La storia degli ebrei italiani osservata da una prospettiva inedita, quella dell’arte del tessuto. Agli Uffizi una mostra inedita con 140 opere tra arazzi, merletti, stoffe e addobbi

Circa 140 opere, tra arazzi, stoffe, addobbi, merletti, abiti, dipinti ed altri oggetti di uso religioso e quotidiano, presentano per la prima volta la storia degli ebrei italiani attraverso una delle arti meno conosciute, ossia la tessitura, che nel mondo ebraico ha sempre rivestito un ruolo fondamentale nell’abbellimento di case, palazzi e luoghi di culto. Ne emerge un ebraismo attento alla tradizione, ma anche gioioso, colorato, ricco di simboli. Si riconosce inoltre il carattere interculturale e internazionale di questo popolo, soprattutto grazie all’eccezionale varietà dei motivi sui tessuti, dove il colore spesso predomina in maniera stupefacente.

 Si parte dai tempi antichi e si arriva fino alla moda del Novecento e all’imprenditoria tessile moderna, affrontando temi chiave quali il ruolo della scrittura come motivo decorativo, l’uso dei tessuti nelle sinagoghe, il ricamo come lavoro segreto, il ruolo della donna. Protagoniste già nella Bibbia, anche nei secoli recenti le stoffe hanno la capacità di esprimere l’anima del popolo ebraico attraverso capolavori assoluti, spesso provenienti dal vicino e dal più lontano Oriente con cui gli ebrei italiani entravano in contatto per legami familiari e per commerci: si veda la spettacolare tenda (la parokhet), di manifattura ottomana del primo quarto del XVI secolo, prestato dal Museo della Padova Ebraica.

Le diverse comunità ebraiche italiane, in osmosi con la società circostante con cui si confrontavano, finivano per acquisire linguaggi ed espressioni artistiche locali: nelle opere tessili provenienti da Livorno, Pisa, Genova e Venezia, ad esempio, è manifesta l’influenza del vicino Oriente, molto diversa da quanto vediamo in quelle romane, fiorentine o torinesi, che si confrontavano con il gusto dei poteri dominanti in Italia.

Nel percorso della mostra sarà possibile ammirare alcuni pezzi rarissimi, provenienti da musei e collezioni straniere, che conducono idealmente il visitatore attraverso le feste ebraiche: tra questi i frammenti ricamati provenienti dal Museum of Fine Arts di Cleveland, le due tende dal Jewish Museum di New York e dal Victoria and Albert Museum di Londra che insieme a quella di Firenze formano un trittico di arredi (per la prima volta riuniti insieme) simili per tecnica e simbologia.

Straordinario e unico è un cofanetto a niello della fine del Quattrocento proveniente dall’Israel Museum di Gerusalemme che, come una specie di computer ante litteram ad uso della padrona di casa, tiene il conto della biancheria che via via era consumata dai componenti della famiglia.

Dagli abiti – in particolare quelli femminili – spesso si ricavavano le stoffe preziose per confezionare paramenti e arredi sinagogali, dove talvolta è possibile individuare le linee delle vesti e il loro uso originario. Nel Ritratto del conte Giovanni Battista Vailetti di Fra Galgario, del 1720 (un prestito eccezionale dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia) il personaggio indossa una splendida marsina in prezioso broccato e nell’Allegoria dei cinque sensi di Sebastiano Ceccarini (1745), ad esempio, la veste della bambina è dello stesso tessuto della mappà Ambron realizzata a Roma nel 1791-92.

Splendidi i ricami, alcuni con ‘stemmi parlanti’ (gli ebrei non potevano ricevere un titolo nobiliare) entro fastose cornici barocche. Vere e proprie “pitture ad ago” che brillavano alle luci mobili delle candele e delle torce, in un trionfo di sete colorate, di fili d’oro e d’argento,  sono opera delle abili mani delle donne che, pur rinchiuse tra le mura domestiche, esprimono una stupefacente inventiva e ampiezza di conoscenze.

