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Reclining figure

Henry Moore (Castleford, Yorkshire 1898 - Much Hadham, Hertfordshire 1986)

Data
1982
Tecnica
Carboncino su carta
Inventario
GDSU n. 116446, dono di Giuliano Gori,1994

Si forma negli anni Venti prima a Leeds e poi a Londra, recependo gli stimoli derivanti dalla conoscenza della scultura africana e azteca del British Museum e dalla frequentazione di un vivace circolo di intellettuali. Nel 1922 realizza la prima scultura Mother and Child, soggetto intorno al quale si cimenterà per tutta la sua esistenza. Fin da allora affianca alla scultura la pratica del disegno, anch’essa costante nei decenni a seguire. Al 1929 risale la sua prima Reclining Figure in pietra bruna di Hornton, ispirata al Chac Mool, una scultura tipica della cultura atzeca con funzione di altare, e nel 1930 ne esegue un’altra versione scolpendola questa volta in una pietra trovata sulla spiaggia. Questo modello di figura umana in posizione reclinata e con la testa girata verso destra attraversa tutta la produzione dell’artista che la sonda in molteplici varianti di pose e materiali. Quando nel corso del quarto decennio la produzione di Moore approda all’elaborazione di pure forme astratte, questo processo coinvolge infatti anche le Reclining Figure con esiti che risentono di influenze surrealiste. Di questo tema non si perdono d’altro canto le tracce neppure nella produzione grafica della seconda guerra mondiale, dominata dagli “shelter drawings”, una serie di disegni realizzati nella metropolitana di Londra trasformata in rifugio antiaereo che valsero a Moore l’incarico di Official War Artist. Il nostro disegno sembra tuttavia guardare soprattutto alla produzione del dopoguerra quando le Reclining Figure acquisiscono una maggiore consistenza tridimensionale e si vestono con un panneggio già intravisto negli “shelter drawings” poi messo a fuoco dall’artista a seguito del suo viaggio in Grecia nel 1951. Ad interessarlo è infatti la capacità del tessuto di mettere in evidenza alcune parti del corpo, nascondendone altre, attraverso una fitta trama di pieghe. Alcune Draped reclining woman del 1952-1953 anticipano l’elaborazione degli esemplari in bronzo del 1957-58 come quello oggi all’interno dello Yorkshire Sculpture Park o presso il Kunstgebäude di Stuttgart che possono essere considerati i capostipiti del nostro disegno nel quale Moore conferma la velocità di tratto e l’uso del chiaroscuro in funzione plastica. L’opera fu donata agli Uffizi dal collezionista Giuliano Gori nel 1994 principale sostenitore di una campagna di donazioni volta a risarcire il museo fiorentino dei danni subiti a seguito dell’attentato di via dei Georgofili. La scelta appare significativa considerando il legame dell’artista con la città che lo accolse ancora studente nel 1925, per poi dedicargli nel 1972 la grande mostra monografica presso il Forte di Belvedere.

 

 

Bibliografia

Risarcimento. Artisti contemporanei per gli Uffizi, catalogo della mostra (Firenze, Uffizi, marzo 1995), a cura di Stefania Gori, Firenze, n. 3, p. 20; Magnete. Presenze artistiche straniere in Toscana, catalogo della mostra (Santomato di Pistoia, Fattoria di Celle, 3 giugno - 30 settembre 2002), a cura di Angela Vettese, Pontedera, p. 139

Testo di
Chiara Toti
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