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Ritratto di guerriero

Giovanni di Niccolò Luteri, detto Dosso Dossi (Tramuschio, Modena? 1487 circa - Ferrara 1542)

Data
1517ca
Collezione
Pittura
Collocazione
D9 Dosso Dossi e compagni
Tecnica
Olio su tela
Dimensioni
85x70 cm
Inventario
1890 n. 889

Con il viso in penombra e la corazza che, nella parte colpita dalla luce, mostra la lavorazione raffinatissima - "a damaschina" - del metallo, il ritratto trasmette la tensione psicologica degli uomini d'arme e cultura di fronte ai conflitti politici che interessano la penisola italiana nei primi decenni del '500, con risultati stilistici accostabili a quelli dei pittori veneti e ad alcuni ritratti romani di Raffaello. Dosso era avvezzo a ritrarre uomini in arme e sin dalla sua prima attività aveva certamente avuto accesso, per poterle studiare, alle armerie dei duchi estensi, i quali solevano farsi ritrarre in vesti guerresche. La sua capacità di trasporre meticolosamente in pittura i particolari delle mani, della barba, così come delle vesti e degli orli ricamati, lo avvicina altresì alla cultura figurativa nordica. Nonostante non si sia a conoscenza dell’identità della figura ritratta, il pettorale dell’armatura “all’italiana” indossata dal guerriero, è simile nella forma e nei motivi decorativi a quelli in uso nel secondo decennio del secolo. Lo stato d'animo dell’uomo, pronto ad accettare il suo destino, sembra identificarsi con l'albero "solitario" alle sue spalle, quasi un “individuo arboreo” in grado di resistere alla tempesta in arrivo. Dosso infatti, sulla scorta di Giorgione, sapeva creare forme plastiche direttamente dal colore: alternava pennellate spesse ad altre appena percettibili, capaci di rendere i suoi paesaggi densi di espressioni e di significati. Ed è anche nel cielo minaccioso e nelle ombre dense accese da pochi, intensi bagliori, che si riconosce lo stile inquieto dell’artista.

Il Ritratto di guerriero giunse nel 1798 dal Guardaroba del Granduca di Toscana alla Galleria degli Uffizi. Attribuito in passato a Sebastiano del Piombo, la critica tardo ottocentesca e poi moderna ipotizza con una certa costanza – seppur non all’unanimità - la paternità del Ritratto di guerriero a Dosso Dossi, come venne presentato alla Esposizione della Pittura Ferrarese del Rinascimento dal critico d’arte Nino Barbantini in occasione del IV centenario della morte di Lodovico Ariosto del 1933, riconfermata anche negli studi più recenti.

Bibliografia

N. Barbantini, Ritratto di guerriero, in Esposizione della Pittura Ferrarese del Rinascimento, catalogo della mostra (Ferrara, maggio – ottobre 1933) a cura di Nino Barbantini, Venezia 1933, p. 156, A. Ballarin, Dosso Dossi. La Pittura a Ferrara negli anni del Ducato di Alfonso I, V. 1, Cittadella (PD) 1995, cat. 362, pp. 307-308; J. Bridgeman, K. Watts, Armour, weapons and dress in four paintings by Dosso Dossi, “Apollo”, CLI, February 2000, pp. 20-27; A. Pattanaro, Allegoria di Ercole, in Dosso Dossi. Rinascimenti eccentrici al Castello del Buonconsiglio, catalogo della mostra (Trento, Castello del Buonconsiglio, monumenti e collezioni provinciali, 12 luglio – 2 novembre 2014), a cura di V. Farinella, L. Camerlengo, F. De Gramatica, Milano 2014, pp. 120-122

Testo di
Guicciardo Sassoli de' Bianchi Strozzi
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