La Madonna con il Bambino e San Giovannino
Bottega di Tiziano Vecellio (Marco Vecellio?)
Il dipinto rappresenta la Madonna seduta, vestita di rosso con un manto azzurro sulle ginocchia, mentre sorregge il Bambino Gesù che, teneramente, avvicina il suo volto a quello della madre. Accanto a loro, San Giovannino si sporge per accarezzare il piede destro di Gesù e reca un cartiglio avvolto al braccio con l’iscrizione “Ecce Agnus Dei” (“Ecco l’Agnello di Dio”), che allude al sacrificio di Cristo sulla croce. Un doppio cerchio di cherubini assiste alla scena e anima lo sfondo dell’opera.
Il dipinto faceva parte della collezione del Cardinale Leopoldo de’ Medici ed è stato registrato sia negli inventari secenteschi della sua residenza che in quello della sua eredità. Dopo la morte del cardinale, l’opera passò negli appartamenti del Gran Principe Ferdinando, per poi approdare nel 1697 nelle collezioni degli Uffizi. Dal 1704 al 1795 il dipinto è ricordato nella Tribuna, dove è stato ricollocato nel 2012 dopo essere stato a lungo riposto nei depositi. Esso compare negli inventari del Cardinale Leopoldo con l’attribuzione alla “mano di Tiziano”, ma già nel corso dell’Ottocento alcuni storici dell’arte come Giovanni Battista Cavalcaselle hanno ipotizzato che il dipinto non sia da riferire a Tiziano, quanto bensì ad un suo seguace o ad un membro della sua bottega.
Si conoscono altri dipinti tradizionalmente attribuiti a Tiziano e iconograficamente molto simili al nostro: uno di essi è ricordato fin dalla metà del Settecento in Palazzo Barberini a Roma, un altro si trovava in Palazzo Grimani nella stessa città e un altro ancora è conservato a San Pietroburgo.
Proprio la presenza di queste varianti di questi altri dipinti, molto simili a quello degli Uffizi, ha fatto ragionevolmente pensare che esistesse un originale prototipo di mano di Tiziano, da cui discenderebbero tutti gli altri dipinti realizzati nell’ambito della sua bottega. Il nostro esemplare si contraddistingue per la buona qualità e probabilmente fu realizzato da Marco Vecellio, nipote di Tiziano. La somiglianza tra la Madonna di quest’opera e la Venere del dipinto con la Venere con Cupido e un cagnolino di Tiziano, conservata sempre agli Uffizi, ha fatto ipotizzare che l’originale tizianesco risalisse agli anni Sessanta del Cinquecento.
O.Millar, Zoffany and his Tribuna, London 1966, p. 17; H. Wethey, The paintings of Titian, 3 voll., 1969-75, I: The religious paintings, London 1969, p. 176; Immagini da Tiziano, stampe dal sec. XVI al sec. XIX dalle collezioni del Gabinetto Nazionale delle Stampe, catalogo della mostra (Roma, Villa della Farnesina alla Lungara, 16 dicembre 1976 - 15 gennaio 1977 1976) a cura di M. Catelli Isola, De Luca, Roma 1976, nn. 117, 118, 126; G. Incerpi, in Tiziano nelle Gallerie fiorentine, catalogo della mostra (Firenze, Palazzo Pitti, 23 dicembre 1978 - 31 marzo 1979) a cura di G. Agostini, Firenze 1978, pp. 237-240; Gli Uffizi. Catalogo Generale, Firenze 1979, p. 550, P 1731.