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Mostre | Dal 14/10/2014 al 17/01/2015, prorogato al 31/01/2015

Dai depositi 1. Ritratti di paesi, mari e città

Dai depositi 1. Ritratti di paesi, mari e città

In mostra in Galleria Palatina mappe, carte geografiche, immagini del territorio e di eventi storici quali feste e battaglie.

Il percorso espositivo si sviluppa a partire dalla trascrizione pittorica dei vari episodi della battaglia di Scannagallo da parte del fiammingo Jan van der Straet detto Giovanni Stradano, pagina storica sulla quale s’iscrive il racconto della trionfale affermazione medicea. Sono esposte in questa sezione dedicata alla topografia della guerra, anche due straordinarie Battaglie di Willem van de Velde il vecchio. Ma l’uso della prospettiva, unita alla rappresentazione fedele degli elementi vegetali del paesaggio, possono avere anche scopi diversi come nella tavola attribuita a Biagio d’Antonio - che inaugura la sezione dedicata alla devozione per i luoghi - raffigurante San Francesco che riceve le stimmate. Poco più di un secolo dopo, nella Firenze medicea, la città monumentale è protagonista nelle immagini che, con la precisione di una cronaca, ricordano il popolo fiorentino coralmente impegnato a ottenere l’intervento divino a sostegno della dinastia granducale.

La veduta topografica e la cartografia moderna, nata nel secolo XV, sono qui invece evocate da una tombola seicentesca approntata dall’erudito Casimire Freschot per istruire giocosamente in geografia e nella lettura delle mappe i giovani patrizi veneziani. Il percorso va poi a toccare il tema della veduta tout court che prese ad affermarsi nel XVII secolo, quando la conoscenza dei luoghi storicamente cruciali, Roma in primis, diviene un elemento necessario nel bagaglio culturale di un principe europeo.

È in questo contesto che si diffondono le vedute panoramiche, di formato oblungo e rese precise dall’uso della camera ottica, di cui sono testimonianza quelle qui esposte, realizzate dal Vanvitelli. In questa sezione è presente anche una serie di tavolette, la serie delle sette meraviglie del mondo antico, esemplificative di un particolare settore del vedutismo il quale parte dalla pagina scritta, e non da un monumento reale, per dare corpo alla veduta stessa. Nell’antico regime la veduta permise anche di fissare avvenimenti di svago e di gioco facendone poi partecipi le corti legate per parentela e amicizia.

Le più recenti vedute qui esposte, quasi alla vigilia dell’invenzione della fotografia, sono le telette con i più celebri luoghi napoletani dipinte per essere viste in controluce e per essere montate sulle finestre delle stanze private della granduchessa Maria Antonia di Borbone, all’indomani del suo arrivo a Firenze da Napoli.

Tali "diapositive" mascheravano le pur notevoli viste su Firenze e sul giardino di Boboli che si avevano dalle finestre di palazzo Pitti, addolcendo il distacco della sovrana dai luoghi magnifici della sua adolescenza.

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