Tra i tessuti più antichi in mostra, databili al Quattrocento, sono una tenda per l’armadio sacro proveniente dal Museo Ebraico di Roma, un’altra proveniente dalla Sinagoga di Pisa e un telo del ‘Parato della Badia Fiorentina’ che in origine ricopriva per le feste solenni tutte le pareti della chiesa. Sono tutti eseguiti in un velluto cesellato e tramato di fili d’oro nel motivo della ‘griccia’ – una melagrana su stelo ondulato – che è forse il disegno tessile più tipico del Rinascimento in Toscana.

Una scoperta sorprendente è l’Aron Ha Qodesh, un armadio sacro proveniente dalla più antica sinagoga di Pisa. Le decorazioni dipinte e le dorature del mobile, ora riscoperto come originale del XVI secolo, sono riemerse sotto le innumerevoli mani di tinta bianca che l’avevano deturpato.

Le sezioni tematiche della mostra giungono ai giorni nostri, passando attraverso il collezionismo tessile dell’Ottocento, di cui fu massimo esponente Giulio Franchetti, che ha donato la sua raccolta al Museo del Bargello, ma anche l’imprenditoria - in particolare di quella pratese con la famiglia Forti-Bemporad - e la creatività di alcune famose stiliste.

L’esposizione termina con un capolavoro assoluto, il merletto lungo otto metri disegnato da Lele Luzzati per il transatlantico Oceanic. È un collage di pezzi antichi e moderni che riproduce I fasti e le immagini della Commedia dell’Arte Italiana, in un medium inusitato, che unisce l’antica manualità a un’incredibile forza espressionista.

Come afferma il Direttore delle Gallerie degli Uffizi di Firenze Eike Schmidt:  “è una rassegna di amplissimo respiro su un tema mai affrontato prima. Il visitatore rimarrà sorpreso dalla varietà e ricchezza degli oggetti esposti, che spaziano dai solenni parati liturgici ai doni diplomatici, dagli abiti ai ricami, dai ritratti al prêt-à-porter e molto altro: sono le fitte, preziose trame del popolo ebraico in Italia”.

La presidente della fondazione per il Museo Ebraico di Roma Alessandra Di Castro, commenta: La produzione ebraica dei tessuti, come anche degli argenti e di altre tipologie di arti decorative, è intimamente legata alla storia dell’arte italiana in una dimensione più generale; ha risentito nei secoli dei cambiamenti di gusto della civiltà artistica italiana e a sua volta li ha determinati, influenzati. E per questa ragione la mostra riguarda tutti e accende le luci della ribalta su un patrimonio comune – incredibile per qualità e quantità – che va valorizzato, promosso, tutelato e soprattutto raccontato perché lo si conosca in tutta la sua ricchezza”.

Curata da Dora Liscia Bemporad e Olga Melasecchi, catalogo Giunti.

