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Orchidea – Genere Serapias

Collezione
Botanica

Il nome deriva da Serapis, dio egizio della fertilità.
Il genere è tipico dell’area mediterranea, dalle Azzorre al Caucaso, e conta complessivamente circa 40 tra specie e sottospecie, di cui 17 presenti sulla penisola italiana.
Le orchidee del genere Serapias sono caratterizzate da sepali e petali laterali raccolti a formare un casco orizzontale, ornato da nervature evidenti e da un labello (petalo mediano) allungato, munito alla base di una callosità di colore e forma caratteristiche nelle diverse specie e sul quale si distinguono due zone: la parte più interna (ipochilo) concava, e quella esterna (epichilo) lunga e appuntita. La zona di passaggio tra le due parti del labello presenta una pelosità più o meno accentuata che è specie-specifica.
L’impollinazione è garantita da insetti che entrano nel fiore per cercare riparo per la notte o per termoregolarsi (la temperatura interna del casco infatti è superiore a quella esterna di circa 3° C).
Nel Giardino di Boboli fioriscono 4 specie: Serapias lingua, Serapias neglecta, Serapias parviflora e Serapias vomeracea.

Serapias lingua
Il nome specifico è in riferimento alla forma generale del labello o a quella della callosità rosso-brunastra presente nella parte basale di questo.
Si trova nell’Italia meridionale e centrale, è rara al nord.
La pianta è alta da 10 a 35 cm, con fiori in numero di 2-6 (di colore che può variare dal giallo al rosso porpora, con venature scure). Il fusto è gracile, eretto e munito di 4-8 foglie.
La riproduzione di S. lingua può avvenire anche per via vegetativa, con formazione di stoloni (rami laterali in grado di emettere radici).
Fiorisce da aprile a maggio. A Boboli si trova in tre stazioni situate sui prati della Meridiana e di Ganimede.

Serapias neglecta
Deve il suo nome al tardivo riconoscimento come specie autonoma.
In Italia è presente solo in Piemonte, Liguria, Emilia Romagna e Toscana.
Ha fusto robusto, dotato di 4-8 foglie carenate ed arcuate, con infiorescenza costituita da 4-9 fiori grandi, con casco (formato dai sepali e dai due petali laterali) grigio-argenteo e labello grande, con ipochilo rosso-bruno ed epichilo largo, cuoriforme, di colore variabile dal giallastro al rosa carico, con abbondante pelosità biancastra. La callosità alla base del labello è caratteristicamente costituita da due parti, rosso- brune, lucide e divergenti.
Fiorisce in aprile-maggio. Nel Giardino è stata rinvenuta una pianta alla fine di aprile 2023 nei prati intorno alla statua del Pegaso e se ne auspicano ulteriori ritrovamenti.

Serapias parviflora
Parviflora significa "a fiori piccoli". È una pianta slanciata, con fusto alto da 10 a 40 cm, che porta da 3 a 9 fiori di piccole dimensioni, talvolta semichiusi, di colore bruno-rossastro.
Si tratta di una pianta che si riproduce  frequentemente per autogamia, quindi arriva facilmente a produrre semi.
Nei prati di Boboli è rara. Si trova alla Botanica Superiore e nei Prati di Ganimede.

Serapias vomeracea
Deve il nome alla forma del labello, che ricorda quella della lama dell’aratro (vomere, dal latino vomer).
È specie euromediterranea occidentale, presente in tutte le regioni italiane, eccetto la Sardegna.
La pianta è alta dai 20 ai 55 cm, con fusto robusto ed eretto, con 4-8 foglie. I fiori, da 3 a 10 grandi, di colore variabile da grigio-rosato a bruno-violaceo, formano una spiga allungata. Il labello è lungo dai 30 ai 40 mm ed è densamente peloso al centro e alla base.
Fiorisce da aprile a giugno. Nel Giardino di Boboli è rara, con distribuzione analoga a S. lingua.

La presenza e il censimento delle orchidee spontanee nel Giardino di Boboli.

Bibliografia

Orchidee d’Italia: Guida alle Orchidee spontanee. GIROS, Gruppo italiano per la ricerca sulle orchidee spontanee, Cornaredo 2024, pp. 342, 347, 349, 355; Gruppo Naturalistico Valle del Mugnone: Orchidee spontanee del territorio fiesolano, Firenze 1997, pp. 110, 116.

Testo di
Fabrizia Petrucci, photo Rolando Romolini
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