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Mostre | Dal 05/12/2009 al 27/02/2010

Innocente e calunniato. Federico Zuccari (1539/40 - 1609) e le vendette d’artista

Innocente e calunniato. Federico Zuccari (1539/40 - 1609) e le vendette d’artista

Un artista che rappresenta lo spirito del Manierismo europeo

In occasione del quarto centenario della sua morte, la mostra intitolata “Innocente e calunniato. Federico Zuccari (1539/40 - 1609) e le vendette d’artista” presenta al pubblico i temi della polemica e della vendetta che alcuni artisti, ed in particolare Federico Zuccari, sfruttarono per dichiarare la propria innocenza di fronte a calunnie e ingiustizie reali o presunte. La mostra consiste in una serie di opere che mostrano lo stile creativo di un artista come Federico Zuccari.

La mostra è divisa in otto sezioni che si focalizzano su temi specifici affrontati dall’artista, inclusi la “Calunnia”, “Verità rivelata dal Tempo”, “Verità sottratta dall’Invidia”, “Trionfo della Virtù sull’Invidia”, “le allegorie della vita umana”, la “Porta Virtutis”, l’illustrazione della Divina Commedia e la “Celebrazione dell’artista virtuoso”. Ognuna di esse si riferisce chiaramente al tema dell’innocente calunniato, che non solo affascinava Zuccari, ma anche altri artisti tra cui Gian Lorenzo Bernini.

Federico Zuccari era un artista controverso che attraverso la sua lunga carriera in Italia e in Europa era costantemente invischiato in una bizzarra e ricorrente contraddizione; guadagnarsi la fiducia di commissari illustri e potenti per poi perdere immediatamente il loro favore. A Firenze, nella cupola di Santa Maria del Fiore, ci sono circa 2400 metri quadrati di pittura eseguiti da Federico Zuccari, inoltre a Firenze si trova anche la casa, precedentemente appartenuta ad Andrea del Sarto, dove Zuccari ha vissuto.

Tra i dipinti concessi in prestito per la mostra, c’è anche un eccezionale tela dedicata alla Porta Virtutis. L’opera, dipinta da Federico Zuccari, fu spedita al Duca di Urbino, Francesco Maria II della Rovere negli anni ottanta del Cinquecento. Creduta perduta, riapparve sul mercato fiorentino, e fu acquistata dalla Stato Italiano e destinata alla Galleria Nazionale delle Marche ad Urbino.

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