Manifattura pisana Aròn ha-qòdesh Seconda metà del XVI secolo legno di noce, intagliato, tornito dipinto e dorato Comunità Ebraica, PisaSimchàh, moglie di Menahem Levi Meshullami (Venezia, attiva 1680-1681) Paròkhet 1680-1681 raso di seta rosa ricamato a punto pieno, punto stuoia, punto lanciato in oro filato e lamellare The Jewish Museum, New YorkStella, moglie di Isacco Perugia (Venezia †1675) Paròkhet detta “di Gerusalemme” Ante 1675 raso azzurro, sete policrome, canutiglia d’argento avvolta su seta gialla, perle barocche, oro filato  Museo Ebraico, VeneziaRicamatrice romana Me’ìl Di Segni Inizio del XVIII secolo fili di seta, oro filato avvolto attorno a un’anima di seta a punto steso e punto pittura Sala “I tesori delle Cinque Scole”, Museo Ebraico di Roma, RomaRicamatrice fiorentina (?) Me’ìl Inizio del XVIII secolo (ricamo); XIX secolo (confezione) ricamo ad applicazione su fondo di raso giallo, in velluto tagliato rosso, azzurro e verde, raso bianco, verde, rosa in due tonalità Comunità Ebraica, FirenzeRicamatrice romana Paròkhet Lattes 1736 oro filato e lamellare su fondo raso rosa-arancio e moiré celeste Sala “Feste dell’anno, Feste della vita”, Museo Ebraico di Roma, RomaRicamatrice romana Me’ìl Fiano 1764 ricamo riportato in raso bianco, ricamo con seta policroma e filati metallici in argento e argento dorato su raso azzurro Sala “Da Judaei a Giudei: Roma e i suoi ebrei”, Museo Ebraico di Roma, RomaRicamatrice veneta Paròkhet detta “dei Dieci Comandamenti” Ultimo decennio del XVIII secolo filato di seta policroma e argento Comunità Ebraica, FirenzeManifattura fiorentina Paròkhet Ultimo quarto del XV secolo velluto di seta rossa, fondo a trame d’oro lamellare e allucciolato Comunità Ebraica, PisaManifattura veneziana Me’ìl Fine del XV – inizio del XVI secolo velluto tagliato, operato, a due corpi, con trame broccate in oro allucciolato Comunità Ebraica, PadovaRicamatrice pisana Fascia per Sèfer Toràh Fine del XVII secolo ricamo in seta giallo, verde, azzurro e rosso su tela di lino Comunità Ebraica, PisaRicamatrice fiorentina Me’ìl Inizio del XVIII secolo filati di seta di colore azzurro, bianco, giallo, verde, tutti in tre tonalità, bianco, arancio e argento filato a punto ungaro Comunità Ebraica, FirenzeRicamatrice ligure Paròkhet Prima metà del XVIII secolo teletta d’oro ricamata a punto steso e a punto scaglia in sete policrome e filato metallico Comunità Ebraica, GenovaManifattura piemontese Me’ìl Inizio del XIX secolo velluto di seta tagliato, ricamo in filato dorato e sete policrome, lamina metallica e paillettes dorate e argentate Museo Civico d’Arte Antica – Palazzo Madama, TorinoRicamatrice romana (confezione; ricamo della parte centrale) Mappàh Ambron 1795-1796 (parte centrale); secondo quarto del XVIII secolo (parti laterali) raso ricamato con sete policrome e oro e argento filati, riquadri in taffetà ricamati con sete policrome Museo Ebraico di Roma, deposito, RomaSolomon Alexander Hart (Plymouth 1806 – Londra 1881) La festa di Simchàt Toràh nella sinagoga di Livorno 1850 olio su tela The Jewish Museum, New YorkManifattura ottomana del Cairo, Egitto Paròkhet Primo quarto del XVI secolo vello in lana su trama e ordito in lana Museo della Padova Ebraica, PadovaManifattura di Macao, Cina meridionale Paròkhet Seconda metà del XVII secolo ricamo in seta a punto lanciato su fondo in lino Comunità Ebraica, FirenzeGino Rossi (Venezia 1884 – Treviso 1947) Ritratto di Lucia Levi nei Levi 1906 olio su tela Comunità Ebraica, FirenzeRoberta di Camerino (Giuliana Coen, Venezia 1920-2010) Abito femminile 1976 jersey di poliestere stampato Museo della Moda e del Costume, Gallerie degli Uffizi, FirenzeEmanuele (Lele) Luzzati (Genova 1921-2007) Manifattura Mario Zennaro I fasti e le immagini della Commedia dell’Arte Italiana 1964 pizzo a tombolo Museo del Pizzo al Tombolo, Rapallo
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Informazioni

Sotto l'Alto Patronato del

Presidente della Repubblica Italiana

Enti Promotori

Ministero dei Beni e delle Attività Culturali

Gallerie degli Uffizi

Fondazione per il Museo Ebraico di Roma

Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia

Firenze Musei

Titolo della mostra

Tutti i colori dell’Italia ebraica

Tessuti preziosi dal Tempio di Gerusalemme al prêt-à-porter

Sede espositiva

Aula Magliabechiana - Gli Uffizi

Periodo della mostra

27 giugno- 27 ottobre 2019

La mostra è inclusa nel biglietto degli Uffizi info

Orario

martedì – domenica ore 8.15 - 18.50

Chiuso il lunedì

Servizio didattico per le scuole                           

Visita guidate per le scolaresche solo su prenotazione. Costo di € 3.00 ad alunno.

Info e prenotazioni: Firenze Musei 055.294883

Servizio visite guidate

Info e prenotazioni: Firenze Musei 055.290383

e-mail firenzemusei@operalaboratori.com

Pubblico