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Ritratto di intellettuale su erma moderna, cd. Sofocle

Arte romana

Data
Metà del II secolo d.C
Collezione
Scultura
Collocazione
Depositi Uffizi
Tecnica
Marmo greco
Dimensioni
h. 57 cm; h. della parte antica 30 cm
Inventario
1914 n. 371

Questa testa antica fino al collo è montata su un’erma moderna che riporta sul suo lato destro l’iscrizione SOPHOCLES. Di integrazione, oltre all’erma, vi è solo il naso.

Il ritratto raffigura un uomo di età avanzata, come si evince dal volto scavato e dalle marcate rughe che attraversano la fronte e i lati del naso. Le sopracciglia, corrugate, sono rese a rilievo con scalpello e adombrano gli occhi, piccoli e stretti, caratterizzati dall’iride e dalla pupilla incise e dal dotto lacrimale realizzato con il trapano. Al di sotto dei folti baffi, le labbra carnose sono serrate. La chioma voluminosa è mossa da fitte ciocche ricciolute realizzate a trapano, mentre sul retro i ciuffi sono più spessi e meno in rilievo. La barba è compatta e ordinata e le sue ciocche mosse sono divise mediante una scriminatura al di sotto del mento.

Sin dalla fine dell’Ottocento, numerosi studiosi si sono interrogati sull’identità del personaggio rappresentato - variamente attribuito a Solone, a un poeta o a un filosofo - e sulla datazione di questa scultura. Di questo ritratto sono oggi note otto repliche, delle quali le copie di Copenhagen e di Petworth sono considerate le più simili all’originale per l’espressione severa, mentre la testa degli Uffizi rappresenta la replica maggiormente accurata nella resa dei particolari del volto.

Da notare che in origine il capo del ritratto fiorentino doveva essere rivolto lievemente verso destra, come suggerirebbe la parte sinistra del volto di poco più ampia rispetto alla destra (correzione ottica), un’impostazione condivisa anche dalle repliche dei Musei Capitolini (Zanker 2016, 29, n. 6, replica 5), di Malibu (Zanker 2016, 29, n. 6, replica 8) e di New York.

L’uso abbondante del trapano, il forte chiaroscuro e l’incisione delle pupille permettono di datare l’opera nella media o nella tarda età antonina (II secolo d.C.)

Le vicende del ritrovamento non possono essere ricostruite, ma per quanto riguarda la storia collezionistica si può dire che l’opera è menzionata per la prima volta negli inventari della Galleria del 1704, dove è detta essere localizzata nel Corridoio Grande.

Bibliografia

P. Zanker, Roman Portraits: Sculptures in Stone and Bronze in the Collection of the Metropolitan Museum of Art, pp. 28 – 30, New York, 2016; M. Rodinò, Ritratto di intellettuale su erma moderna, cd. Sofocle in Divina Simulacra. Capolavori di scultura classica della Galleria degli Uffizi, catalogo della mostra (Firenze, Gallerie degli Uffizi, 12 dicembre 2023 – 30 giugno 2024), a cura di F. Paolucci, pp. 98 – 99, Livorno, 2023, e bibliografia precedente

Testo di
Ambra Famiglietti
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