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Santa Cecilia e storie della sua vita

Maestro della Santa Cecilia (Gaddo Gaddi?; Firenze, fine del XIII - inizio del XIV secolo)

Data
1305-1310 ca
Collezione
Pittura
Collocazione
A4. Giotto - Cimabue
Tecnica
tempera su tavola, fondo oro
Dimensioni
85x181 cm
Inventario
1890 n. 449

Cecilia, una giovane donna di nobili origini vissuta a Roma al tempo delle persecuzioni dei cristiani, siede in trono con un libro e la palma del martirio. I fatti più importanti della sua leggenda sono narrati negli otto riquadri che affiancano l’immagine. La narrazione inizia a sinistra in alto, con il banchetto del matrimonio di Cecilia con il nobile patrizio Valeriano. Nella scena seguente, Cecilia rivela a Valeriano di voler vivere in castità, convincendo anche il marito e convertendolo al cristianesimo. Un angelo appare poi alla casta coppia di sposi e li incorona con ghirlande di fiori. L’ultima scena della parte sinistra raffigura Cecilia che predica a Valeriano e a suo fratello Tiburzio.

La narrazione prosegue nei riquadri a destra, dall’alto. Il vescovo di Roma Urbano battezza l’ufficiale Massimo, convertitosi al cristianesimo per mezzo di Valeriano e Tiburzio. I due fratelli, condannati al martirio, sono raffigurati con l’aureola, come santi, insieme a Cecilia.

Nei riquadri seguenti, Cecilia continua l’opera di evangelizzazione predicando davanti alla folla ed è portata in giudizio davanti al prefetto Almachio, che ne ordina la morte in acqua bollente. Il racconto si chiude con la scena del martirio della santa, immersa in un calderone appoggiato su un braciere, mentre canta le lodi a Dio. Uscita miracolosamente illesa dall’acqua bollente, Cecilia fu poi condannata alla decapitazione.

Il dossale proviene dalla distrutta chiesa di Santa Cecilia a Firenze ed è giunto agli Uffizi nel 1844. Potrebbe essere stato realizzato in occasione del rinnovamento della chiesa, rovinata da un incendio nel 1304. E’ opera di un collaboratore di Giotto che prende il nome convenzionale con cui è conosciuto, Maestro della Santa Cecilia, dal dipinto ora agli Uffizi. Dietro questo maestro potrebbe celarsi l’identità di Gaddo Gaddi, pittore e mosaicista capostipite di una nota famiglia di pittori. L’ascendente di Giotto è palese nell’orchestrazione delle scene entro architetture classicheggianti, simili a scatole, entro le quali si muovono personaggi caratterizzati da una solida corporeità e da una vivida gestualità.

Testo di
Daniela Parenti
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