 

Ricerche tecnico iconografiche

Antonella Alletto

Ilaria Banchetti

Serafina Martina Bizzarri

Anna Castelli

Conny Catalano

Alice Filipponi

Cinzia Nenci

Paolo Mambelli

Laura Mori

Susi Piovanelli

Katia Sanchioni

Alice Simonicini

Susanna Sordi

 

Crediti fotografici

Gabinetto Fotografico delle Gallerie degli Uffizi, Francesco Del Vecchio

Archivio Sillabe, Antonio Quattrone, Marcello Bertoni, Paolo Bacherini

 

Nota: ogni immagine del percorso virtuale può essere ingrandita per una visione più dettagliata

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