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Strage degli Innocenti

Ludovico Mazzolino (Ferrara 1480 circa - 1528/1530) o Artista Ferrarese (ante 1525)

Data
1525 circa
Collezione
Pittura
Collocazione
D10 Studiolo Ferrarese
Tecnica
Olio su tavola
Dimensioni
49x59 cm
Inventario
1890 n. 1350

La scena è concitata e travolgente. La raffinata cultura del pittore, conoscitore dell'arte antica, emerge nei preziosismi dei fregi a rilievo che ornano le architetture dello sfondo, così come nelle armature e negli scudi dei soldati intenti a compiere il massacro. Il groviglio dei corpi, in particolare, ricorda le complesse e dinamiche composizioni dei sarcofagi romani, ma anche gli affreschi di Raffaello e della sua Scuola realizzati in Vaticano, parimenti ispirati all'antichità classica e noti grazie alle stampe che circolavano nelle botteghe così come nelle corti rinascimentali. La fisicità e la disposizione delle figure fra loro attorcigliate, allontana l’opera dalle vie intraprese dall’artista in altre rappresentazioni a tema biblico, come nella più dinamica Strage degli innocenti del Rijksmuseum di Amsterdam inv. SK-C-1363 o nel Passaggio del Mar Rosso (Dublino, National Gallery of Ireland, inv. NGI.666) la cui scena fluttuante lascia intendere richiami sonori, quasi musicali, pur nei toni drammatici dell’insieme. I volti e le pose assunte dalle donne che subiscono l’eccidio nella Strage degli Innocenti degli Uffizi potrebbero però ricordare quelli dei cambiavalute dipinti da Mazzolino nel Cristo scaccia i mercanti dal Tempio (Alnwick Castle, The Northumberland Collection, inv. 593). Se l’invenzione dell’opera è generalmente ritenuta di Mazzolino, l’attribuzione non è unanime per il divario con altri dipinti dell’artista sul medesimo tema, tant’è che la tavola è stata anche accostata alla cerchia di Battista Dossi.

Dal cardinale Ippolito d’Este, a cui apparteneva almeno dal 1525, la Strage degli Innocenti passò al nipote cardinale Luigi d’Este. Il dipinto entrò poi nella collezione di Ferdinando de’ Medici, che abitò la celebre Villa Medici a Roma, prima di lasciare la porpora cardinalizia per succedere al fratello Francesco, come Granduca di Toscana. Ferdinando lasciò buona parte della sua collezione nella splendida villa romana, ma nel 1607 fece entrare l’opera, per la quale doveva avere una predilezione particolare, nelle collezioni fiorentine.

Bibliografia

S. Zamboni, Ludovico Mazzolino, Milano 1968, pp. 42-43, n. 26, tav. 63a; A. Cecchi, La collezione di quadri di villa Medici, in Villa Medici. Il sogno di un cardinale. Collezioni e artisti di Ferdinando de’ Medici (Roma, Villa Medici, 17 novembre 1999 - 5 marzo 2000), a cura di M. Hochmann, Roma 1999, p. 63; Strage degli Innocenti, pp. 246-247, fig. 58; C. Occhipinti, Jacopo Palma il Vecchio: «Ritratti di doe signore antiche». Vicende estensi tra Ferrara, Parigi e Roma (1535-1579), in “Studi di Memofonte. Rivista on-line semestrale”, 5, 2010, pp. 3-5 (https://www.memofonte.it/studi-di-memofonte/numero-5-2010/); Strage degli innocenti – Luteri Giovanni Battista Detto Battista Dossi (cerchia), “Catalogo Generale dei Beni Culturali”,(https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/0900287552)

Testo di
Guicciardo Sassoli de' Bianchi Strozzi
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