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Vaso monumentale

Manifattura di Sèvres

Data
1811
Collocazione
Sala 3
Tecnica
Porcellana dipinta a monocromo verde cromo e dorata; bronzo dorato
Dimensioni
h 140 cm
Inventario
Oggetti d’Arte Pitti 1911 n. 158
Iscrizioni

Alla base: “Monte par Thomire”

La forma di questo vaso è ispirata al marmo antico denominato “a cratere” conservato nelle collezioni medicee, come rivelato dai documenti della Manifattura di Sèvres dove questa tipologia viene definita “Vaso Medici”. Sia per la silhouette, che per la scelta decorativa nell’inserzione di rilievi in bronzo dorato si ravvisano analogie con l’altro esemplare, di maggiori dimensioni, esposto nella Sala di Ercole in Galleria Palatina (O.d.A. Pitti 1911 n. 1518).

La fortuna di questo modello proseguì ancora nell’Ottocento, seppur con alcune varianti, che possiamo riscontrare nel nostro vaso commissionato da Napoleone I, che ne fece dono al duca di Würzburg, Ferdinando III Asburgo Lorena, per il suo ruolo di padrino nel 1811 al battesimo del ‘re di Roma’, ovvero il figlio di Napoleone Bonaparte e della sua seconda moglie Maria Luisa d'Asburgo-Lorena. In quell’occasione Ferdinando ricevette dall’imperatore anche altre porcellane eseguite a Sèvres, tra cui una lastra dipinta e un busto in biscuit con il ritratto del Bonaparte e un altro busto, sempre in biscuit, con l’effigie della consorte Maria Luisa Asburgo Lorena (Oggetti d’arte Pitti 1911 nn. 212, 486, 928-929, 1525, 1518 e 1890 n. 8749). Questi esemplari, insieme al nostro vaso, furono portati nella Reggia di Palazzo Pitti da Ferdinando III, quando, riacquisito il titolo di Granduca di Toscana, vi fece ritorno nel 1814.

Da un confronto tra il nostro manufatto e la produzione della fabbrica francese di questi anni appare alquanto inusuale la scelta decorativa, non tanto per il rivestimento con una campitura uniforme di verde cromo, che insieme alle gradazioni di blu era una tonalità identificativa della produzione di Sèvres. Ciò che invece stupisce è l’elevato impiego di applicazioni in bronzo dorato raffiguranti ghirlande d’edera e pampini con tralci d’uva che esaltano la testa di Dioniso posta al centro e incorniciata da una ghirlanda di lauro. In questi anni la manifattura aveva sviluppato la tecnica della miniatura, che aveva applicato anche alla rappresentazione di composizioni floreali, come possiamo ad esempio riscontrare nel vaso Cordelier conservato nella Galleria Palatina.

Le motivazioni di questa scelta decorativa sono forse da ricercare nella “pasta difettosa”, così definita nelle voci di spesa sostenute da Sèrves per la realizzazione del vaso. Ciò ha portato a ipotizzare che la superficie fosse a tal punto compromessa da non consentire lo sviluppo di una decorazione pittorica. Tuttavia, forse vista l’importanza di questo monumentale vaso, è stato conferito particolare risalto all’autore dei rilievi in bronzo Pierre Thomire, il cui nome è riportato nell’iscrizione alla base.

Testo di
Rita Balleri
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