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Mostre | Dal 31/10/2023 al 03/03/2024, prorogato al 26/05/2024

Per Immagini e Colori. La storia di Santa Umiltà da Faenza nel capolavoro medievale degli Uffizi

La pala della Santa Umilità prestata dagli Uffizi

Dal 31 ottobre 2023 al 26 maggio 2024 la Pinacoteca Comunale espone la monumentale opera con le storie della santa patrona della città romagnola, in prestito dagli Uffizi.

Il polittico di Pietro Lorenzetti in mostra a Faenza

Da Firenze a Faenza: un capolavoro delle Gallerie degli Uffizi, il grande Polittico con le storie di Santa Umiltà del pittore gotico Pietro Lorenzetti (Siena 1280-1348), appena riemerso in tutto il suo splendore da un complesso restauro durato oltre quattro anni, viene esposto nella città della quale Umiltà è santa Patrona.

La mostra, intitolata ‘Per Immagini e Colori. La storia di Santa Umiltà da Faenza nel capolavoro medievale degli Uffizi’, è accolta nella Sala del Medioevo e del Rinascimento della Pinacoteca Comunale; è in questo contesto che la monumentale opera torna visibile per la prima volta al pubblico in seguito al complesso intervento di recupero al quale è stata sottoposta da parte dell’Opificio delle Pietre Dure e dello Studio Scarpelli di Firenze.

Faenza entra così a far parte degli Uffizi Diffusi, grande piano di diffusione dell’arte sul territorio, lanciato due anni fa dal celebre museo fiorentino.

Il polittico in mostra nella Pinacoteca è composto da ben 22 elementi, tra cuspidi, predella e 11 storie che raccontano i momenti più salienti nell’esistenza di Santa Umiltà da Faenza. Umiltà (nata nel 1226 circa e morta nel 1310) fu una donna straordinaria: in contrasto con gli schemi della condizione femminile del tempo, abbracciò la vita religiosa con grande energia e spirito di iniziativa, fondò prima un monastero a Faenza e poi, a 55 anni - età venerabile per quei tempi - attraversò l’Appennino con alcune consorelle e si trasferì a Firenze per dare vita al monastero di San Giovanni Evangelista, noto come “delle donne di Faenza”. L’itinerario della santa, venerata su entrambi i versanti della montagna, si compie oggi in senso inverso con l’attuale esposizione, a suggellare l’amicizia che nei secoli ha legato la città romagnola a Firenze, e che anche durante i gloriosi anni del Rinascimento faentino ha visto i suoi signori, i Manfredi, legati ai Medici di Firenze.

La mostra, finanziata interamente grazie al generoso contributo di privati, offre l’occasione di ammirare, per la prima volta, i risultati del restauro dell’opera, appena terminato dopo quattro anni di lavoro. 

Realizzato all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze a seguito di un’ampia campagna di indagini e documentazione, l’intervento – completato dallo studio Stefano Scarpelli - ha portato al risanamento del supporto ligneo ed alla pulitura della superficie pittorica, rimuovendo sporco stratificato, vecchi ritocchi degradati e vernici divenute opache nel corso del tempo.

La campagna di indagini, l’osservazione al microscopio e il paziente lavoro dei restauratori hanno consentito di chiarire aspetti importanti ai fini della conoscenza dell’opera: in particolare, la corretta sequenza delle scene, l’esistenza di una cornice coperta da foglia d’argento, l’individuazione dei pigmenti impiegati per i colori. Per il Polittico furono utilizzati quelli tradizionali del tempo, con una tavolozza limitata che suggerisce un effetto di voluta povertà, se si esclude l’impiego di materiali preziosi in alcuni dettagli, come il blu di lapislazzuli nelle gemme che ornano le croci nella scena della Traslazione delle reliquie della beata.

Grazie al restauro, dunque, è ora possibile ammirare di nuovo il capolavoro di Pietro Lorenzetti nella sua nitidezza e nei suoi cromatismi originali, e leggere il racconto della vita di Umiltà nell’ordine originario con il quale fu concepito.

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