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Mostre | Dal 14/12/2012 al 02/02/2013

L’alchimia e le arti. La fonderia degli Uffizi: da laboratorio a stanza delle meraviglie

L’alchimia e le arti. La fonderia degli Uffizi: da laboratorio a stanza delle meraviglie

Il laboratorio degli Uffizi; fonte di innovazione, idee, sapere artistico e scoperte scientifiche.

Attraverso sessanta opere (dipinti, sculture, incisioni, codici manoscritti, antichi rimedi farmaceutici e testi a stampa illustrati) la mostra prende in esame alcuni aspetti della passione dei sovrani medicei per l’alchimia tra Cinque e Seicento.

La mostra fa parte del ciclo I Mai Visti, che ogni anno presenta elementi della collezione del museo fiorentino poco noti al grande pubblico.

La presenza di laboratori all’interno degli Uffizi, localizzati in varie sezioni dell’edificio a seconda della disciplina, è attestata sin dal 1586. Lo studio dell’alchimia rese necessaria la creazione di una serie di laboratori denominati fonderie medicee. Fu Cosimo I de’ Medici (1519-1574) a stabilire la prima fonderia presso Palazzo Vecchio, che fu poi trasferita nel Casino di San Marco, per poi essere spostata nuovamente agli Uffizi negli anni 80’ del Cinquecento. In seguito, a partire dal 1586 e per circa duecento anni, l’officina di distillazione di medicinali ebbe sede agli Uffizi.

Botteghe e laboratori di alchimia furono in seguito raggruppati dai Granduchi Francesco I de’ Medici (1541-1587) e da Ferdinando I de’ Medici (1549-1609), in modo da poter stabilire una proficua collaborazione tra artisti e scienziati. Questa collaborazione era intesa a diversi livelli; orafi, gioiellieri, mobilieri, scultori, pittori, tagliatori di pietre semi preziose non solo scambiavano attrezzature, ma confrontavano anche conoscenze teoriche e pratiche con gli alchimisti che lavoravano agli Uffizi.

Nel Seicento l’officina degli Uffizi era celeberrima per la sua produzione farmaceutica che continuò fino a oltre la metà del XVIII secolo. I suoi rimedi venivano donati dal Granduca in preziosi cofanetti d’ebano ai nobili e ai sovrani di tutta Europa, del Medio Oriente e persino delle Americhe. Inoltre, un’importante raccolta di rarità naturali caratterizzava gli spazi della fonderia che erano allestiti come una vera e propria stanza delle meraviglie (Wunderkammer).

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